domenica, Febbraio 2, 2025

Papa Francesco impartisce la Benedizione Apostolica a Don Camillo D’Ambra

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Il commosso saluto nella messa per i 75 anni di sacerdozio. «Cerchiamo sempre di obbedire a Dio e compiere il nostro dovere. Io mi sono sforzato di fare questo, di obbedire alla voce della coscienza, di fare il mio dovere per quanto mi è riuscito»

Nella messa per il 75mo anniversario di sacerdozio nella Parrocchia dell’Assunta don Camillo D’Ambra ha rivolto questo saluto commosso ai presenti, non prima, però, di ascoltare le parole che gli sono state inviate direttamente dal vaticano.

Infatti, durante la messa celebrata insieme con l’Amministratore Apostolico della Diocesi di Ischia, Mons. Gennaro Pascarella e l’Arcivescovo Piero Marini, è stata letta la bolla firmata dal Segretario di Stato di Sua Santità, il Card. Pietro Parolin che recita: “Sua Santità Papa Francesco rivolge fervidi voti augurali al Reverendo Mons. Camillo D’Ambra che, con viva gratitudine al Signore, ricorda il 75.mo anniversario di Ordinazione Sacerdotale nella Cattedrale di S. Maria Assunta, Ischia (Na) e si unisce spiritualmente al suo rendimento di lode per il fecondo ministero compiuto con profondo zelo pastorale. Il Sommo Pontefice, mentre assicura la preghiera, affinché il Signore lo ricolmi di copiose grazie e consolazioni celesti per una sempre più piena conformazione a Cristo Sacerdote, invoca su di lui la materna protezione della Beata Vergine Maria e gli imparte la Benedizione Apostolica, che volentieri estende ai familiari, alle persone care e quanti si uniranno alla letizia di questo giorno. Dal Vaticano, 1948 18 luglio 2023″

Don Camillo, poi, ha preso la parola: «Cari fratelli e sorelle, abbiamo ripetuto nel Salmo Responsoriale di questa messa l’invocazione a Gesù di non nascondere mai a noi il suo volto. Oggi voglio ringraziare Lui, Gesù, per avermi fatto conoscere fin da bambino il suo volto e di non averlo mai nascosto in tutti questi lunghi anni che ha voluto donarmi nel mio ministero sacerdotale. A Lui un grande ringraziamento, perché è l’unico sacerdote da cui noi traiamo questo nome e di cui siamo indegni: siamo dei ministri, cioè dei servi della Chiesa e dobbiamo non fare altro che sforzarci di guardare sempre questo volto, il Volto Santo di Gesù, dal quale dobbiamo trarre l’ispirazione per potere vivere nella vita di tutti i giorni quello che ha voluto sperimentare Lui, figlio di Dio, quando è stato su questa terra. Ha voluto, in tutto e per tutto, sperimentare la nostra umanità, tutto ha preso di noi tranne il peccato. Confidiamo in questa presenza del Volto Santo di Gesù che ci guarda e ci dà coraggio.

Molte volte, nel cammino della vita, il coraggio viene meno perché le difficoltà che si incontrano sono tante. Ce ne sono state difficoltà nella vita di seminario e nella lunga vita sacerdotale, nei diversi ministeri che ho dovuto seguire, ma sempre in questa nostra cara Diocesi di Ischia e in questa Parrocchia dell’Assunta, nella quale sono nato e sono vissuto. Cerchiamo sempre di obbedire a Dio e compiere il nostro dovere. Io mi sono sforzato di fare questo, di obbedire alla voce della coscienza, di fare il mio dovere per quanto mi è riuscito. Non sempre ci sono riuscito, ma con l’aiuto di Dio spero di concludere il mio cammino su questa terra nella pace, nella luce del Signore, il quale non mi ha sedotto, ma mi ha attirato: la parola “sedotto” poco mi piace, attirato sì. Mi sono sentito attirato sin da bambino dal Cuore divino di Gesù e ho cercato di imitare le sue virtù e di fare tutto il possibile. Quando sono stato elevato alla dignità di sacerdote, io non speravo di arrivarci, per gli studi che abbiamo fatto in seminario e per le difficoltà del periodo bellico nel quale l’ho frequentato. La buona volontà, supportata dalla grazia di Dio, non è venuta mai meno e mi ha fatto raggiungere questa meta.

Oggi sono 75 anni dal giorno in cui Monsignor Ernesto de Laurentiis, nostro amatissimo pastore, volle elevarmi alla dignità sacerdotale. Mi ricordo una cosa sola di quella giornata. Ero così frastornato e non capivo niente, vicino a me c’era un sacerdote che mi aiutava nella concelebrazione che allora si faceva insieme con il Vescovo. La pianeta era piegata sulle spalle, attaccata con delle spille per tutto il tempo della per-canone e veniva sciolta quando il Vescovo dava il bacio di pace al nuovo sacerdote. Il coro cantava “non vi chiamo più servi ma amici” e quando si cantò questo versetto, mi sentii abbracciato da Gesù Cristo il quale mi chiamava amico. Essere chiamati amici da Gesù è qualche cosa di veramente esaltante, per cui mi sciolsi in un grande pianto. Scendere la pianeta, come si faceva allora, indica la pienezza della grazia di Dio, che deve riempire anche esteriormente colui che ha detto di sì a Gesù Cristo e gli è andato appresso per tutto il tempo. Devo ringraziare il Signore Gesù Cristo per questa perseveranza in questo cammino, perché una cosa è la vocazione, che è un grande dono, ma altra cosa è la perseveranza nella vocazione, che è un dono ancora più grande. Ringrazio il Papa, il quale mi ha pensato mandandomi la sua benedizione attraverso l’interessamento del Monsignor Piero Marino, l’Arcivescovo qui presente, il quale si è impegnato per farmi questo grande dono. Prego per il Papa, che il Signore gli dia ancora tanti anni di vita e prego per tutta la Chiesa, per il nostro vescovo Gennaro che sta per finire il suo mandato e resterà sempre nel nostro cuore, come mi è rimasto Monsignore de Laurentiis che mi ha conosciuto quando ero bambino e mi ha fatto l’esame della vocazione. Mi disse “Figlioletto, lei ha una bella vocazione, la coltivi”: ho cercato di coltivarla, ascoltando l’esortazione di questo Santo Vescovo che abbiamo avuto per 25 anni come nostro pastore. Dopo di lui e attualmente, c’è Monsignor Pascarella che gli assomiglia tanto».

2 COMMENTS

  1. Qual è il significato e l’importanza della bolla firmata dal Segretario di Stato di Sua Santità, il Card. Pietro Parolin, che è stata letta durante la messa celebrata insieme con l’Amministratore Apostolico della Diocesi di Ischia, Mons. Gennaro Pascarella e l’Arcivescovo Piero Marini? Cosa rappresenta questo evento di cui si parla nella bolla? Chi è Mons. Camillo D’Ambra e qual è il motivo per cui è stato ricordato in questa occasione? Puoi spiegare il significato del 75º anniversario di Ordinazione Sacerdotale e l’importanza di questo evento nella Cattedrale di S. Maria Assunta, Ischia? Quali sono i voti augurali rivolti da Papa Francesco a Mons. Camillo D’Ambra e come viene elogiato il suo ministero pastorale nella bolla?

  2. Se non conosce Don Camillo qualsiasi risposta è vana. Se vuole stuzzicare, casca male anche su questo. Don Camillo è un sacerdote unico, il nostro “archivio storico” e persona con tantissimi meriti che in pochi possono vantare. Il Pilastro (maiuscolo d’obbligo) della Chiesa Isolana.

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