domenica, Febbraio 2, 2025

Porto di Lacco Ameno, Perrella scatena la guerra dell’acqua contro Pascale ed EVI

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Per ora è ancora una protesta civile che si racconta con striscioni o manifesti. Per ora, però. La gente di Lacco Ameno è stanca dei capricci dell’amministrazione che, inseguendo consiglieri affamati di vendetta personale, non riesce ad azzeccare una sola operazione.
Il manifesto che è apparso sulle strade di Lacco Ameno, sabato notte, parla chiaro: “ZTL assassina contro i commercianti” (evidente lo spostamento idiota dell’accesso del Varco 3 che sta riducendo alla fame decine di imprese), soldi dei lacchesi buttati per stronzate (Lacco Ameno paga il grafico per ogni locandina, o regala 500 euro ad improvvisati addetti stampa estivi e molto altro ancora) e, la perla, “Stadio chiuso e scomparsa della nostra squadra” sono i punti del manifesto firmato da “Gioventù lacchese”.
A questo, poi, va aggiunta la rabbia dei commercianti che vedono il loro porto vuoto e non servito perché la politica, incapace di affrontare un privato, ha decretato che il porto il Lacco Ameno non deve funzionare alla faccia di tutti quelli che aspettavano due barche per vedere un po’ di economia sul paese.
A tutto questo, poi, si aggiunge tutto quello che non è ancora venuto allo scoperto. Storie tristi che faranno arrabbiare ancora di più i cittadini lacchesi. Ma di questo è bene non spoilerare troppo.

Il problema vero di Lacco Ameno, però, è proprio la cannibalizzazione che si sta vivendo all’interno della maggioranza. Una maggioranza che tra poco, oltre ad un paio di fedelissimi, si troverà senza dirigenti. La cecità amministrativa con cui Pascale si è trovato a fare i conti e che, più presto che mai, lo porterà tra gli scogli della sfiducia, è lampante.
Dellegrottaglie non può firmare con serenità rispetto ad alcuni casi – ormai – giudiziari, D’Andrea è sotto processo per le azioni che hanno visto il comune perdere – ancora una volta – contro Perrella e i dirigenti da Forio non arrivano più per salvare gli abusi del presidente del consiglio comunale.
Nel frattempo, per capire la cifra politica di chi amministra Lacco Ameno, ci si aggiunge anche un altro dettaglio interessante: il verde pubblico del centro presto diventerà ex verde pubblico perché il comune, incapace nella gestione del contenzioso con Perrella, ha deciso di strumentalizzare l’EVI con l’ultimo residuo di conoscenza di Del Deo, quel Pierluca Ghirelli che dovrebbe guidare il comune di Lacco Ameno nella formazione di un’altra partecipata. Non bastano gli esempi del passato e le società fallite o chiuse.

Senza voler entrare nel merito delle singole questioni, è possibile avere un comune che, dopo aver rimediato per un anno batoste, preferisce stare senza porto? O, al massimo, lasciarlo senza acqua? Grazie – raccontano in paese – ad alcune influenze dell’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino e suoi legami di un tempo passato?
Nel frattempo, però, la reazione del sindaco diventa scomposta dopo l’ultima denuncia di Perrella. Il gestore del porto che si trova a gestire il porto, ma senza acqua, ha scritto – ancora una volta – alla Procura della Repubblica di Napoli. Come vi abbiamo già detto, D’Andrea è sotto processo proprio perché Perrella lo aveva denunciato alla Procura e ora si deve fare il processo per turbativa d’asta. Questa volta Perrella ha scritto alla Procura della Repubblica V Sezione – Tutela ambiente e territorio, dott. Filippelli Pierpaolo e ai procuratori aggiunti dott. Barela Raffaele, Grieco Teresa, Mosto Domenico, Pirro Balatto Roberto, Rametta Valentina, Rivellese Ilaria e al dott. Vanacore Giulio. Una interessante lista di giudici che dovranno decidere, solo come agire. La storia e il nuovo fronte di guerra è tutto legato alla doppia morale del comune di Lacco Ameno. Un comune che ha perso la sua rotta e che, purtroppo, continua ad agire secondo una ratio che non ha nulla di terzo e di pubblico. La battaglia contro Perrella è stata persa in tribunale, sul campo e tra i cittadini e ora arrivano anche i contraccolpi. L’ultimo atto che sta agitando i cittadini di Lacco Ameno è l’esposto che è giunto in Procura e ad alcuni altri destinatari. Perrella, grazie alle manovre folli di Pascale, De Siano e altri, si trova ora dalla parte di chi invoca giustizia. Una sorta di Sansone moderno. Una sorta di “Liprone”. Il tutto sotto il cappello della definizione latina: “sed lex dura lex”. Ed è così che Perrella chiede alla Procura della Repubblica e a tutti gli altri destinatari di far applicare la legge che Pascale e maggioranza applicano, tramite l’EVI, solo contro di lui.

L’EVI vuole applicare la legge e chiedere al destinatario se possiede i titoli per ricevere la fornitura idrica? Benissimo, lo facesse verso tuttu. Ops… vuoi vedere che l’EVI ora è costretta a staccare mezzo mondo di forniture?
Perrella, infatti, evidenzia che “EVI S.p.A. (art 2.1) non può differenziare situazioni che, sotto il profilo formale e sostanziale, risultano identiche” e poi chiede che “EVI S.p.A. proceda (essendo a tanto obbligata) al distacco della fornitura idrica (id. est. recesso unilaterale dal contratto) di tutti quei contratti inerenti immobili detenuti senza titolo legittimo”

E poi va nello specifico e solletica anche un tasto caldo per i giudici napoletani: “Alla luce della normativa sopra richiamata emerge, da un lato, che tutti gli immobili attinti da ordinanza di demolizione per i quali risulti accertata l’inottemperanza all’ordine di demolizione (che costituisce titolo per l’immissione in possesso) e da RESA cui si applica, per costante giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione Penale, l’art. 31 comma 9, sono di diritto, e dunque, ex lege acquisiti al patrimonio comunale; di talché gli occupanti non possono più vantare un c.d. legittimo possesso.
Detto meglio: “Parimenti, dunque, per i predetti immobili acquisiti di diritto al patrimonio comunale, sussiste l’obbligo giuridico di EVI SpA di recedere unilateralmente dalla fornitura idrica proprio perché il bene e/o l’immobile è detenuto dal responsabile dell’abuso sine titulo per essere lo stesso appreso alla mano pubblica per effetto del regime traslativo compendiato dall’art. 31 cit.”
La legge è uguale vale per tutti. Ma non all’EVI. All’EVI la legge è uguale solo per alcuni.

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