All’avvocato Luciano Venia e all’associazione forense dell’Isola d’Ischia non sono piaciute le parole del costituzionalista Sabino Cassese. L’editorialista del Corriere della Sera, infatti, parlando si tagli possibili da suggerire al governo fa tre esempi e, quello che ci riguarda da vicino, è relativo ai piccoli tribunali.
“Faccio tre esempi. Il primo – scrive Cassese – riguarda i «tribunalini». Più governi, da trent’anni, hanno cercato di modificare la geografia giudiziaria chiudendo i piccoli tribunali, che sono il frutto di un’antica e superata distribuzione della popolazione, oppure il prodotto di interessi locali. Questi tribunali costano perché hanno poco lavoro ed è quindi utile concentrare le attività giudiziarie e il personale nelle sedi maggiori. Nell’ultimo intervento, che risale al 2012, è stata disposta la chiusura di 31 tribunali, di 220 sezioni distaccate, di 667 uffici del giudice di pace. Molte di queste chiusure sono state posticipate con gli annuali decreti-legge «mille-proroghe». Ora alcuni consigli regionali sono diventati i difensori di questi uffici inutili e ne impediscono la chiusura, o addirittura chiedono che vengano riaperti. Dietro a questa difesa vi sono per lo più i negozianti delle zone dove sono posti o erano posti i tribunali, che hanno visto diminuire il loro fatturato a seguito della chiusura, o temono che questo possa accadere”.
A queste parole, però, arriva la reazione dell’associazione locale guidata dall’avvocato Alberto Morelli. La posizione di contrasto alle parole del Costituzionalista, però, sono quelle dell’avvocato Luciano Venia: “L’Associazione Forense Isola di Ischia letto con sconcerto l’editoriale sul Corriere della Sera del Prof. Sabino Cassese che ritiene di fatto uno spreco per lo Stato e una possibile riduzione di spese chiamata risparmio con la chiusura dei tribunali che a suo dire sarebbero difesi solo dai commercianti delle zone; pur riconoscendo l’autorevolezza dell’estensore dell’articolo e nel timore che sia una voce scientificamente attivata per rafforzare la sciagurata intangibilità della riforma della geografia giudiziaria; nel riaffermare che l’accesso alla Giustizia non è un costo ma un diritto essenziale ma un dovere dello Stato in quanto è il prodotto di 5000 anni di pensiero e di lotte; che le questioni del carico dei giudizi, della complessità del sistema Ischia, del disagio geografico, dei diritti fondamentali affermati con la volontaria giurisdizione siano del tutto cancellati da una sorprendente superficialità di valutazione stigmatizza la posizione di Cassese e di quanti la sostengono in varie forme, con altre parole, in modo palese o riservato chiede al Parlamento, alla Regione e alle Autonomie Locali di scendere in campo a difesa della vita e della autonomia dei piccoli tribunali a partire da quello delle isole. Chiama a raccolta la società civile per sostenere queste ragioni di buon senso e consentire il rafforzamento e la definitiva stabilizzazione del tribunale di Ischia”.
Sul tema, tuttavia, risuonano ancora le parole dell’avvocato Maria Grazia Di Scala, coordinatrice isolana di Fratelli d’Italia che, proprio nel merito, ci aveva dichiarato: “È importante per questo la vicinanza del governo: in relazione al Tribunale, anche il 31 dicembre si avvicina e il governo dovrà essere al nostro fianco e mantenere gli impegni assunti con il Sottosegretario Del Mastro che ci ha promesso e garantito la stabilizzazione del Tribunale. Torneremo all’attacco con lui non appena finito questo scorcio d’estate e spero anche di vederlo prima per qualche giorno di vacanza che si concederà sull’Isola per sollecitargli la risoluzione di questo problema”.