Il rinvio della Festa di Sant’Anna da oggi a venerdì mi ha riportato indietro nel tempo, allorquando nel periodo da Assessore al ramo del Comune di Ischia, vivevo con Geppino Cuomo, Lello Postiglione e gli amici del comitato organizzatore il pathos legato alle condizioni meteo. Una condizione, questa, che non riguardava soltanto il giorno 26, ma talvolta principalmente quelli precedenti. Intendo dire, cioè, che la festa non poteva essere rinviata solo a causa di meteo avverso nel giorno 26, ma anche allorquando le stesse condizioni, verificatesi anche un solo giorno prima, avessero danneggiato irreparabilmente alcune tra le barche già pronte al punto da non renderle utilizzabili per la sfilata.
Memorabile fu la scena dell’edizione 2004 quando, ricorrendo il centocinquantesimo anniversario dell’apertura del porto borbonico d’Ischia, la costruzione della relativa barca fu affidata ai Fratelli Cinquini di Viareggio. Con esperti di par loro, la barca era già pronta con due giorni di anticipo, ma sopraggiunse la classica tempesta di luglio e, tra i danni arrecati alle barche già sostanti nei pressi del Castello, colpì anche quella del centocinquantenario. Di lì a pochi minuti, constatato l’accaduto, Umberto Cinquini venne nell’ufficio di Via Seminario dove già la preoccupazione era palpabile pur non sapendo ancora dei danni alle barche; ma la sua espressione condita dal suo marcato accento toscano della Versilia riuscì a sdrammatizzare il tutto in una fragorosa risata collettiva: “Ragazzi, se n’è volato il casino!”, esclamò, facendo riferimento al fatto che il vento avesse divelto la fedele riproduzione della casina reale di Ferdinando II di Borbone sita in cima a quello che noi amiamo tuttora chiamare “Palazzo Reale”.
Il clima era quello di un ambiente tra amici veri che nutrivano una forte passione in comune per l’evento più importante dell’anno sulla nostra Isola. Una passione contagiosa, a dire il vero, se persone come gli stessi fratelli Cinquini, il fuochista Ugo Lieto, il sindaco di Procida Luigi Muro, i sindaci di Capri (Ciro Lembo) e Anacapri (Mario Staiano) ne diventarono rapidamente parte integrante sin dal primo invito e in barba a quella che poteva essere una presunta rivalità tra le isole del Golfo. Dopo quell’epoca, culminata nel 2006 con l’ambito riconoscimento della Lotteria Nazionale, lo scadimento della manifestazione e dei rapporti umani e istituzionali ad essa legati è rimasto progressivamente sotto gli occhi di tutti.
Quest’anno? Staremo a vedere, ma senza troppe speranze.