Lo strappo del coltello segna ancora e lo farà per sempre il torso di Davide Castaldi. I buchi del coltello nel fianco gli ricorderanno, per sempre, la violenza inaudita che gli si era scagliata contro. Ma Davide Castaldi si ricorderà anche che il suo aggressore, il cugino Noè Fioretti, ha concordato la sua pena a soli 4 anni.
Questo è l’esito della “non” udienza della Corte di Appello che ha rivisto al ribasso la pena inflitta al Fioretti dal tribunale di primo grado ad anni cinque e mesi 4 quattro di reclusione oltre la provvisionale di euro 50 mila.
Fioretti era accusato di tentato omicidio «Perché, sferrando più fendenti con un coltello con lama di cm. 10×2 in parti del corpo sede di organi vitali all’indirizzo del cugino, procurava al predetto “ferita da punta e taglio alla base dell’emicostato sinistro con fuoriuscita delle anse intestinali”, ferite che richiedevano un intervento chirurgico di urgenza di “laparotomia esplorativa e di drenaggio toracico sinistro” presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, ove la parte offesa veniva ricoverata in prognosi riservata.
Alla luce della decisione che vede d’accordo la difesa, la Procura e la Corte, ovviamente, il pensiero non può andare alle fasi iniziali di questo processo. Col senno di poi, tuttavia, se l’accusa avesse contestato l’aggravante dei futili motivi e l’utilizzo dell’ arma per la quale a settembre Fioretti è chiamato a rispondere davanti al tribunale di Ischia, beh, il calcolo della pena avrebbe avuto una base ben diversa.
L’avvocato Vincenzo Aperto, che difende la parte civile, non ha dubbi al riguardo: “L’epilogo di questo processo lascia un senso di delusione. Le ferite subite dal mio cliente, le vessazioni che sono continuate da parte del Fioretti anche durante gli arresti domiciliari e che sono oggetto di un ulteriore contenzioso, rappresentano la cifra di come, certe volte, le esigenze di giustizia da un lato e quelle della difesa dall’altra non coincidono. Continueremo la nostra strada in ambito civile per tutti gli altri aspetti di questa triste vicenda che, purtroppo, vede il mio cliente due volte vittima.”