Quando un amministratore pubblico compie un passo indietro rispetto ad una propria precedente decisione, non va necessariamente biasimato. Piuttosto vanno comprese le motivazioni che lo hanno portato a tal punto, per poi considerare la possibilità di valutarle.
Nel caso più recente di Enzo Ferrandino, sindaco di un’amministrazione comunale che a detta di un suo anziano consigliere sostenitore, “poteva esserci pure ‘u scelluòttolo a fare il sindaco, visto che non c’è opposizione e non si fa mai un gruppo di maggioranza per confrontarsi”, si è preso atto della sua decisione di estendere fino all’una di notte e a tutto il 31 agosto la possibilità dei locali con licenza tipo A e B di effettuare intrattenimento musicale live.
Se questa decisione del sindaco fosse scaturita dall’effettiva presa di coscienza di rivedere i propri precedenti provvedimenti restrittivi “in considerazione della circostanza che nell’attuale fase della stagione turistica in corso, meritino di essere incentivate le attività ricreative e ludiche per il tempo libero, nonché le iniziative economiche di settore rivolte anche e soprattutto al turismo giovanile”, probabilmente sarei stato costretto a lodarlo, rischiando di essere segnalato ingratamente per un TSO.
Purtroppo, però, il primo cittadino d’Ischia ha preferito la strada della chiarezza totale, esponendosi consequenzialmente ad una valutazione diversa. Perché la nuova ordinanza dice chiaramente che l’estensione di tale orario nasce dall’accoglimento dell’istanza presentata dall’Associazione Rive Droite (un sodalizio notoriamente molto filogovernista e vicino al sindaco), che evidentemente sollecitata da alcuni dei suoi stessi iscritti, ha ritenuto proporre con successo “di disciplinare l’orario di cessazione dell’intrattenimento musicale e danzante con espressa deroga alle vigenti ordinanze”.
Ecco, quindi, che è il privato ad aprire la mente al pubblico. E anche su questo non ci sarebbe nulla di negativo da rilevare. Peccato che per Enzo Ferrandino e compagni ci sia privato e privato. Ovverossia, ci sono privati che vanno ascoltati e considerati per salvaguardare la potenziale clientela elettorale e altri che, invece, non vanno tenuti nella benché minima considerazione perché non appartengono al “bottone”.
Ergo, Vi eravate illusi che Enzo Ferrandino avesse riconosciuto pubblicamente un proprio errore? Macché! E come se non bastasse, un’ora sola in più fino a fine agosto resta “acqua can nun leva ‘a sete”. Altro che incentivo!