Quando morì mia madre, nel 2015, io non ero più assessore né consigliere comunale da ben tre anni e Giosi Ferrandino era agli arresti per le note vicende che lo hanno poi visto assolto. Mio padre, all’epoca, mi chiese se l’amministrazione in carica avesse fatto affiggere un manifesto di partecipazione al nostro lutto e io potei confermargli che ciò era avvenuto, consentendogli di spiegare, a chi in famiglia si chiedeva il perché, che in Via Iasolino si è soliti riservare tale attenzione agli ex amministratori defunti ovvero a quelli viventi che perdono un parente stretto. In quella occasione fu Carmine Barile che, da sindaco facente funzioni, poté ascriversi il merito di aver rispettato tale consuetudine.
Ecco, palese, la differenza tra un signore -con o senza poltrona- e un miracolato della politica, tra chi è in grado di essere uomo delle istituzioni andando oltre gli steccati dell’appartenenza e chi, invece, resta sempre più piccolo tra i piccoli e insignificante nella sua stessa piccineria personale, politica e amministrativa; un po’ come se negare a me (e di conseguenza a mio padre) un atto dovuto, sovente esteso anche a non “aventi diritto” solo perché appartenenti al bottone o alla schiera dei presunti amici o amici degli amici, rappresentasse l’occasione giusta per saziare quel malcelato rancore personale verso chi in qualche modo lo insidia e non è certo avvezzo a mandargliele a dire.
La morte di mio padre è stata onorata da centinaia di persone, che in mille modi hanno voluto testimoniargli la loro stima e il loro affetto e che qui ringrazio ancora una volta: tra loro, diversi componenti della maggioranza ad Ischia, intervenuti certamente a titolo personale e non nella qualità. E di certo questa ennesima “figurella” di Enzo Ferrandino, sicuramente condivisa da molti dei suoi sodali, sta ancora una volta a dimostrare quanto egli sia totalmente lontano da quel comportamento super partes che dovrebbe riguardare un primo cittadino che si rispetti: titolo, questo, ancora una volta immeritato per quel che lo riguarda.
Tuttavia sono estremamente sereno e proprio per questo, oltre a perdonare e compatire Enzo Ferrandino per la sua assoluta pochezza, lo ringrazio di avermi dimostrato ancora una volta quanto diverso da lui dovrebbe essere il sindaco d’Ischia.