mercoledì, Novembre 27, 2024

EVI ed Ente Idrico: quasi salvi fino al 2030. Pascale: “Pronti a fare i compiti a casa nostra”

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Ugo De Rosa | Serve una deroga e si sfrutterà l’opzione “Decreto Ricostruzione”, nel frattempo, però, si attendono i lunghi tempi della Regione Campania. La verità, non detta, è che De Luca scrive una cosa e Bonavitacola e Vincenzo Buongiorno, il direttore dell’EIC (mentre giocano a poliziotto cattivo e poliziotto buono) si trovano a fare i conti con un’altra cosa.
La sintesi estrema, però, è che il soggetto gestore del nostro ambito (uno dei più grandi d’Italia per cittadini serviti, tra la sesta e la settima posizione in Italia, anche più grande della città di Napoli) non è ancora pronto per entrare in funzione. In ogni caso, comunque, fino al 2030 l’EVI resterà in funzione.
“Per quanto riguarda l’EVI – ci ha detto Giacomo Pascale – noi abbiamo apprezzato l’impegno e la sensibilità istituzionale del Vicepresidente Bonavitacola che ha ascoltato le proposte dell’isola e ha condiviso la richiesta di essere considerati un unicum.

Siamo, insieme con Procida, un territorio che ha delle caratteristiche evidentemente diverse da quella della terraferma e che a noi non spaventa l’idea di andare a misurarci in un contenitore più ampio, anzi, paradossalmente, potrebbe anche significare investimenti, ammodernamento delle reti, nuove infrastrutture e una nuova organizzazione.
In questo contesto, però, abbiamo la necessità di tutelare il territorio isolano e abbiamo chiesto la possibilità di essere riconosciuti come soggetto gestore e di rimanere con la gestione autonoma del nostro ciclo idrico, ancorché all’interno di un contenitore più ampio e, appunto, con una gestione indipendente per quanto riguarda l’isola d’Ischia, almeno fino al 2030, ovvero allo scadere della concessione che il CISI, proprietario delle reti, ha concesso all’EVI per la gestione.

In più – ha aggiunto ancora il sindaco di Lacco Ameno – abbiamo anche significato lo sforzo che abbiamo compiuto, non solo politico ma anche tecnico, di uscire dalla liquidazione sulla scorta di un progetto industriale che noi riteniamo sia credibile sia fattibile.
Inoltre, abbiamo rilanciato con l’accettare questa sfida e abbiamo chiesto fiducia per poter dimostrare a noi stessi, alla Regione Campania, anche a questo Organismo (ancora in divenire) di essere capaci di fare i compiti a casa nostra. È chiaro, però, che questa è la volontà politica. L’ostacolo da superare – conclude Pascale – è quello legato all’aspetto tecnico e soprattutto all’aspetto normativo perché, ad oggi, serve una deroga rispetto ai termini che la legge impone. Se tutto questo va in porto, noi siamo pronti ad accettare questa sfida.

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