Dopo aver condannato chi, in morte di Silvio Berlusconi, non ha esitato a continuare a odiarlo pubblicamente e in mille modi tanto sprezzanti quanto deplorevoli e inaccettabili, oggi non posso tirarmi indietro dall’invitare tutti a rispettare la sofferenza di un uomo impotente verso il proprio destino in quella che sembra essere la pagina finale della sua vita.
Sì, avete letto bene: dell’uomo, non dello statista, dell’ex presidente o del protagonista -in bene o in male, secondo i punti di vista- della vita politica del nostro Paese. Il rispetto, in questi casi, è per la vita umana che si spegne, per l’essere umano che sta per essere confermato tale da quella “livella” tanto cara a Totò che, in punto di morte, ci rende tutti assolutamente uguali come non mai.
Giorgio Napolitano non mi è mai stato simpatico e non solo per mera diversità ideologica. La sua partigianeria tipicamente comunista, se giustificabile da parlamentare o da ministro, non poteva e non doveva certo esserlo da Presidente della Repubblica. E non starò certo qui a ricordare modi e momenti in cui, legittimamente, il dubbio dell’opportunità o meno di certe sue decisioni ed esternazioni mi ha assalito impietosamente.
Tuttavia, come ho già avuto modo di ricordare, il bello della libertà di espressione in democrazia sta anche nella capacità di rispettare le opinioni altrui, pur non condividendole. E sebbene la prima carica dello Stato dovrebbe sempre volare alto nella sua assoluta imparzialità di garante delle istituzioni e della stessa Costituzione, questo non rende meno inammissibili certe manifestazioni di intolleranza ad opera dei soliti idioti che, oggi, hanno deciso di scegliere il momento meno opportuno per le loro manifestazioni da hater ad ogni costo.
Infierire contro un novantottenne moribondo solo perché considerato “nemico politico” o qualcosa di simile non rappresenta una mancanza di riguardo istituzionale, lo ripeto, ma semplicemente il modo più volgare di calpestare la dignità di una persona in fin di vita che meriterebbe rispetto innanzitutto in quanto tale. Come chiunque di noi che, gioco forza, un giorno si troverà nelle sue stesse condizioni.
Lasciate quindi che Giorgio Napolitano sia stretto dall’abbraccio finale della sua famiglia e, più d’ogni altro, di quel Creatore che di certo, quel giorno, sarà molto più misericordioso di tanti miserabili di questa terra.
confermo sempre quello che ho sempre asserito-le parole di un mio grande amico-fraterno -cuoco-pittore-poeta–scultore -l indimenticabile Raffaele–le parole riferito a suo fratello -anche lui mio carissimo amico–voi due che state nel mondo dei giusti-anche sulla vita terrena avevate visto giusto-sempre nel cuore