Incontriamo l’avvocato Michele Calise nei panni di esperto di arte, e di arte locale in particolare. Uno dei suoi hobby per eccellenza, oltre alla pallacanestro. Un interesse che fa un po’ parte del Dna e della storia di ognuno di noi, ma anche dell’impegno politico che ha assunto.
– Questo 2024 è iniziato con un omaggio ad uno di quegli artisti che sicuramente riempiono il pantheon di quanti amano l’arte. Gino Coppa, in particolare, è l’artista che si celebra alla Colombaia, che collega Forio in maniera forte alle terre lontane e inesplorate dell’Africa. Come mai la scelta di questo omaggio? Raccontaci di più di questa iniziativa a favore di Gino Coppa.
«Il 4 gennaio ricorrerà il novantesimo compleanno del Maestro Luigi Coppa di Forio, meglio conosciuto come Gino. E il Comune ha voluto riconoscere un omaggio a questo grande Maestro e alla sua arte proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto 90 anni. Quest’uomo, straordinario artista, ha reso celebre Forio un po’ in tutto il mondo perché attraverso la sua grandissima opera artistica ha esposto le sue realizzazioni davvero in tutto il mondo. Partendo da quando era un ragazzino appassionato a Forio, ha realizzato i suoi studi all’Istituto d’Arte di Napoli. Da quel momento in poi, dopo aver vinto un premio, la sua carriera è diventata davvero fulgida e da Forio è partito ed ha esposto fino a New York, ricevendo grandissimi riconoscimenti da tantissimi istituti di cultura europea e ha esposto in importanti gallerie e soprattutto in musei.
Dunque dico a ragione che Luigi Coppa è l’artista più famoso, quello che ha avuto maggiore fama, sicuramente anche in vita, dell’isola d’Ischia. Non a caso il Comune di Forio, nel percorso della sua vita, gli ha più volte tributato degli omaggi. Negli ultimi vent’anni ogni sua decade è stata celebrata da un evento pubblico. Non potevamo esimerci anche quest’anno da un riconoscimento.
I VIAGGI IN AFRICA
Io ho avuto la grandissima fortuna di conoscere Luigi Coppa in vita. Era un grandissimo amico di mio padre e di mio zio. Ho trascorso tante ore ad ascoltarlo ed alcune anche ad ammirarlo mentre realizzava le sue opere e posso dirti che è stato un assoluto privilegio poter vivere queste emozioni. Luigi Coppa è stato un artista che, attraverso forme semplici e colori incredibilmente avvolgenti, ha rappresentato tante vite anche distanti dalle nostre. È stato forse uno dei maggiori interpreti del Maghreb, dell’Africa in generale, e quelle opere lo hanno davvero reso celebre ovunque. Perché ha realizzato queste opere che raccontano popoli così distanti dai nostri? Perché lui innanzitutto era un amante della vita e gli piaceva andare a vedere di persona le cose da cui poi traeva l’ispirazione. Tant’è che se si legge la sua biografia, quando intraprendeva dei viaggi, quei viaggi non erano mai per motivi prettamente ricreativi, ma erano sempre chiamati viaggi di lavoro. Uno di questi, in Grecia, è annoverato nella sua biografia come viaggio di lavoro insieme a mio padre Taki. Ma tanti altri, quelli più importanti, li ha fatti in Africa con altri compagni di lavoro e di viaggio. Per giunta, nell’ultima parte della sua vita è entrato in contatto con un giovane francese, un fotografo molto importante, Bernard Lewis, che lo ha ritratto nella foto che abbiamo utilizzato per realizzare questa locandina per la mostra omaggio, l’evento che appunto verrà inaugurata giovedì 4 gennaio alle ore 17 alla Colombaia, alla presenza di tutte le istituzioni di Forio, a cominciare dal sindaco Stani Verde.
Proprio Stani Verde sta dando un fortissimo impulso in questo suo mandato alla riproposizione di un paese molto improntato sulla sua memoria e quindi sulla cultura. E questa mostra omaggio a Gino Coppa, peraltro, segna l’inizio di un percorso le cui basi sono state gettate dall’Amministrazione comunale di Forio, con il sindaco in testa e in particolare grazie anche alla grande attività e allo stimolo del consigliere Davide Laezza, affinché appunto vi sia una rete importante museale che veda i nostri maggiori siti di interesse come emblema di cultura, di arte e di bellezza del nostro paese. L’anno prossimo dovrebbe vedere la luce il neonato Museo Civico dedicato a Maria Senese all’interno dei locali del Chiostro di San Francesco, dove abbiamo pensato di riunire tutti i grandi artisti di Forio e dell’isola d’Ischia o che hanno anche solamente tratto ispirazione dalla nostra terra e ci hanno in qualche modo reso omaggio con la loro arte. E quindi questo è un assaggio di quello che sarà il prossimo Museo Civico Maria Senese».
LA FOTO SULLA LOCANDINA
– Ti volevo riportare alla foto sulla locandina. Una foto in bianco e nero, un ritratto dal quale emerge tutta la giovialità di Gino Coppa, un’immagine allegra e coinvolgente, un po’ com’era lui. Quali sono i tuoi ricordi personali?
«Gino era un personaggio poliedrico, quindi era molto allegro, ma sapeva essere anche molto, molto ombroso a seconda dei momenti e delle fasi che viveva. Era uno che chiaramente non si nascondeva, perché non doveva vivere la sua vita con una maschera, né adottare criteri diciamo di ipocrisia. Come tutti i grandi artisti, Gino Coppa era un uomo di libertà e quindi sostanzialmente si muoveva nella società, esattamente rispondendo solo ai suoi valori e senza dover simulare situazioni. Non è un uomo che ha rincorso il potere, è un uomo che ha conquistato la sua fama artistica solamente con il suo talento e con i suoi mezzi, che peraltro da prestissimo lo hanno aiutato a scalare posizioni. Luigi Coppa è un uomo che è stato molto ambito dalle varie istituzioni culturali europee. I figli erano abituati, sono ancora abituati a trattare con sindaci di grandi città, con direttori di musei, insomma in giro per l’Europa. Tant’è che io sono assolutamente onorato di poter realizzare una seppur piccola mostra omaggio a questo grande Maestro. In virtù delle dimensioni che il nostro Comune riveste rispetto invece a quelle ben più importanti con cui la famiglia durante la vita del Maestro e anche dopo si è trovata a interfacciarsi immediatamente. Noi abbiamo il privilegio di essere il paese che ha dato i natali a questo grande Maestro».
LA CARRIERA ARTISTICA DEI FIGLI
– Nel percorso della mostra alla Colombaia immagino che abbiate attinto dalle varie collezioni private che sono sull’isola, oltre a quelle della famiglia. Che percorso ci sarà? Si riuscirà a scoprire l’essenza di Gino? Una volta ho avuto il privilegio di realizzare con Marianna un catalogo e in qualche modo, anche se solo attraverso il video, ho visto parecchio di Gino.
«Alla Colombaia si vedrà una piccola collezione di acquerelli su carta. Sono tutti esclusivamente collegabili al periodo africano ed è una collezione privata ancora custodita però dai figli del maestro Coppa e in via di consegna ai vari acquirenti. Come ti dicevo, l’importanza di questo Maestro è stata tale che in vita lui ha goduto anche di alcuni mecenati che hanno in qualche modo finanziato, a prescindere, la sua attività artistica. Per prenotare alcune opere di cui, nel momento in cui fornivano direttamente le somme al Maestro, non conoscevano neanche il progetto.
Insomma le acquistavano a scatola chiusa. Queste persone, con grande senso di riconoscenza, hanno fatto sì che i familiari potessero poi utilizzare per qualche esposizione queste opere. Alla fine della mostra verranno consegnate ai legittimi proprietari che non ho il piacere di conoscere, ma devo dire che le opere di Luigi Coppa si possono ammirare un po’ dappertutto. Può capitare di imbattersi nelle sue opere in giro per il mondo e magari noi sull’isola nemmeno sappiamo come mai. Ma ripeto, ha esposto un po’ dappertutto. Quindi la sua fama probabilmente è più elevata di quanto noi possiamo immaginare. Ci sono alcuni Paesi in particolare, come la Germania, in cui è davvero famosissimo. Insomma, le sue mostre sono state di grande risonanza, come i cataloghi di grandi importanza che sono stati pubblicati da editori d’arte veramente molto famosi. Ripeto, per noi è un assoluto privilegio con i nostri scarsi mezzi poter realizzare un evento che ritengo a tutti gli effetti un grandissimo evento culturale.
Abbiamo voluto tributare questo omaggio a lui nel giorno del suo compleanno, attivando una sinergia grazie ai sentimenti di amicizia che ci legano alla famiglia Coppa, ai figli Marianna, Teresa e Giovanni, che ognuno a modo suo, si sono poi cimentati nell’arte. La famiglia ha vissuto una vita intera nell’arte, perché Giovanni è un bravissimo artista della ceramica, Teresa è una grandissima musicista ed ha una scuola, Marianna è stata ed è una grande artista, anche se ha archiviato per il momento i pennelli. Ma devo dire che fino a quando ha dipinto, Marianna ha strabiliato. Ricordo da bambino una mostra che lei allestì presso la famosa libreria del comandante Vito Mattera, nel centro di Forio, dove all’esordio veramente stupì tutti. Ha esposto anche in Germania, in musei, inaugurando mostre alla presenza di ministri della Cultura. Insomma, un’artista di tutto rispetto».
IL RICORDO DI TAKI
– In conclusione di questa piacevole conversazione, superando l’emozione ti chiedo un ricordo veloce, essenziale di Taki.
«Ti ringrazio, Direttore. Pochi giorni fa è stato il compleanno di Taki, mio padre, un Capricorno nato il 27 dicembre, pochi giorni prima di Gino. Ho innanzitutto il ricordo di un uomo di straordinaria sensibilità, un uomo che guardava la vita sempre con gli occhi del fanciullo e che, benché l’abbia perso molto giovane, probabilmente mi ha restituito la figura di un eterno giovinetto che in qualche modo mi rallegra e mi scalderà ancora molto il cuore. Sotto il profilo artistico non sta a me fare la disamina e l’elogio delle sue opere. Però devo dire che a distanza di tantissimi anni dalla sua scomparsa sono ancora molto ricercate. Io vengo settimanalmente contattato da persone che peraltro non lo conoscevano. Alcuni pensano addirittura che sia ancora in vita e mi chiedono dove poter reperire le sue opere.
Prima o poi dovrò necessariamente organizzare una mostra evento anche per lui. Perché il legame tra Ischia e in particolare Forio e Taki, è ancora assai forte e a tanti anni di distanza dalla sua morte è una persona molto ricordata. Io ho le figlie che vanno al liceo e quando gli insegnanti hanno scoperto, spiegando magari materie come storia dell’arte, che Taki era il loro nonno, le mie figlie sono rimaste colpite, proprio perché viene ritenuto un artista degno di rappresentare il nome dell’isola nel mondo. E questo per me, che ne sono il figlio e che sono un grandissimo appassionato di arte, è motivo chiaramente di grandissimo orgoglio».