Quando morì il grande Domenico Di Meglio, il nostro direttore Gaetano sottolineò più volte, nella veste forzata di reggente de “Il Golfo” di allora, la sua nuova condizione di orfano di padre, evidenziandola nell’ambito di alcune valutazioni che concernevano lo stile di vita, il lavoro, le prospettive e la famiglia.
Queste sue analisi mi colpirono molto, specialmente perché all’epoca avevo la fortuna di avere ancora i miei genitori in vita e fino a quel momento non mi ero mai posto il problema di pensare a cosa sarebbe accaduto se e quando avessi mai vissuto un dolore analogo.
Persa mia madre nel 2015, ebbi -per così dire- la fortuna che la sua sofferenza di quattro mesi e mezzo mi preparò ampiamente a quello che fu l’epilogo della sua esistenza, sebbene il passare del tempo non sia riuscito in alcun modo, ancora oggi, a lenirne la mancanza. E anche allora provai, a distanza di sei anni, a creare un parallelo tra le riflessioni di Gaetano e il mio reale stato d’animo, valutandone affinità, differenze, condivisioni e punti di vista.
Oggi, però, sono io a dettare il tempo di una nuova, triste e scomodissima condizione: quella dell’orfano al 100%. Ogni punto di saldatura della bara di mio padre, ogni messaggio di cordoglio ricevuto in via telematica o di persona, ogni mattone della sua tumulazione nella cappella di famiglia, hanno progressivamente consolidato questo mio nuovo ruolo, chiudendo definitivamente un’epoca preziosa e privandomi per sempre di quel porto sicuro a cui, in modo diverso secondo quale fosse l’interlocutore di turno tra i Due, ho fatto ricorso durante questa o quella piccola o grande tempesta della vita.
Il rispetto e l’affetto nutriti in cinquantasei anni nei confronti dei miei genitori e, negli ultimi otto anni, rivolti “in esclusiva” a mio padre, adesso cercano casa! E’ facile pensare al fatto che debbano intensificarsi a favore dei figli, così come il simpatico appellativo di “patriarca” che ho conferito al mio zio materno nonché padrino di battesimo Agostino rappresenta nei fatti un meritato passaggio di testimone nella gerarchia di famiglia. Ma cari amici Lettori, credetemi (almeno Voi che ancora siete fortunati a non sapere cosa si prova): è dura sul serio!
Luigi Telese: Ti sono vicino e Ti abbraccio !!
Grazie, Luigi!