martedì, Novembre 26, 2024

Ischia Baskin, quando l’amore diventa poesia

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SANDRA MALATESTA | Prendo a prestito il titolo di questa canzone di tanti anni fa molto dolce e che ci faceva sognare durante quelle belle feste che si facevano in casa per quello che scriverò. Sono stata coinvolta anche stando a casa dall’entusiasmo di tutti quelli che hanno preparato la barca per la festa di Sant’Anna dal titolo “TU METTICI IL CUORE SEMPRE” Iniziativa partita da cestistica Ischia e Ischia baskin e che ha visto subito l’adesione di tanti e tanti che per serate e pomeriggio hanno colorato con quelle magliette blu la spiaggia dei Pescatori, dove da sempre si sono costruite le prime barche per questa nostra festa ormai famosa ovunque. Quando ha cominciato a sfilare c’è stata subito la dedica a Lello Pilato da sempre punto di forza della cestistica Ischia e a Lina Balestrieri, donna materna e piena di tanta voglia di aiutare chi era in difficoltà. Questi sono gli unici nomi che farò piena di commozione per due persone che ci hanno lasciati troppo presto.

E mentre la barca sfilava ricevevo a casa tramite WhatsApp tante foto dei vari passaggi. Ho visto ritagliare figure, ho visto inchiodare pezzi di legno, ho visto dipingere quelle stesse figure, ho visto tanti ragazzi di ogni età, tanti genitori, tanti fratelli e amici di tutti i partecipanti di Ischia baskin, essere presenti sotto a quel sole caldo che ha caratterizzato i giorni di questa estate strana. Quel blu che predomina, quelle scritte in giallo che vogliono farci pensare e riflettere, quel pallone che è un simbolo di tecnica, di forza, di voglia di stare insieme con la mani che si aprono e la voglia di vincere centrando un canestro che in questo caso è forse la cosa più bella che esiste, cioè fare punti pieni d’amore. Le mani rivolte verso l’alto, figure di ragazzi che si tendono a passare la palla, le ali di una farfalla che si è liberata dalla capsula che l’avvolge nei primi stadi della sua vita, per cominciare a volare piena di fantastici colori, una sedia a rotelle che sembra un trampolino a molle dal quale si lancerà qualcuno che sa di poter contare su quello che ha e non su quello che forse ha perso vivendo, una barca fatta come si sono sempre fatte le barche per la festa di Sant’Anna cioè con tanto tanto lavoro, soprattutto manuale, con tanta creatività, con pochi soldi e tanto sudore. Una barca che è una lezione di vita e che incarna anche il sogno di tanti portato da tutti quelli che hanno sentito il loro cuore sfiorato dalla voglia di esserci.

Diciamo pure una barca costruita con poco potere e tanta gioia. Non vado alla festa di Sant’Anna da anni e guardo per televisione spesso la sfilata delle barche che però negli ultimi anni hanno seguito il corso di questa vita che ci spinge più verso la tecnologia che verso il lavoro semplice e fatto di squadra. Capisco che costruire una barca raccontando una storia ma farlo avendo tanti mezzi a disposizione magari assemblando dei pezzi già preparati o chiamando persone esperte sia anche una cosa bella, e tutte le barche andrebbero premiate, ma quest’anno io sono molto felice di aver visto un grande esempio di inclusione in quei colori, su quella spiaggia, e in quelle serate dopo tanto lavoro passate a mangiare qualcosa di buono, anche questo preparato in modo semplice da chi ha partecipato. In Ischia baskin ci sono anche tre miei ex alunni un ragazzo e due ragazze e in questo articolo che sto scrivendo ho deciso di non fare nomi sia perché sono talmente tanti i partecipanti e sia perché sto parlando di inclusione e per me questa parola da sempre significa essere tutti insieme qualcosa di unico e speciale dove i singoli vengono meno per essere una sola cosa. Quando l’amore diventa poesia fa in modo che lo stare insieme, partecipare alla gioia, correre, cercare di fare la propria parte, diventino piccoli particolari di una poesia senza fine, la poesia della vita che preferisce la qualità alla quantità, i piccoli particolari e “vivere: invece del “farsi vedere vivere”.

Quando l’amore diventa poesia io l’ho avvertito stasera guardando la barca sfilare sotto forma di attesa nel senso che mi dicevo: “Ancora ancora, non fermatevi” e ho avuto la sensazione di avere tanto e tanto non di cose materiali, ma di sensazioni dolci che spingono ad aprirsi, a notare gli altri, a sorridere spesso, perché chi sceglie l’amore si sente fortunato e vuole dare quasi come per ringraziare la vita di aver dato loro l’amore. Questa opera d’arte galleggiante per me ha gia vinto appena tutti hanno deciso di crearla, e mentre galleggia e va verso chi dovrà giudicarla, non ha ansia, si presenta fiera e umile allo stesso tempo, porta con sé coraggio, fantasia, allegria, sorrisi, lavoro, sudore, senso di libertà. Se fossi stata un giudice mi sarei alzata in piedi per poi inchinarmi commossa e, al momento di votare, non avrei scelto un numero ma un cartello con scritto in grande ” GRAZIE”

Quando l’amore diventa poesia vuol dire che tutto basta un poco di più, che si ride di niente, che ci si abbraccia spesso, che i giorni sono pieni e volano via veloci, lasciando un senso di serenità interiore che regala una strana forza non muscolare, ma interiore e che fa di chi si impegna in prima persona una specie di roccia non spoglia e arida ma piena di quel bel muschio verde brillante e morbido che sa di presepe, di famiglia, di tradizioni, di stare insieme. EVVIVA ISCHIA BASKIN EVVIVA SI SI SI.

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