lunedì, Novembre 25, 2024

Alla ricerca del sostegno negato.  L’odissea del piccolo Luca nella scuola isolana

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La vicenda, paradossale, di un bimbo di 3 anni che resta senza sostegno tra atti non comunicati, sbagliati e mail senza allegati… E la preside distribuisce “contentini” alla mamma del piccolo

Questa è la storia di un bambino di 3 anni. Un piccolo bimbo con un accertato disturbo dello spettro autistico. Una storia che riguarda una scuola dell’Isola che, per il momento, proviamo a evidenziare soprattutto per tutelare il piccolo Luca (nome di fantasia!). La mamma di Luca, quasi un anno fa, si presenta in segreteria a scuola e chiede quale fosse l’iter per poter iscrivere il piccolo all’asilo e attivare tutti i servizi che gli potessero consentire di frequentare la scuola nonostante il suo disturbo.

La segreteria prende nota dopo l’iscrizione e rinvia la mamma alla fine dell’anno scolastico per provvedere all’inoltro di tutti gli atti anche al Comune di riferimento per consentire l’attivazione delle diverse assistenze di sostegno e materiali per aiutare Luca. La mamma, molto diligentemente si mette in moto, si attiva con tutte le istituzioni e produce tutta la documentazione necessaria sia la prima diagnosi, sia la seconda valutazione redatta dagli specialisti dell’ASL il 12 ottobre. Il 13 ottobre invia tutto alla scuola e comunica anche ai docenti che tutta la documentazione è stata comunicata.

Passano i giorni ma del sostegno per Luca neanche l’ombra. La mamma si reca a scuola, poi al comune, di nuovo a scuola e poi ancora al comune dove le viene detto che da parte della scuola non è stato comunicato nulla! Una notizia che fa rabbia! La mamma torna a scuola, va in segreteria e le dicono comunicano che hanno deciso di non inviare al comune la richiesta per l’assistenza specifica per il piccolo Luca. C’è un po’ di scaricabarile fino a quando la mamma, ormai esausta di questo indegno balletto tra scuola e comune, mette tutto nero su bianco e informa la preside di quanto accaduto.

Nella nota indirizzata alla preside la mamma ripercorre tutte le tappe di questa odissea alla ricerca del sostegno negato ed evidenzia anche alcuni dettagli che fanno ancora più rabbia: “nonostante i ripetuti inviti da parte sei servizi sociali, non aveva mandato ancora nulla ed essendo scaduti i tempi purtroppo mio figlio non poteva più godere del beneficio indispensabile per frequentare dignitosamente la scuola”.

La scuola incassa il colpo e risponde al messaggio con una nota dai toni quasi irrisori. La motivazione del non invio degli atti è, più o meno, collegato a questo principio: “non è stata inoltrata richiesta di assistenza specialistica per suo figlio perché inizialmente la scuola aveva dato indicazioni che specialistica e docente non potevano essere in compresenza”. In poche parole, noi della scuola ce ne disinteressiamo di quello che prescrivono i medici dell’ASL e decidiamo noi quale tipo di sostegno i ragazzi con disabilità devono sostenere! Tutto completamente assurdo! Se a questo ci aggiungiamo anche l’invio delle mail senza gli allegati e con le richieste sbagliate, il quadro è completo.

Il piccolo Luca, nel frattempo, frequenta la sua scuola in modalità ridotta, senza assistenza e con un insegnate di sostengo che, nonostante gli sforzi, forse, non è proprio il massimo che si possa desiderare. La mamma di Luca è sempre più scoraggiata e arrabbiata, ma continua la sua lotta. Giorno dopo giorno.

E questa sua lotta, oggi, è diventata anche la nostra dopo che la mamma ci aveva scritto questa “richiesta di aiuto”: “Salve, sono la mamma di un bimbo autistico di tre anni. Volevo mettere a conoscenza la società dell’operato vergognoso della scuola di mio figlio che sta calpestando i suoi diritti con atti illegali (PEI senza medici Asl, documenti non inoltrati agli enti di competenza per i sostegni, assenza totale di assistenza materiale…). Sono stanca di parlare con la preside che non fa altro che imboccarmi un contentino. Per questo ho pensato a voi! Spero siate interessati a mettere in luce quello che davvero accade ai bambini come mio figlio”. Noi ci siamo.

Cara scuola, questo è il primo avviso! La prossima volta, però, iniziamo a fare nomi e cognomi. Come insegnate voi: scuola avvisata, mezza salvata…

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