venerdì, Settembre 20, 2024

Franco Regine: «Sono deluso da quelli che si dicevano amici. Stani Verde è un buon sindaco per Forio»

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L’ex sindaco di Forio parla del risultato elettorale e della nuova Amministrazione. «Certamente sono deluso da molti amici che mi avevano promesso il loro sostegno e poi alla fine sono venuti meno. Ma è più una delusione personale che politica». Il ricorso? «Conoscendo Francesco Del Deo, non vorrei che ci fosse qualche altra cosa che bolle in pentola. Quindi stiamo con gli occhi aperti»

Con Franco Regine abbiamo parlato tante volte prima del voto. Adesso, a distanza di qualche mese e con la serenità propria del tempo trascorso possiamo tornare ad analizzare quello che è stato il responso delle urne.

– Partiamo da un punto: sei un po’ deluso?
«In effetti io mi ero posto tre obiettivi. Innanzitutto di avere un ricambio generazionale e di cambiare la guida politica del mio Paese. E questo l’ho raggiunto, perché ho creduto e continuo a credere nella bontà della scelta di Stani Verde e penso che i risultati che sta avendo già all’inizio mi diano ragione. Il secondo era quello di raggiungere con la mia lista, un po’ più debole di quelle degli altri perché ho incontrato tantissime difficoltà a formarla, almeno un seggio in Consiglio comunale. Il terzo obiettivo era quello della mia elezione e purtroppo non l’ho raggiunto.

Ma di questo all’età di 70 anni, con la mia storia politica, non è che mi rammarico più di tanto. Molte amicizie che io ritenevo sincere effettivamente sono venute meno nel momento del confronto elettorale e di questo ne faccio tesoro, ma con grande serenità di spirito. Anzi, sono molto più contento che sia stato eletto Spataro, che a 80 anni, pensionato, non ha grandi attività e aspirazioni e che almeno si sente realizzato, che non io. Non dovevo fare certamente la carriera da consigliere comunale, quindi non dovevo ritornare a quarant’anni fa. Certamente sono deluso da molti amici che mi avevano promesso il loro sostegno e poi alla fine sono venuti meno. Ma è più una delusione nei confronti dell’amicizia che non nei confronti della politica. In effetti a me le cose vanno bene così. La mia attività professionale non è stata mai quella politica, ma è stata quella del lavoro e continuo a lavorare serenamente. Consegno un confronto quotidiano sulle situazioni che percepisco nel paese e do il mio contributo di esperienza. Come ho detto fin dal primo momento, fino a quando lui lo riterrà opportuno, io sono a sua completa disposizione di esperienza e di bagaglio personale che ho acquisito in tanti anni di politica amministrativa».

«UNO SCHIAFFO ALL’ELETTORATO»

– In tutto questo c’è stata la notizia che ha in qualche modo animato la politica, questo ricorso diretto contro la tua lista, da parte di Domenico Rotolo che andava in suffragio di una richiesta presentata da Francesco Del Deo e negatagli e che Del Deo non ha digerito. Presentando un ricorso al buio. Come l’avete vissuta tu e Spataro?
«Io ricordo sempre il motto “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Francesco deve tutto alle sue strategie. La sconfitta elettorale così chiara e ampia di 4000 voti. Io avevo fatto una previsione sottostimata, quando nell’intervista che facemmo ad aprile dissi che ci sarebbero stati almeno 2-3.000 voti di differenza. Al momento, un mese prima delle elezioni, ho sbagliato in difetto. Siamo arrivati a 4000 voti di differenza, ma tutto ciò lo si deve alle strategie elettorali di Francesco. Alla fine se fanno questo ricorso dopo aver perso per 4000 voti di differenza, la prima cosa è che danno uno schiaffo all’elettorato democratico di Forio, che mai come questa volta ha scelto in maniera così semplice e lapidaria chi voleva come capo dell’amministrazione.

Quindi è un ricorso che va contro il popolo di Forio. Io non l’avrei mai fatto, non li ho mai fatti e non l’avrei mai sostenuto. L’ho letto e la cosa che mi preoccupa è che per fare un ricorso senza consistenza giuridica, in prima battuta se la prende con le manchevolezze “Onda nuova”. Poi alla fine mette in predicato tutte le altre liste. Quindi avremmo sbagliato tutte e otto le presentazioni, laddove ci sono i verbali della Commissione mandamentale che parlano chiaro e che ci hanno ammessi alle elezioni elencando foglio per foglio tutto quello che avevamo presentato. Siamo passati al vaglio della segreteria comunale che ha guardato le carte e ci ha mandato alla mandamentale. Siamo passati al vaglio della mandamentale che ci ha fatto un bel verbale, diciamo così, di consegna documentazione e ha mandato le carte in Prefettura. La Prefettura ha preso per buone tutte le carte e ha presentato le schede elettorali. Dopo le elezioni un presidente di Corte d’Appello e se guardate di nuovo tutte le carte, non penso che 50 persone hanno sbagliato tutto. Allora mi preoccupo perché, conoscendo Francesco Del Deo, non vorrei che ci fosse qualche altra cosa che bolle in pentola, che cova sotto le ceneri. Quindi noi stiamo con gli occhi aperti e faremo una difesa a spada tratta di quello che sarà il nostro operato, ma soprattutto per la nostra credibilità. Se poi dopo tanti anni sbagli ancora le carte della presentazione di una lista…».

– Almeno non ti chiami Antonio Trofa
«Bisognerebbe vedere Antonio all’epoca se si confuse, se sbagliò o quella sera era un pochino disorientato. Ma questa volta non ha sbagliato. Ci siamo dati un supporto: Franco monti, Franco Regine, Antonio Trofa e chi più ne ha più ne metta. Quindi quelle carte quella sera le hanno viste tante persone ed eravamo totalmente tranquilli. Siamo ancora sereni e non ci preoccupa l’incartamento. Ci preoccupa, evidentemente, qualcosa che potrebbe essere qualche manovra extra del buon Francesco. Ma che io ritengo assurda per 4000 voti di differenza, non per cinque voti o per un voto come nel caso del buon Gino Di Meglio. All’epoca successe a Ischia con Brandi. Voglio dire che davanti a 4000 cittadini foriani, che sono oltre il 50% dell’elettorato, se non il 60%, che ha deciso di voltare pagina bisognerebbe sempre essere sereni ed accettare, come faccio io, le sconfitte. La vita è fatta di vittorie e di sconfitte».

I FIGLIOCCI

– Sono passati quasi due mesi, oggi è il 18 luglio mentre stiamo registrando questa intervista, e sono più o meno due mesi da quando Stani Verde è diventato sindaco. Ha già iniziato a segnare un po’ il suo cammino con alcune modifiche e alcuni cambi. Uno in particolare dimostra che uno dei tuoi figliocci è in grande spolvero. Parlo ovviamente di Nicola Monti, che ha già iniziato a fare un po’ più di politica, quella vera con i dirigenti che cambia e qualcosa del genere. Due mesi dopo, come la vedi?
«Attenzione, chiaramente non potevamo pensare di avere una rivoluzione copernicana o di affrontare temi come la strada di Citara o il depuratore e il sito. Anche se si stanno già studiando le soluzioni. Io sono a conoscenza che siamo prossimi anche ad avviare queste soluzioni, ma a parte che io ritengo una battuta quella dei miei figliocci e che a qualcuno voglio più bene, io ho sempre voluto bene a tutti, da Gianni Mattera a Nicola Monti, a Spataro. Tutti quanti sono stati miei collaboratori stretti, hanno potuto apprendere in positivo o in negativo quelle che erano le virtù della vita amministrativa. Certamente Nicola ha una marcia in più e gliel’hanno riconosciuta tutti nel momento in cui lo hanno definito il volpino. Non a caso, perché lui ha fiuto, ha capacità amministrativa, è un uomo abbastanza pratico che guarda alla soluzione dei problemi. Si studia le carte e dovrebbe essere da esempio più che invidiato dagli altri. Mi diceva mio padre che si deve sempre apprendere da chi è meglio di te e non da chi è peggio, per capire, migliorare e crescere. Quindi che lui sia più vivace degli altri era già scritto nelle cose, ha avuto un grande risultato elettorale che io non mi aspettavo e di cui dobbiamo dargli grande merito. Ma come dobbiamo dare grande merito ad Angela Albano, a Salvatore Serpico, a Dino D’Abundo e a tanti altri.

Effettivamente la squadra che sta sorreggendo il sindaco Stani Verde è di quelle che migliori non ci potevano essere adesso. Io mi auguro solo che non inizino, come è successo in tanti anni di amministrazione, i veti incrociati, le invidie e le ripicche. Sono quelle poi le cose che rallentano la vita amministrativa e gli sviluppi positivi del lavoro. La mano del sindaco deve tenere un attimino tutti solidali al progetto, li deve accompagnare per mano a volersi bene. Anzi, io mi auguro che si facciano più delle cene, dei convivi, si stia più insieme, perché così come facevo io, si aiuta a crescere la squadra, perché il sindaco non può essere solo al comando come lo è stato il buon Francesco, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, quindi deve mantenere la squadra come l’ha mantenuta per cinque anni all’opposizione. E questi sono i miei consigli. Stani Verde è capace e cresciuto. Io penso che sia più competente di quando era consigliere con me e vedo già dalle prime iniziative che si muoverà anche sullo scacchiere isolano e napoletano in maniera precisa».

LA MANO DELL’AMMINISTRAZIONE

– In conclusione, non soltanto perché ne abbiamo parlato spesso e sembra che poi magari ci si dimentichi di certe cose, è intervenuto con un cambiamento ed una visione diversa di quello di cui noi abbiamo sempre parlato, del waterfront. Adesso c’è un’organizzazione diversa. Tu come la vedi?
«Sicuramente c’è più ordine nel paese. Si vede che c’è una mano amministrativa, la pulizia è molto più puntuale, il verde viene curato molto di più, come l’illuminazione. C’è un’attenzione di tante persone ai problemi del paese che poi porta alla soluzione dei singoli problemi, a un maggior ordine, a un minore caos e quindi si inizia a vedere la mano dell’Amministrazione. Negli ultimi tempi di Francesco si era persa per un po’ di stanchezza, perché quando l’amministrazione finisce il suo corso non ha più l’entusiasmo iniziale. Ma io vedo che la mano dell’amministrazione nella organizzazione del paese c’è. Ora bisogna migliorare la portualità, la depurazione, la viabilità, la protezione delle coste. Ma queste cose piano piano io penso che riusciremo a farle. Mi sento ancora partecipe del progetto, anche se non ho e non voglio nessuna carica. Non è quello il problema, l’importante è sentirsi all’interno della progettualità e per il momento Stani mi sta tenendo a pieno titolo all’interno della sua squadra e di questo lo ringrazio perché altri sindaci avrebbero pure potuto dire “non è il risultato elettorale che ci aspettavamo”. Invece mi chiama, mi sollecita. Io con piacere faccio questa parte, diciamo del vecchio politico saggio che dà una mano a crescere a questi ragazzi che sono il futuro e rappresentano il futuro del nostro paese».

LA RIVOLUZIONE TARGATA REGINE

– Ultima domanda. Quale è la sensazione di Franco Regine rispetto all’estate e a quello che si vive o quello che si sente? Io penso che questo sia ancora uno studio in cui ci si viene a confessare, una volta a visitare, una volta a chiedere aiuto…
«E sì, questo è stato sempre un buon refugium peccatorum. E lo sarà sempre, perché la gente abituata a venire da me a chiedere consigli e quindi io, come ho sempre fatto, sono a loro disposizione, visto che io amo visceralmente il mio paese. Ma voglio dire che il paese è talmente bello ed è talmente cresciuto negli ultimi anni, anche grazie alla rivoluzione che io feci dieci anni fa, anzi vent’anni fa: tutto il restauro dei centri storici, il nuovo porto turistico. Abbiamo iniziato a dare una differente mobilità e movida a questo paese, un’apertura alla musica, ai giovani. Tant’è vero che stiamo crescendo nell’isola in maniera esponenziale. E oggi si colgono i frutti di queste attività imprenditoriali che sono state sempre favorite e che stanno determinando un passo in più di Forio rispetto agli altri comuni dell’isola. Quindi bisogna andare avanti su questa strada, aprire ai giovani anche con altre iniziative, mantenendo una balneazione soddisfacente. Quindi il depuratore? Io lo metterei al primo punto delle problematiche da risolvere nel nostro paese».

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