Biagio Lubrano, l’allenatore del Barano e procidano verace, si è trovato coinvolto dal fiume di vergogna che i tifosi del Procida hanno voluto agitare durante il derby contro il Barano. Una escalation di ignoranza mista a idiozia che non si vedeva da anni e che è riuscita a sporcare una bellissima giornata di sport.
Gerardo Lubrano Lavadera si è dimesso da Direttor Generale del Procida, Biagio Lubrano, invece, ha scritto parole amare e dure: “E’ un post questo che non avrei mai voluto scrivere – si legge sul profilo facebook del mister -, ci ho pensato molto prima di farlo, nello stesso tempo non si può stare sempre in silenzio di fronte a chi liberamente non solo ti offende pesantemente insieme al proprio figlio solo perché tesserati come allenatore e calciatore di una società rivale. Il tutto si è verificato oggi (sabato, ndr) al campo sportivo “Mario Spinetti” di Procida dove si è giocato il derby (si fa per dire) tra la squadra locale e il Barano, campionato di Promozione girone B, valido per la XXVII giornata di campionato. Niente da dire sulla vittoria del Procida – scrive ancora Lubrano – che meritatamente ha vinto con un punteggio tennistico. Non si può stare in silenzio però sugli insulti di un gruppo di tifosi Ultras del Procida ben conosciuti. Essere offesi per tutta la gara – evidenzia – con parole come “BASTARDO, TU E TUO FIGLIO, CI DOVETE FARE……” ecc ecc, senza che alcun dirigente del Procida intervenisse – la chiosa amara dell’allenatore – è stata una cosa squallidissima come pure di non far rimuovere uno striscione posto all’interno del campo dopo si sospettava un “patteggiamento” tra le parti”.
“Per caso, mai stata al campo, oggi sugli spalti – aggiunge il procidano allenatore del Barano – c’era pure mia moglie con il nostro nipotino di 4 anni e non vi dico come si è sentita a fine gara, per giunta mio figlio ci ha rimesso pure un labbro in uno scontro fortuito quasi a fine gara. Rimarco che niente c’è da dire sul risultato e quindi sulla vittoria del Procida ma il mancato intervento della società locale non credo abbia fatto male solo a me e a mio figlio ma a tanti procidani presenti che a fine gara mi hanno dato tutta la loro solidarietà, cosi come qualche amico da Lacco Ameno e dintorni. Quando non si interviene, mi dispiace dirlo, si è complici – attacca Lubrano – perché tacitamente si concorda con l’atteggiamento avuto dagli ultras. Voglio solo ricordare ai più giovani che mio figlio ha giocato nel Procida dall’età di 6 anni fino a 20 senza percepire mai un euro e in età giovanissima partecipando a 2 campionati ,allievi e Juniores, contemporaneamente, debuttando poi a 16 anni nel campionato di Eccellenza. Negli ultimi 3 anni ha giocato due anni con il Forio e ora al Barano. Per quanto mi riguarda chi mi conosce sa che il sottoscritto ha appeso le scarpe al chiodo all’età di 41 anni giocando sempre nel Procida e sempre gratuitamente, società che poi ho avuto l’onore e il piacere di allenare in diverse occasioni fino all’Eccellenza percependo un rimborso comunque minore rispetto al mercato. Da dicembre sto a Barano mentre mio figlio è andato dopo le prime giornate di campionato, entrambi, calciatore e allenatore, non siamo stati mai contattati dal Procida, quindi già la parola “traditore” suona male. Non sto qui a ricordare quante volte anche non da tesserato ho aiutato la società del Procida in tutti gli atti amministrativi che si fanno durante il campionato, sempre gratuitamente. Quindi entrambi ci sentiamo offesi soprattutto come persone e come procidani e con dispiacere mi auguro di non aver più nessun contatto, perlomeno con questa società che oggi ha meritatamente vinto sul campo ma ha perso in immagine per i fatti che ho appena esposto. Da persona di calcio – conclude Lubrano – auguro unitamente a mio figlio tanti successi al Procida Calcio”.