Ci sono nomi che segnano i luoghi. E ci sono nomi che segnano la storia. Tre lettere: IDA. Il nome che segna la storia della Spiaggia dei Maronti e la storia di un posto di una bellezza selvaggia e irresistibile. E di un fascino che non ha paura degli anni che passano. Oggi, i Maronti e Barano sono più poveri. Barano d’Ischia saluta una donna che ha costruito, con tanti altri, il destino di un intero paese.
Ida Iacono, “Ida dei Maronti” si è “ricongiunta al suo amato Angelo”, come scrivono i familiari sul manifesto che ne annuncia la morte. Una morte che ha colpito i figli Letizia, Pina, Giovanni, Stefano, Gabriella, Aldo e Nadia e tutta la grande famiglia del “Ristorante Ida”,
Ma per capire chi è stata Ida, ci piace pubblicare le parole scritte dall’abile penna di Ciro Cenatiempo: “In principio fu la baronessa Gumbetz, che era un chirurgo plastico, e diceva che aveva mangiato pesci ovunque, ma il sapore di quelli dei Maronti non aveva uguali. Poi, sbarcarono Raf Vallone e Franz Beckenbauer con la nazionale tedesca di calcio, e Vinicio ‘o lione; e, ancora, volti noti, fino ai tempi recenti di Piero Pelù, Irene Grandi e molti altri. Tutti intorno alla tavola di «Ida», lo stabilimento balneare e ristorante che ha fatto la storia della spiaggia dei Maronti, la più estesa dell’isola d’Ischia. Luogo dell’anima e dei sapori. Un buen retiro per gourmet che oggi compie 50 anni. Quando aprì, per un colpo di genio di Angelo Pesce e sua moglie Ida Iacono, cuoca eccelsa che avrebbe dato il suo nome al luogo dorato dal sole di mezzogiorno, la strada per il litorale non c’era. Solo un tracciato: si scendeva in Lambretta. Dettero vita ad una sorta di bouvette. Michele il gassosaro portava le bibite. Poi qualche cliente che veniva dal mare, con la barca, chiedeva: «Fateci mangiare qualcosa…». Un giorno un turista di Bologna disse, rivolgendosi a Ida: «Vuole o non vuole, mi deve dare un piatto di zuppa di fagioli». Non c’era l’acqua, bisognava andarla a prendere. E c’era il fornello a pibigas. Da quei giorni eroici, la seconda generazione si è fatta strada, con i figli e i nipoti di Angelo e Ida. Giovanni cura le relazioni con i vacanzieri; il figlio Angelo ne segue le orme in sala; Aldo, sta sul fronte marinaro con lettini e ombrelloni. In cucina c’è Pina, dalle virtù sapienti di cuciniera e depositaria di antiche ricette, segreti piccoli e definitivi per le alici marinate, il calamaro imbottito, il coniglio all’ischitana. Non è un caso che Paola e Gianni Mura, per un paio di periodi durante l’anno, abbiano eletto «Ida» come approdo gastronomico privilegiato. Sulle loro orme, un comitato di promotori globetrotter: avvocati, giornalisti, tycoon, amici d’oltralpe. Perché Maronti e «Ida» sono un po’ l’ombelico del mondo.” Un piccolo affresco che restituisce tutta la bellezza di una storia famiglia che non si ferma. Di una eredità di qualità e di sacrificio che prosegue.
L’abbraccio, forte, della direzione e della redazione del Dispari va a tutta la grande famiglia Iacono-Pesce.