Expo 2030 si svolgerà a Riad. Le rosee aspettative iniziali per la nostra Capitale sono state letteralmente spazzate via dall’oggettiva superiorità dei sauditi, che hanno schiacciato tutti gli avversari e sovvertito i pronostici che davano Roma favorita con almeno cinquanta voti, mettendo insieme una forza propulsiva del tutto impareggiabile.
A suon di quattrini, la candidatura di Riad ha trovato terreno sempre più fertile, concretizzando una marcia in più in ogni manifestazione ufficiale: dalla consistenza dei buffet a quella dei testimonial, dalle prospettive di sviluppo ai progetti innovativi (la città verde nel deserto collegata con il metrò è risultata una vera e propria unique selling proposition), il comitato italiano si è trovato a dover inutilmente fronteggiare una corazzata dalle armi troppo più potenti e con ben altri colpi -anche a sorpresa- in canna.E’ vero, ci contavamo sul serio su questa attribuzione! Ci contava anche il Governo Meloni, che di certo ne avrebbe fatto un ulteriore cavallo di battaglia per consolidare i propri successi.
Ma oggi, se ci fosse un’analisi utile da compiere, potrebbe essere soltanto quella che invoca un momento di rilancio dopo ogni crisi. E quindi, meglio soccombere in un concorso del genere, anziché su quei temi di interesse nazionale che non solo in Italia, ma anche a livello comunitario e mondiale, stanno caratterizzando con successo l’operato dell’esecutivo di centrodestra.
Tuttavia è fondamentale riflettere sulle reali possibilità della nostra nazione di competere ad armi pari con un colosso economico come gli Emirati Arabi. Se non usciamo definitivamente da quell’alea di presunzione che ci riguarda, convinti come siamo che il Made in Italy possa trionfare sempre, ovunque e comunque, da qui a pochi anni ci ritroveremo poveri e pazzi in un contesto globale che corre alla velocità della luce e che non ha nessuna intenzione di conservare certi storici quanto stereotipati timori reverenziali verso questo paese o quella tradizione secolare.
Per carità, l’Italia innanzitutto: abbiamo il dovere di affermare e consolidare quei valori che ci hanno resi famosi e apprezzati in tutto il mondo. Ma poiché tutto cambia e si evolve fin troppo velocemente, un po’ di aggiornamento al passo coi tempi per il nostro modo di porci e proporci proprio non guasterebbe. Giusto perché, qualora non ce ne fossimo accorti, c’è dell’altro di buono intorno a noi!