domenica, Dicembre 22, 2024

Dieci anni fa la scomparsa di Emanuele Arcamone

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La storia che sconvolse l’isola, un mistero mai risolto. Uscì di casa per una passeggiata e di lui si persero le tracce. Le vane ricerche e le false piste. L’agghiacciante post di un mitomane delirante. Il dolore della famiglia che ancora conserva la speranza

Oggi sono trascorsi dieci anni esatti dalla scomparsa di Emanuele Arcamone. Era infatti l’8 maggio del 2013 quando uscì per una passeggiata senza più fare ritorno a casa e da allora di lui si è persa ogni traccia.

Un saluto fugace, come di solito si fa quando le intenzioni sono quelle di rientrare presto. Questo l’ultimo ricordo che la famiglia Arcamone ha del giovane Emanuele, un ragazzo di soli 23 anni. Ma la famiglia non ha mai perso le speranze di poterlo un giorno riabbracciare. Emanuele studiava a Napoli, dove era iscritto alla facoltà di Ingegneria Meccanica della Federico II. L’8 maggio aveva deciso di fare rientro sull’isola per trascorrere qualche giorno con la famiglia. Invece il giorno dopo scomparve nel nulla. Prima di uscire salutò i genitori e lasciò a casa telefono e portafoglio, nonché un biglietto con su scritto “Vento in poppa”. Una passeggiata da cui non è più tornato.

Il padre lo vide passeggiare lungo la strada che collega Ischia a Casamicciola. Notò subito nel figlio uno sguardo insolito: assente, vuoto. La stessa collocazione del ragazzo la fornì un altro testimone. Poi il vuoto, come fosse stato inghiottito dalla terra.

Emanuele viene descritto da tutti come un ragazzo vitale, entusiasta, pronto a cogliere ogni aspetto positivo della vita. E’ quanto gli amici hanno riferito anche alla redazione di “Chi l’ha visto?”, che si è occupata del caso. Il padre raccontava che amava il mare, mentre la madre lo definiva empatico.

Purtroppo, nel periodo precedente la scomparsa era stato molto provato da due lutti familiari. Pare che Emanuele – forse per elaborare la perdita – si fosse drasticamente chiuso in sé stesso.

LE RICERCHE

A seguito della scomparsa venne attivata la macchina delle ricerche, che purtroppo non diedero alcun esito. Nessuna traccia di Emanuele se non numerosi avvistamenti tra Napoli ed Ischia che, però, non trovarono mai riscontro. Qualcuno dopo aver visto il programma Rai contattò la redazione dicendo di aver visto il ragazzo addirittura a Milano. La redazione accompagnò nel capoluogo lombardo la sorella per verificare la fondatezza di questa pista, che però non portò ad alcun risultato. Per quanto dettagliata fosse la ricostruzione dei testimoni, non servì a rintracciarlo.

Inquietante quanto accadde poi ad anni di distanza dalla scomparsa. La famiglia decise di creare un gruppo Facebook per aiutarla nelle ricerche. Ma da un utente, che venne sentito da “Chi l’ha visto?” ma classificato come delirante, arrivò un commento agghiacciante. “Il caso è risolto – riporta The Social Post – Oggi alle 13 mi sono consegnato al commissariato di polizia di via Medina a Napoli per l’omicidio di Emanuele Arcamone”. A queste terribili parole fece seguito una descrizione di dove si trovasse il corpo, e soprattutto del vilipendio che era stato compiuto su di esso. Il padre del ragazzo commentò l’accaduto con parole di sdegno. Un rimprovero a questa persona che calpestando il dolore della famiglia si sarebbe anche fatta scherno di loro.

Purtroppo ad oggi di Emanuele Arcamone non si ha alcuna notizia. Cosa gli sia successo resta ancora un mistero. Di certo la famiglia non si arrende e continua la sua ricerca verso la verità.

LA POESIA DELLA CUGINA MELANIA DI MEGLIO


10 anni. Letteralmente volati.
Per noi. Lunghi più di 1000 anni. Per la tua famiglia.
Caro Emanuele Arcamone, ti parlo come se fossi qui. Dinanzi a me.
Ti parlo come ti parlai al telefono pochi giorni prima che sparissi.
Sento spesso nella testa quel “Cuginetta!!! ti sposi, che bello!”.
Questo è quello che mi resta di te a parte qualche immagine sbiadita del tuo volto.
Che dopo 10 anni non sarà più lo stesso.
Ma sai, la tua voce è ben impressa nella mia mente.
Mi fa compagnia e ti tiene qui.
Sempre accanto a me.
Caro Manu,
chissà che fai e come passi le tue giornate.
Le nostre da allora sono un po’ cambiate.
Non riesco a vedere più Chi l’ha visto, per esempio.
Non riesco a guardare i video e le foto del matrimonio.
Mi sembra di voler riaprire una pagina tristissima e mai chiusa. (ovviamente mi riferisco al fatto che sei sparito giusto un mese prima)
Non riusciamo più ad essere sereni tutti e mentre prima ti nominavamo sempre, con gli zii i cugini e gli amici, ora non ce la facciamo più.
E’ come se fossi diventato un doloroso tabù dal quale proteggersi.
Questo mamma e papà non lo riescono a comprendere.
A volte si sentono soli.
Ed io li capisco.
E forse hanno anche ragione.
Ma davvero non possono immaginare quanto il loro immenso dolore sia anche il nostro dolore.
Ovviamente parlo di dolori incomparabili.
Caro Manu,
Le ho pensate tutte.
Dal suicidio alla fuga d’amore.
Poi ho razionalizzato e mi è venuta in mente una cosa importante da non sottovalutare.
Tu eri un ragazzo (ora sei un uomo) di grande ingegno.
Un ragazzo dal grande cervello.
E chi ha la testa, anche nei momenti di più cupa disperazione non può non avere un barlume di raziocinio.
E proteggersi.
Così spesso ti immagino lì, in un posto immaginario, a condurre la tua vita.
Che deve essere davvero bella se non hai mai sentito il bisogno di sapere che fine ha fatto la tua famiglia.
Chissà che lavoro fai.
Forse hai una compagna.
E pure un figlio, perché no?
E mentre sono felice per te, soffro per i tuoi genitori che combattono ogni giorno con un dolore che si è cancrenizzato ma che nonostante tutto non impedisce loro di andare avanti.
Ci sono momenti che arrancano.
Altri che corrono.
Ma i loro occhi e la loro bocca sono tutti per te.
Sono due splendidi nonni, sai.
E tu sei zio di due bambini meravigliosi.
E io voglio dirtelo, perchè semmai ti venisse voglia di indagare un pò sulla tua “vita passata”, sulle tue radici lo scoprirari
e……
….. chissà!….
Caro Manu,
Ci manchi come non mai.
Il bene che ti volevamo è cresciuto.
Viviamo nell’attesa di rivederti.
E semmai quel giorno verrà, se ne accorgeranno fino a Milano.
Tanta festa e tanti fuochi che dobbiamo fare.
Oggi per te sono 10 anni di nuova vita.
Per noi sono 10 anni di limbo e speranza.
Speranza di vederti.
Speranza di riabbracciarti.
Ti amiamo.
Non ti dico torna ma un banalissimo: “Fatti sentire”.
Fallo anche per me.
Perché lo so che mi vuoi bene come te ne voglio io!
Ciao cugì!
….. e falla una telefonata.

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