Gaetano Di Meglio | Enzo Ferrandino esce con le ossa rotte dalla questione degli impianti sportivi del comune di Ischia. Perde soprattutto perché ha scelto di non qualificare l’azione politica della sua amministrazione in questo settore. Un settore che produce economie per i privati, costi per l’ente e alimenta una grande matassa di luoghi comuni.
La soluzione del sindaco di accontentare tutti, di dare a tutti un po’ e di non mettere mano ad un grande problema – anche sociale – in questo caso fallisce perché il riferimento non è il singolo cittadino bensì piccole comunità della comunità.
Il fare spallucce, tenere l’asticella bassa e dare conto ai consiglieri “utili idioti” o solo a quelli che non gli creano problemi (anzi, quelli che magari gli consentono di mazzolare i consiglieri o gli assessori che non lo seguono) caratterizza il fallimento di questo secondo mandato del sindaco.
Se è vero come è vero che in altri settori della pubblica amministrazione la gestione “one to one” può essere la migliore da alimentare, in questo settore non lo è.
Perché si mortifica chi lavora bene, si azzera il merito e si consente la gestione del consenso a chi – è evidente – va avanti solo grazie alla prevaricazione del diritto forti della ignoranza nel garantire un ruolo terzo della pubblica amministrazione.
Il calcio porta al tifo e la semplificazione di tutti gli argomenti, così come avviene su ogni altro aspetto, riduce tutto a discorsi da bar. Io resto amico di Gigi Mollo, non ho alcun problema con Gianni Di Meglio e con Thomas Dinolfo e con nessun altro che ha a che fare con il Campo Rispoli. La questione “Rispoli” è una questione politica e la gestione amministrativa del Comune di Ischia è colpevole di tutto quello che capiterà nei prossimi giorni.
E, se non fosse ancora chiaro, il dato che mi preme evidenziare è questo: la gestione del comune di Ischia e la scelta del sindaco – al suo secondo mandato – di non voler qualificare la sua macchina anche in questo settore così come ha fatto, invece, per altri settori. E penso alle scelte basate sulla “qualità” assunte con Paola Mazzella, Lia Baldino e anche Francesco Iacono (anche se c’è ancora un po’ sospensione nel giudizio).
Il passato (anche recente) ha dimostrato due cose: l’incapacità comunale di assicurare una gestione terza dell’impianto e la cecità amministrativa di non voler mettere mano ad un obbrobrio: il regolamento di gestione. Uno strumento amministrativo scritto per non garantire il diritto e figlio di una delle tante pessime gestioni del comune di Ischia.
Proprio il recente passato, infatti, per la prima volta, ha spinto una società a ricorrere al TAR affinché le venisse riconosciuto un diritto che, nel coacervo di testi strampalati, non le sarebbe dovuto essere riconosciuto. La politica e le pressioni dei consiglieri comunali, poi, hanno spinto alla rinuncia dell’azione giudiziaria di questa società.
Da questa circostanza nasce la sconfitta di Enzo che, dalla cronaca di ieri, manco a farlo apposta, riecheggia ancora più forte. Perché Enzo non ha gestito la questione Rispoli come ha gestito la questione Distributori Automatici? Perché non ha affidato a dirigenti (evidentemente più capaci) la patata bollente?
Perché non abbiamo un regolamento chiaro, leggibile in tutte le sue parti e ispirato a criteri di valutazione che tolgano potere al consigliere comunale di turno? Perché Enzo non ha scelto per il Rispoli quello che ha scelto per i distributori automatici? O per il turismo e per la programmazione turistica?
Ad oggi, grazie alla qualità bassissima dei componenti della maggioranza di Ischia, che tu abbia 120 iscritti o ne abbia 100, non importa, hai lo stesso valore di chi ne ha 40. Che tu faccia campionati isolani, provinciali o regionali non importa. Vali quanto (o meno) di quell’altro che può contare sulla raccomandazione del consigliere di turno.
Il populismo dilagante, gli interessi privati, la convinzione del singolo di essere “meglio” si infrange sul merito, sulla qualità e sui risultati. Non mi importa chi e come ha avuto più spazio al Rispoli rispetto agli altri e rispetto all’anno scorso, non mi importa se Peppe Manzi (e tutta la sua combriccola) non stiano più al Rispoli: mi importa che la “mia” amministrazione non abbia creato nessun circolo virtuoso chiaro, libero e accessibile affinché una struttura del genere possa diventare un luogo di merito e di capacità.
Enzo Ferrandino, il sindaco di Ischia al suo secondo mandato, per ora, ha perso. Ma c’è sempre tempo per rimontare e vincere. Intelligenti pauca.