Sembra piaggeria. Non lo è. Sembra adulazione. Non lo è. La realtà, questa volta, è diversa da quella a cui siamo abituati. C’è la conseguenzialità degli atti, delle interlocuzioni, degli interventi, dei controlli, della presenza. Capitano gli errori, ci imbattiamo ancora in chi non fa bene il suo lavoro, ma è la natura stessa del percorso. In poco più di un anno, Ischia, sta vivendo la sua fase particolare. La sua fase di messa in sicurezza. Sembrano tanti, piccoli, interventi separati e tuttavia, invece, rientrano in una visione di insieme che, quasi quasi, assomiglia ad una road map di un’azienda privata. Nonostante il peso della burocrazia.
Non ne abbiamo parlato ancora abbastanza ma il caso Pio Monte, il suo passaggio a pubblico e il conseguente affidamento alle Università per il suo domani sembra cosa fatta. E, senza lasciarci a seghe mentali pluridecennali di chiacchierologia locale, aspettiamo di vedere i prossimi step.
Era così poco importante per gli uomini di Casamicciola che il progetto per il water front era buttato in un cassetto del Capricho. C’è voluto un commissario prefettizio napoletano e uno straordinario nato a Roccamontepiano, in provincia di Chieti per farlo diventare una cosa reale.
Eravamo impreparati e, forse, inadeguati. Probabile. Ma soprattutto siamo stati (e usiamo il “noi” per evitare di scadere in giudizi) inadatti alla sfida che avevamo davanti. Abbiamo offeso la memoria di troppi morti e l’intelligenza di troppi vivi.
Non starò qui a fare i conti dei giorni e tuttavia non possiamo non contare, in questa estate che non dimenticheremo (nel bene e nel male che sia), che abbiamo messo in fila anche la questione delocalizzazione. Anche quella volontaria che significa dire ai cittadini di Casamicicola sia “sei libero i non aver più paura”, sia “continua a vivere nel tuo posto del cuore, dove hai le radici, dove sei nato”.
Questa è proprio un’estate che non dimenticheremo.