martedì, Dicembre 24, 2024

STRADE DI SANGUE Enzo Ferrandino: «Senza la consapevolezza di tutti avremo altre tragedie»

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Gaetano Di Meglio | Le strade di Ischia sono ancora scenario di morte. Purtroppo abbiamo dovuto registrare un’altra tragedia, che ha visto protagonista due lavoratori, uno abbastanza noto come Giovan Giuseppe Mazzella, l’altro, un operatore della Italgas, Giuseppe Mamone, cittadino di Casamicciola sia terremotato che alluvionato. Su questo ennesimo evento luttuoso e sulla pericolosità delle nostre strade abbiamo raccolto le considerazioni del primo cittadino di Ischia Enzo Ferrandino.

Sindaco, sembra che quando accadono questi eventi tutti gli sforzi che si fanno diventano superflui. Ci si domanda a che serva aver installato gli autovelox, i dossi se poi, purtroppo in dieci metri, all’improvviso, una mattina, veniamo scossi da una nuova tragedia.
«Questo è un tema triste che purtroppo periodicamente si ripresenta e diventa attuale, quello della sicurezza sulle strade e la presenza di vittime sulle nostre strade. Vittime che appartengono alla nostra comunità. Da uomo delle istituzioni, quando ne vengo a conoscenza mi rattrista perché rilevo che, nonostante un’attenzione rispetto a questa problematica, un po’ di tutte le istituzioni presenti sul territorio in cui si verificano periodicamente episodi tanto gravi, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, non dobbiamo fermarci, ma dobbiamo avere anche la consapevolezza che su questo tema c’è bisogno di una profonda sensibilità da parte di tutte le componenti della nostra comunità.

Dobbiamo avere la percezione di quanto sia pericoloso uscire di casa, utilizzare un veicolo a motore lungo strade che sicuramente, per come sono realizzate, forse non riescono neanche a sopportare un traffico veicolare così impattante. Parliamo di più di 60.000 veicoli in circolazione. Abbiamo cercato di mettere in campo gli autovelox anche se tra tante difficoltà e tante avversità, dei sistemi per moderare la velocità, creando delle zone 30, dei dossi rialzati e degli attraversamenti pedonali. Tra poco collocheremo dei semafori per consentire in sicurezza l’attraversamento della strada. Ma se non c’è una consapevolezza da parte di tutti quanti della nostra comunità che bisogna essere profondamente cauti, non basterà. Non è una parola di circostanza. Quando si invoca la cautela significa che bisogna abbassare la velocità perché riuscendo ad avere condotte responsabili e caute lungo le strade, possiamo abbattere il numero di sinistri, vincere questa sfida, riuscire ad arrivare a “incidenti zero”. Un sogno, una chimera, lungo le strade di Ischia. Mi stringo in qualità di sindaco di riferimento di una comunità al lutto che ha colpito la famiglia Mazzella. Giuseppe era un uomo solare, una persona perbene, la persona che al mattino si alzava per recarsi a lavorare e lo faceva anche con grande impegno e sempre con il sorriso sulle labbra.
Purtroppo questa sciagura non doveva verificarsi. Facciamo gli auguri di pronta guarigione anche all’amico Mamone di Italgas che è stato coinvolto in questo sinistro. Per il futuro cercheremo di impegnarci ancora di più affinché situazioni del genere non vengano a verificarsi».

IL PERICOLO NEI PICCOLI GESTI QUOTIDIANI

Pongo un’altra domanda semplicemente perché questo è un aspetto importante. Ci sono alcune tragedie che colpiscono di più, altre tragedie che colpiscono di meno. Purtroppo sempre ad Ischia, qualche settimana fa c’è stato il decesso di un altro cittadino. Non era di Ischia, era di Casamicciola, non è morto sul colpo, ma è deceduto in ospedale, e mi riferisco al signor Castaldi. Forse la vera battaglia da vincere è quella di tenere alta l’attenzione anche senza la tragedia. Noi purtroppo ne abbiamo vissute tante, abbiamo visto come la società reagisca diversamente, anche purtroppo rispetto a chi è la vittima, anche se ovviamente il discorso non è fare una classifica tra le vittime. Però direi che non dobbiamo solo reagire alle tragedie, bensì deve diventare un modo di vivere.
«Le vittime sono tutte vittime. Gli ultimi incidenti che hai raccontato sono incidenti dove l’essenza è che nella quotidianità, nei piccoli gesti della nostra quotidianità, nella manovra di inversione in pieno centro urbano dove c’è un limite di 30 chilometri all’ora, può verificarsi l’incidente che poi diventa mortale. Anche qui a via delle Ginestre è la stessa cosa, significa che nella quotidianità, in quelli che sono dei gesti abituali che noi poniamo in essere e con i quali abbiamo familiarità, anche in quei momenti dove siamo un attimino meno attenti e più distesi, dobbiamo avere la capacità di essere concentrati e di aver presente quello che si sta compiendo e la pericolosità di quello che si sta compiendo.
Una manovra per strada non è mai una manovra tranquilla, è sempre una manovra che espone colui che la realizza a un pericolo per se stesso. Ma è un pericolo anche per le persone che, ignare, si muovono intorno a lui. Questa è una sensibilità che a mio avviso purtroppo non ci appartiene ancora, perché altrimenti situazioni del genere non andrebbero a verificare. E su questo bisogna creare grande sensibilità e sono d’accordo con te. Bisogna aumentare gli sforzi per parlarne, per far tenere sempre in mente alle persone che c’è questo pericolo dietro l’angolo, che è piccolo ma che può diventare enorme trasformandosi in tragedia».

1 COMMENT

  1. Senza la consapevolezza della mancanza di senso civico che prevale nella comunita’ isolana si vedranno altre tragedie come questa. Guidare sull’isola e’ come guidare in un safari tra GNU, elefanti e zebre

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