Mentre Francesco Del Deo ha iniziato in countdown in attesa che gli arrivi qualche richiesta di danno erariale per la sua gestione del comune di Forio negli anni passati, soprattutto alla luce di quello che ha evidenziato la dottoressa Febbraro dopo l’ispezione effettuata per conto del MEF nel mese di febbraio 2022, Stani Verde ha realizzato un altro passo avanti nella sua mission impossibile di cambiare la gestione del comune di Forio.
Una missione resa più comoda da diversi fattori. Dalla “luna di miele” che sta vivendo con il suo elettorato alla formazione del nuovo consiglio comunale, Stani Verde sta riuscendo a mettere in fila quei piccoli passi che sono destinati a segnare il suo percorso politico quale primo cittadino del comune di Forio.
Il cambio al vertice con Luca De Girolamo e Marco Raia e quello di queste ore con Francesco Schiano ed Enzo Rando sono la cifra narrativa di un agire secondo una linea ben tracciata. Una linea che non guarda al momento ma che, invece, riesce ad avere un cuneo di luce prolungato nel tempo.
La detronizzazione di Donato Di Palo dal porto e la successiva sfida portuale affidata all’accoppiata Monti-Castellaccio sono stati i primi segnali, chiari, di come la politica foriana si stesse atteggiando nell’affrontare le sue problematiche più evidenti e i “campi” – per usare un termine che potrebbe piacere di più al sindaco ex calciatore – sui quali conquistare qualche altro risultato utile per il paese.
In queste ore, tuttavia, il gol che Stani Verde ha segnato è quello di aver spento le velleità di uno strano ritorno al passato. O meglio, di un perverso gioco gattopardesco (per fare onore al buon Luchino) che in chiave più moderna potrebbe essere raccontato come fatto in Gomorra al ritorno di Don Savarese. Una specie di “mo ci ripigliamm tutt chell che o nuostr” dopo l’esilio forzato di qualcuno avvenuto con l’avvento di Mario Savio e Francesco Del Deo (e un in maniera più “piccolina” di Michele Regine) al comune di Forio.
Spegnere la “fronda del regalino” è stata un’operazione che deve essere letta con intelligenza.
Il nuovo consiglio comunale di Forio, come tutti sappiamo, oltre alla presenza di Vito Iacono e di un’impalpabile altre parte della minoranza, è composto sia da alcuni giovani politici alle prime armi, sia da alcuni esponenti di varie epoche della politica di Forio. Una divisione di visione, di metodi e, soprattutto, di prospettiva politica. Una divisione chiara ed evidente che si legge nella storia dei singoli, nei ruoli che hanno ricoperto e nella proposta che i singoli rappresentano.
Questa divisione politica, tuttavia, si rispecchia (e nessuno si prenda collera) anche e soprattutto nella gestione di certi uffici. E i dieci anni di Francesco Del Deo hanno rappresentato un lungo periodo di tempo in cui questa mescolanza poco nobile ha esacerbato certe distorsioni e certi comportamenti.
Comportamenti che col passare del tempo sono diventati evidenti e quotidiani fino al punto di diventare normalizzati nella dinamica politica del comune. Così evidenti e normali che hanno rappresentato per qualcuno la terra promessa da riconquistare. Ma le operazioni di riconquista sono sempre diametralmente opposte a quelle di rinnovamento. E si sa, il rinnovamento è sempre più difficile da realizzare rispetto alla riconquista. Da questa base, per un gran pezzo del recente passato e per il “titolo” di qualche anno fa, veniamo alle dinamiche recenti.
Il cambio tra Enzo Rando e Francesco Schiano, soprattutto, nella gestione della Nettezza Urbana non è piaciuto ad alcuni della vecchia fronda del consiglio comunale. Una fronda che ha messo in campo un tentativo mal riuscito.
Mentre i “passionisti” della maggioranza hanno calato le solite prosopopee argomentative perché arrivati al tavolo del dibattito con le punte spezzate su Via Spinavola, qualche altro, invece, ha provato ad applicare lo stesso schema che si applicava con Franco Regine: incontri serali, telefonate, pressing sui consiglieri giovani e una narrazione basata su concetti come “persona mia” e “persona tua”. Tutto inutile considerata la composizione del consiglio comunale. Qualcuno che vanta qualche consiliatura nel passato, addirittura, ha impacchettato e portato a casa la lezioncina dall’ultimo arrivato. Uno smacco nello smacco.
La difesa ad oltranza su Enzo Rando (che lui stesso aveva solo provato ad accennare in un primo momento per poi capire l’antifona) si è infranta sulla decisione comune di non abbassare l’asticella del compromesso. Lo stesso Nicola Monti (che gode di ampia fiducia e “partecipazione” da parte di Verde) ha ingoiato il no del primo cittadino sulla nomina di Francesca Iacono a dirigente.
La fronda del “regalino” (che a questo punto si può interpretare sia come il retaggio di un grande processo finito in prescrizione sia come vulgata popolare che da sempre si racconta a Forio) ora deve riflettere sul fatto compiuto: la nomina di un dirigente onesto, competente e integerrimo. Come Enzo Rando ma con una motivazione rinnovata, libera e sganciata da quella distorsioni gestionali alimentate da Francesco Del Deo e Mario Savio. Riuscire non sentirsi sconfitti ma sentirsi protagonisti di un’azione di rinnovamento è la vera sfida che va raccolta. Così come va considerato che il cambio al vertice del settore consente una nuova grammatica amministrativa (con tutto quel che si può immaginare) e un nuovo equilibrio da ristabilire con chi incassa molti soldi dalle tasse dei cittadini di Forio.