Mi sono improvvisato tour operator, in questi ultimi giorni, per organizzare un itinerario completo ad alcuni carissimi amici americani che saranno in Italia dal 27 luglio al 7 agosto per un viaggio di famiglia che culminerà negli ultimi tre giorni a Ischia.
Per loro espresso desiderio e con il giro di conoscenze che cerco di tenere sempre vivo, ho fatto in modo di includere un tour della Toscana attraverso il Chianti, partendo da Firenze e toccando Siena, Monteriggioni, San Gimignano, Montepulciano e Montalcino, prima di farli ripassare per Roma, poi Sorrento e finalmente Ischia.
Ecco, quindi, l’occasione di rispolverare una serie di ricordi intensissimi che legano la mia adolescenza alla costante frequentazione di quelle splendide zone insieme alla mia famiglia, che operando per parte di madre nel settore dei mobili, ne ha fatto per anni una sorta di quartier generale, prima che una vera e propria seconda casa. La Toscana possiede un patrimonio artistico-culturale-naturalistico che la rende meta privilegiata di milioni di turisti da ogni parte del mondo, oltre ad essere diventata la patria adottiva di importanti v.i.p. di diversa estrazione.
“Open to meraviglia”, slogan coniato dall’agenzia Testa per il Ministero del Turismo, rappresenta alla grande la sintesi di quanto l’Italia intera sappia offrire a chiunque, visitandola, se ne innamora perdutamente. E se in tutto il mondo c’è sempre più voglia di Italia, diciamo che servirebbero anche sempre più Italiani pronti a difenderla, proteggerla ed esaltarla nei suoi aspetti migliori, cercando al tempo stesso di sottacerne e migliorarne le carenze che le appartengono. Questo, a cominciare dal fatto che proprio noi Italiani, prima di andare a zonzo ovunque all’estero, avremmo il dovere di girare la nostra splendida nazione in lungo e in largo; perché non basterebbe una vita, con tutta probabilità, a visitare così come meritano tutte le sue venti regioni e scoprirne le incredibili unicità che compongono quell’inestimabile patrimonio riassunto con la definizione di “Made in Italy”.
Sì, perché proprio come ciò che produciamo orgogliosamente in Italia, anche il creato di casa nostra è un prodotto “fatto qui” da cotanto Autore!