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Benedetti (ma non troppo) animali | #4WD

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Daily 4ward del 16 maggio 2023

Eccomi ad un’altra occasione di “scontro” con Papa Francesco, questa volta in merito all’episodio in cui ha narrato il suo atto d’impazienza (è stato lui a definirlo, di fatto, tale) verso una fedele che gli aveva chiesto la benedizione del suo “bambino”, mostrandogli un cane nella borsa e alla quale ha risposto abbastanza seccato: “Signora, tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino”.

Mi verrebbe da rilevare che in occasione, tempo fa, della Lamborghini Huracan ricevuta in regalo e poi rimessa all’asta a scopo benefico (il Pontefice continua a girare in una modestissima Fiat 500L), il successore di Pietro non abbia utilizzato uguale qualunquistica retorica, ma l’abbia benedetta senza esitazione.
Ora, premesso che il grande e compianto Vescovo d’Ischia, Padre Filippo Strofaldi, amava ripetere ad ogni occasione pubblica o privata in cui veniva invitato ad impartire una benedizione che “si benedicono le persone e non i luoghi o gli oggetti”, torna utile ricordare che nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate il rito della benedizione degli animali domestici e da stalla sul sagrato delle chiese è praticato ovunque si veneri il noto santo, conosciuto proprio come loro protettore, al punto da affiancarne l’immagine iconica con un maialino ai piedi o in braccio.

Sono storicamente un amante dei cani e quelli che possiedo li tratto realmente come persone di famiglia, pur senza smarrire mai la differenza tra il rapporto cane-padrone e quello padre-figlio, che per chi ha la fortuna di viverlo è ben altra cosa. Non pratico e non condivido l’abitudine di rivolgersi al proprio cane o gatto con i termini “mamma e papà”, pur rispettando chi invece preferisce farlo pur essendo genitore. E sono assolutamente contro la teoria cattolica cartesiana secondo cui gli animali non avrebbero anima, tenuto conto che anche la Chiesa ha riconosciuto in diversi modi e a più riprese che, in quanto componenti della Creazione, essi sono parte integrante del processo salvifico derivante dal dono di Cristo all’umanità.

In altre parole, anche questa uscita Papa Francesco avrebbe potuto risparmiarsela.

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