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Il sindaco e la cocaina | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 21 luglio 2023

Stanno circolando molte voci su vicende private che mi sarebbero accadute in questi giorni. Ciò che è successo è una vicenda strettamente personale, che non ha alcuna rilevanza penale ma che non posso e non voglio sottovalutare o minimizzare. Sono inciampato ma voglio rialzarmi e con coraggio ho deciso di intraprendere un percorso che mi permetta di prendermi cura di me. Voglio e devo farlo non solo per me ma anzitutto per i miei familiari, per coloro che condividono l’impegno di governo della città, per le forze politiche che lo sostengono, per rispetto di tutto il Consiglio Comunale e non per ultimo, verso tutti i cittadini di Cecina. A tutti voi chiedo scusa per avervi esposti ad un disagio e ad una sofferenza che avrei voluto evitare. Lo faccio per tutelare la serenità della mia famiglia e per evitare ogni strumentalizzazione politica della mia personale vicenda e per consentire all’Amministrazione di portare a termine progetti ed attività molto importanti per la città.”
Quello che ho appena copiato e incollato è un estratto dal post pubblicato sul suo profilo Facebook da Samuele Lippi, sindaco PD di Cecina, trovato in possesso di una dose di cocaina, poi sequestrata, nel corso di un controllo dei Carabinieri.
Non intendo certo parlare di questa notizia per denigrare un esponente di un partito politico avverso, ci mancherebbe, ma per porre ancora una volta in evidenza l’assurda contraddizione della normativa vigente in materia di detenzione di sostanze stupefacenti. “L’articolo 75 del D.P.R. 309/90 -si legge- vieta l’uso personale di sostanze stupefacenti, stabilendo che, il possesso di stupefacenti di qualsiasi tipo, anche in minime quantità e per uso personale, non è ugualmente consentito dalla legge, essendo punito con sanzioni amministrative” e comporta una serie di inibizioni tra cui quella alla guida, al porto d’armi e molto altro.

Ritorna, quindi, di attualità la necessità di stabilire, una volta e per tutte, fin quando resterà in piedi questo assurdo stato di cose che, entro certi limiti, consente a un privato cittadino di detenere e far uso di sostanze stupefacenti senza troppi problemi, ma soprattutto senza che la giustizia si accerti dove, come e da chi se ne sia approvvigionato, essendone tuttora vietata la vendita.
Naturalmente resto della mia idea: liberalizzazione? No, grazie!

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