Nel 2006, mio fratello Tony realizzò un’immagine oggettivamente stupenda. La utilizzammo per la nostra prima campagna pubblicitaria nazionale della Dimhotels e a lungo è stata diffusa sui principali quotidiani e periodici nazionali. Essa riprendeva un panorama meraviglioso dal parcheggio sovrastante la pineta di Fiaiano: praticamente un letto di chiome di pino dal verde rigoglioso che anticipavano la vista del mare blu del canale tra Ischia e Procida, la skyline della terraferma e il Vesuvio che dominava il tutto. Molti pensarono si trattasse di un fotoritocco, ma così non era: in quel caso, l’occhio del fotografo era stato ampiamente premiato dalla realtà dei luoghi che era riuscito a catturare.
Ieri ci siamo recati nello stesso punto in cui Tony scattò quella foto, prima di un sopralluogo da un cliente in zona. E la cosa agghiacciante è stata la delusione nello scoprire che se oggi, per un motivo qualsiasi, avessimo necessità di ripetere quella foto, risulterebbe del tutto impossibile. Perché di quello splendido letto di chiome di pino, oggi è rimasto solo il ricordo di chi, come noi, ha avuto modo di ammirarlo a suo tempo.
Anche in questo caso, a distanza di diciassette anni, l’abusivismo e la cementificazione selvaggia spesso invocata dai soliti soloni per giustificare fenomeni ambientali assolutamente eccezionali non c’entrano un fico secco: è evidente che la marchallina che ormai da anni colpisce e distrugge i nostri pini abbia lavorato indisturbata anche a Fiaiano, distruggendo un polmone verde di inestimabile valore e difficilissimo da ripristinare. Del resto, il povero Giovanni Gussone, botanico della Real Casa Borbonica e autore della piantumazione dei pini sulla nostra Isola, sono lustri che si rivolta ininterrottamente nella tomba nel veder morire progressivamente questa sua preziosa creatura.
Basterà l’intervento di riforestazione di cui ha parlato il Sindaco Gaudioso di recente sul nostro Giornale, per poter sperare in un futuro migliore per quella pineta e, magari, per tutte le altre ugualmente o peggio malate? Ne vogliamo parlare?