venerdì, Settembre 20, 2024

MICHELE REGINE: «Fatale l’autogestione di sindaco e vicesindaco» Capuano? “Crede di dover difendere l’Italia dall’invasore…” #foriovota

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Gaetano Di Meglio | Con Michele Regine per commentare la candidatura di Pasquale Capuano, la non candidatura di Michele Regine, le bordate che sono arrivate anche da Davide Castagliuolo che se l’è conservate alla fine. Però partiamo da una prima pagina del Dispari di qualche mese fa. Ricordo bene un fotomontaggio di te e Gianni Matarese in una forma atletica, con te che facevi lo sparring partner dell’avvocato Matarese. Avevo visto lungo e bene su quello che poi sarebbe stato l’esito.

Prima di arrivare alla candidatura di Davide Castagliuolo, a un certo punto, evidentemente, è stato chiaro che il rapporto con Francesco Del Deo si è incrinato. Quando c’è stata la rottura?
Diciamo che una vera e propria rottura di fatto con Del Deo non c’è mai stata. Forse è mancato un chiarimento nella parte finale di questa lunga esperienza amministrativa e politica che parte dal 2013 come tutti ben sanno. Dieci anni fa, seguii uno stimolo e un’idea condivisa perché convinto di questa bella iniziativa. Eravamo una squadra nuova nel vero senso della parola. Non c’erano commistioni particolari e si è andato avanti in maniera unita fino ad oggi perché, sostanzialmente, questa amministrazione Del Deo benché se ne dica, direttore, non ha avuto neanche un’ora di crisi di maggioranza in dieci anni, a differenza di altre realtà politiche locali e questo lo si è avuto perché c’è stato da parte di tutti l’idea di portare avanti un progetto e un’iniziativa ovvero fare un percorso condiviso che portasse veramente Forio a quello che in parte si vede oggi. Certo, c’è molto da fare.

Per quanto riguarda la domanda, credo che negli ultimi due anni in modo particolare si sia visto un cambiamento all’interno della maggioranza che è sotto gli occhi di tutti. Un cambiamento che ha portato ad un accentramento, non dico di poteri, ma di gestione della cosa pubblica unicamente gestita dal sindaco in modo particolare e dal vicesindaco. Hanno portato avanti questo tipo di amministrazione alla quale noi abbiamo partecipato e siamo sempre stati presenti e forse tenuti meno in considerazione rispetto agli anni precedenti, ma siamo rimasti comunque uniti e abbiamo condiviso sia in consiglio comunale, sia in giunta, gli obiettivi prefissati, anche se questa autogestione o una gestione particolare da parte del sindaco e del vicesindaco, inevitabilmente, ha creato una sorta di scollamento all’interno della maggioranza in modo particolare di alcuni consiglieri e di alcuni amministratori tra cui, non ne ho mai fatto mistero, anche me, perché ne parlo sempre in maniera chiara e diretta.

Addirittura siamo arrivati a un punto in cui, per esempio, io personalmente, tanto per dirne una, non sapevo neanche che era stato nominato l’ultimo assessore esterno della giunta, eppure faccio il Presidente del Consiglio Comunale da dieci anni e sono stato sempre considerato una persona vicinissima al sindaco e all’amministrazione e ho contribuito elettoralmente sia nella prima sia nella seconda consiliatura a portare avanti questo progetto, sempre con massimo impegno tanto è vero che sono risultato sempre tra i primi degli eletti alle elezioni sia nel 2013 che nel 2018 con circa 300 voti di preferenza.
In tutto questo, però, voglio dire, che non c’è stata alcuna defezione e non c’è stato nessun abbandono né abbiamo mai voluto, nonostante queste difficoltà, consegnare il paese a un commissario prefettizio. Però, insomma, dopo dieci anni di rapporto coerente e costante il Sindaco o chi per esso, deve consentire anche agli altri di poter scegliere liberamente il proprio futuro politico.

Parlavi di commissario prefettizio. C’era anche l’idea di una sfiducia?
No, l’idea di sfiduciare il sindaco assolutamente non c’è mai stata perché c’era questa estrema consapevolezza del pericolo e perché si sarebbe arrivato a conseguenze estreme, ma non se mai parlato assolutamente di sfiducia.

Nel frattempo, però, avete fatto sicuramente diversi incontri e tentativi per costruire questo terzo polo interno alla maggioranza. Una iniziativa figlia di questa volontà di non accettare la candidatura imposta di Davide Castagliuolo ma di sovvertirne la genesi.
Nel periodo natalizio o appena pre natalizio si iniziò a capire in che direzione si andava e già si notavano queste difficoltà o quantomeno alcuni tra consiglieri e assessori le intravedevano in previsione, appunto, della tornata elettorale e ci eravamo posti questa domanda a fronte di questo periodo. Fisiologicamente, una consiliatura più di dieci anni non è mai durata ed era necessario da parte nostra cercare di valutare e di poter creare una nuova linfa vitale a quello che era il gruppo originario prendendola, chiaramente, dall’esterno ma non si è mai parlato di un terzo polo, anzi, di andare ad arricchire e a ringiovanire, dal punto di vista politico, quello che era già l’assetto amministrativo che, nonostante queste piccole interferenze e questi piccoli dubbi che c’erano tra di noi, oltre a qualche mal di pancia, si è cercato comunque di conservarli tentando, appunto, di aprire all’esterno. Questa apertura, come già tu hai ben scritto ampiamente nei giorni scorsi e nei mesi scorsi, condivisa dal sindaco e dal vicesindaco, purtroppo non c’è stata. C’è stata questa sorta di perseveranza nell’idea di dover assolutamente indicare il successore del sindaco all’interno della maggioranza. Ma questo non c’è stato.

Diciamo un obiettivo non centrato, anche perché il Sindaco ha dovuto scegliere uno esterno.
Assolutamente. Praticamente in una riunione all’interno dello studio del sindaco al Comune, ci venne chiesto, singolarmente, se andava bene Castagliuolo e dicemmo sì perché non c’erano alternative. Poi si è arrivati a Capuano quando ormai era troppo tardi e, obiettivamente, per quanto mi riguarda, è sempre stata una decisione solo di Francesco.

E veniamo all’altra domanda legata a Capuano. La tua assenza alla presentazione si è vista. Come dire, più importante l’assenza che non le altre presenze. Era un segno?
La vicenda Capuano è analoga a quella di Davide Castagliuolo. Sostanzialmente, io, Gianni Matarese e altri consiglieri assessori abbiamo sempre cercato di far capire al sindaco e a tutta la maggioranza che se una scelta di continuità, e quindi anche nella figura del candidato sindaco, di questo nuovo leader, andava preventivamente condivisa, discussa tra tutti quanti e poi si sarebbe scelto in tal senso. Questo, invece non c’è stato perché, in realtà, sia sul nome di Davide Castagliuolo, che è stato proposto dal sindaco esclusivamente, e poi quello di Pasquale Capuano, non c’è stato mai, assolutamente, un minimo di condivisione. Ma questo è stato sempre. Così la scelta degli assessori, così la scelta degli interventi pubblici e così qualsiasi scelta. Non c’è stata condivisione.

Diciamo che l’avevate anche metabolizzata e, sostanzialmente, si era capito come andava e nessuno si lamentava
Questo modo di fare non era così e non era lo stesso, come dicevo all’inizio dell’esperienza. Anche all’inizio del secondo quinquennio, mi ricordo che con Francesco quasi tutti e, non dico settimanalmente ma mensilmente, avevamo incontri e c’erano molti più confronti sulle problematiche. Una sorta di partecipazione attiva, allegra e solare da parte di tutta l’amministrazione che si era incupita nell’ultimo biennio, quando, come dicevo, c’è stato questa sorta di totale accentramento che non ha dato possibilità a nessuno di poter non dico incidere, ma quanto meno partecipare alle scelte che ti venivano già proposte al momento opportuno.

Una triade che si è spezzata?
Una vera e propria triade non c’è mai stata. Forse più un duopolio, ma non un triumvirato. Se ne è parlato in passato, ma non è stato mai così. Io forse sono stato visto come colui che ha appoggiato Francesco Del Deo all’interno dei consigli comunali, ma più che altro per il ruolo che gestivo, e gli ha dato la possibilità, ma così con gli altri consiglieri che me lo chiedevano, di dare spazio alla proposta di delibera o discussione eccetera, ma questo lungi dal fatto che abbia partecipato all’amministrazione in maniera costante e attiva fino alla fine. Questo non mi è stato consentito, nei limiti del ruolo che svolgevo che era quello del presidente del consiglio comunale. Non ho mai fatto parte della Giunta o di qualche altro settore all’interno del comune.

Voglio fare una domanda, ormai inutile perché si guarda al passato. Come mai non hai mai accettato o chiesto di avere un ruolo amministrativo diretto in giunta che, diciamocelo, avrebbe favorito l’investitura?
Questo non mi è stato mai offerto. Questa esperienza di andare ad incidere in maniera diretta sull’amministrazione mi è stata negata. Io mi sono limitato a svolgere il ruolo, ininterrottamente per dieci anni e credo di averlo fatto bene e di aver garantito solidità all’amministrazione e al consiglio comunale. E una prova tangibile di questo è quella contenuta nelle varie registrazioni. In 10 anni c’è stata una sorta di attività politica e amministrativa all’interno dell’aula consiliare sentita e appassionata.

Ora, però, esci dalla scena politica. Qual è il bilancio di questi dieci anni?
Prima di passare al bilancio degli ultimi dieci anni, tengo a dire che con Gianni Matarrese, Gianna Galasso e altri consiglieri, ma anche altre persone di Forio, abbiamo un’intesa quasi quotidiana per quanto riguarda le problematiche che, in questo caso, vengono messe da parte perché siamo in un momento di campagna elettorale e, per la quale, tra l’altro, non mi piace neanche vedere questa impostazione da parte di qualcuno, che vede quasi una discesa in campo per andare a garantire perché il paese lo chiama o perché insegue questi grandi ideali. Mi sembra quasi una chiamata alle armi per difendere l’Italia dall’invasore, ma francamente io non vedo che ci sia questo pericolo…

A me questo sembra un endorsement per Stani Verde
No, io parlo in generale. Effettivamente, però, mi è stato anche detto “devi candidarti perché, altrimenti. si consegna il paese nelle mani al nemico o diciamo allo straniero” ma a me questi richiami di bellica memoria, se vogliamo, poco mi appassionano. Credo che oggi siamo in un periodo e in un momento storico particolare, dove chiunque deve poter partecipare anche al di là delle posizioni dei singoli. Deve essere più che altro un confronto, ma non sicuramente uno scontro portato addirittura a livelli tali da dover andare a far capire quasi quasi all’elettorato che la risposta politica sarebbe quella della posizione bellica.

E così, dalla posizione bellica a quella pavida di Davide Castagliuolo. Nella sua intervista al Dispari, Davide ha accusato qualcuno di voi di aver avuto paura e di aver perso due volte, ovvero di non aver accettato la candidatura con lui e di non aver partecipato.
Sono rimasto francamente perplesso perché con Davide, a parte il rapporto personale che mi lega e di cui non ne ho fatto mistero, sono stato uno dei primi a proporne la candidatura, che ritenevo non come la candidatura di Tizio, Caio o Sempronio. Il problema è come ci si arriva. Il problema è l’impostazione, la scelta e il metodo che è stato usato. In un sistema di gruppo, quanto meno, va discusso prima. Poi il fatto che Davide ha detto che qualcuno ha avuto paura, a me questo non sembra. Non ho capito di che paure si parli. Parliamo di paura elettorale? Di essere eletto o non eletto? Mi ripeto, nel 2013 e nel 2018, ho apportato a questa amministrazione molti voti e so di averne. Questo lo posso tranquillamente confermare e, forse, anche più di Davide. Anzi, sicuramente più di Davide Castagliuolo. Se per questo, possiamo anche contarli.

In conclusione, il 15 aprile avremo le liste e ci sarà una lunga campagna elettorale e quando ti chiameranno “avvocà, a chi amma vutà”, quale sarà la tua risposta?
Guarda io per il 15 aprile insomma… Io e Gianni Matarese ce ne andiamo a fare i bagni.

Ma tanto la telefonata ti arriverà lo stesso….
Diciamo che ho amici sia nell’una sia nell’altra coalizione. E’ chiaro che quando una non la vive personalmente la cosa pubblica o la campagna elettorale anche lo stimolo viene un po’ meno e poi non nascondo che dopo dieci anni c’è anche un calo fisiologico, proprio nella partecipazione. Quando non sei in prima persona manca quella carica emotiva che ti spinge ad andare a cercare, a parlare, a dibattere. Se dovessi riavere questa motivazione, chi lo sa…

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