Gaetano Di Meglio | Il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare nel governo Meloni, l’on. Nello Musumeci è tornato ad Ischia quasi dopo un anno rinnovando il senso di vicinanza e di solidarietà del governo verso la nostra isola. “Sono qui per testimoniare la vicinanza del presidente Meloni e del governo alle famiglie delle vittime che abbiamo pianto lo scorso anno in una sequela e progressione fatta di giorni, ore in uno stato d’animo difficile e nessuno più di me – aggiunge con la voce commossa – sa cosa significa perdere un famigliare in giovane età. Mi rendo conto dello stato d’animo e del vuoto che si crea in famiglia e di quanto sia difficile andare avanti quando resta vuota una sedia attorno al tavolo nelle grandi occasioni. Guardare avanti significa andare avanti con ottimismo affinché il sacrificio di chi non c’è più non sia stato vano.
Credo che la mia presenza qui, da cittadino e da uomo di governo, abbia proprio lo scopo di consacrare un patto con tutti voi perché quello che è accaduto non debba più ripetersi. Ho avuto il dovere di raggiungerne Napoli nel vertice operativo nelle ore dopo la tragedia mentre si faceva la conta dei possibili dispersi e ho avuto la possibilità di confrontarmi con la Regione nell’assoluta libertà e come può testimoniare anche il presidente De Luca. Ringrazio la struttura di Legnini e del commissario Calcaterra per come hanno lavorato. Ho conosciuto zone colpite da alluvioni con argini rotti e fiumi esondati e ho scoperto che quello stesso fiume e quello stesso argine era stato già oggetto di ricostruzione per due o tre volte. Questo significa essere irresponsabili. Quando si ricostruisce lo si deve fare bene perché quel luogo non può essere nel futuro un luogo di tragedia” dice il ministro.
“Lavoriamo per ricostruire bene e per evitare che si ripete. Sappiamo che il territorio è fragile e abbiamo la necessità di ricostruire celermente e breve ed è questo che sta facendo la struttura Commissariale e resto disponibile a raccogliere le proposte del presidente De Luca. Non so quante di queste possano essere portate a buon fine, ma le ho annotate. Su gran parte, però, interverremo perché queste proposte possano essere oggetto di analisi e, possibilmente, portate a soluzione.
Lavoriamo per difendere Casamicciola e Ischia da future calamità, da tutte quelle che sono prevedibili e quelle che possono essere mitigate dai loro effetti. Non esiste il rischio zero, ma in alcune cose possono essere ridimensionati gli effetti devastanti. Questo lavoro non dipende più solo dal Comune, dalla Regione o dallo Stato, ma il lavoro di prevenzione riguarda tutti. Nessuno escluso. Dalle prime classi delle primarie, fino agli imprenditori, nessuno può tirarsi indietro. La prevenzione è frutto di una organizzazione corale e di coscienza. Ogni nostro gesto sul territorio può essere determinante in un territorio. Il nostro territorio è bellissimo e fragile. Dobbiamo lavorare non per dire non era mai accaduto e pazienza, è passato, con la serenità del credente o con il fatalismo che ci accompagna. Quello che dobbiamo determinare, lo dobbiamo determinare in piena coscienza per evitare le responsabilità. I nostri territori fragili sono stati devastati da interventi inappropriati. E la natura si prende la rivincita e sa la prende con l’uomo. Anche con chi non ha nessuna responsabilità diretta”.
Sul tema delicato della delocalizzazione, poi, il Ministro aggiunge “presuppone da una parte la volontà pubblica e dall’altra parte la consapevolezza e maturità da parte dei cittadini. Possiamo provarci anche con un progetto sperimentale”.
Il ministro poi allarga il suo discorso: “Il 30 novembre avremo un incontro finanziario e faremo in modo che la ricostruzione non si fermi neanche per un giorno. Il governo Meloni è intervenuto subito e non abbiamo peso un attimo per mettere in modo la macchina come prevede la legge. Al commissario Europeo chiederemo un aiuto sul rischio sismico. In nord Europa studiano il terremoto sui libri, noi sulla vita.
Abbiamo la necessità di chiedere al commissario, non solo il commissario, ma vogliamo il certificato di efficientamento statico. Abbiamo il diritto di chiedere all’Europa una nuova politica antisismica. Stiamo tentando di fare tutto quello che possiamo fare. L’obiettivo è la messa in sicurezza del nostro territorio per ridare fiducia e speranza ai cittadini. Vogliamo che i nostri figli continuassero a vivere su questi territori, fragili e ballerini. Alla gente bisogna parlare con schiettezza e con un linguaggio vero. Meglio creare un allarme senza conseguenze che minimizzare con conseguenza. Sono contento di essere stato qui e vivo uno stato d’animo particolare. Non è una festa. Sto qui con il cuore incerto tra il sorriso e il pianto”.