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Ischia terra di nessuno | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 6 gennaio 2024

Il mio amico “carne” Vittorio mi ha espresso nei giorni scorsi le sue perplessità sulla serie tv “DI4RI” su Netflix, per gran parte girata ad Ischia, che sembra non riportare alcun riferimento alla nostra Isola nei titoli di coda e, come spesso accade, non ne fa menzione nel corso degli episodi, con riferimenti tipicamente generici tipo “Marina Grande” o “Marina Piccola”.

Michelangelo Messina è un personaggio che ha pregi e difetti (come tutti noi) e nella sua breve esperienza politica è stato protagonista di alcune scelte eticamente più che discutibili. Gli va però riconosciuto il merito di aver letteralmente inventato il fenomeno del cineturismo o, quanto meno, di aver dimostrato al mondo intero che esiste una potenziale capacità di ogni località di mostrare il meglio di sé nell’ambito di una produzione filmata e diventare magicamente meta ambita per milioni di visitatori da ogni parte del globo. Una capacità, questa, che andava esaltata e celebrata. Ovunque.
Ventidue anni fa, nello sposare e sostenere il progetto del suo “Ischia Film Festival”, l’Amministrazione Brandi aveva già intrapreso un filone di tutela dei luoghi-simbolo del Comune di Ischia: ad esempio, il Piazzale Aragonese, intitolato a San Giovanni Paolo II dopo la Sua visita pastorale del 5 maggio 2002, fu interdetto da qualsiasi futile concessione che non avesse una risonanza mediatica almeno nazionale; oppure, la Torre di Guevara fu resa off limits per eventi di ordinaria amministrazione dopo aver organizzato appuntamenti di caratura internazionale, come la mostra antologica di Arnaldo Pomodoro (2003). Venne da sé che da allora tutto quel che poteva riguardare la riproduzione dei nostri aspetti più belli dovesse passare per le forche caudine del controllo dell’Amministrazione Comunale con cui convenire forme, tempi e modi e a cui rendere, giustamente, “imperituro omaggio” per la disponibilità e la collaborazione offerta.
Spieghiamoci bene: ci può stare che per motivi di opportunità legati al copione, si eviti di nominare la reale località ospitante il film o addirittura, come nel caso di “The talented Mr. Ripley”, menzionare una fantomatica “Mongibello” nel mostrare riprese eseguite tra Ischia e dintorni. Quel che non va è ricoprire ruoli di cui non si è all’altezza e, di conseguenza, consentire talvolta a taluni personaggi di mungere deliberatamente il nostro Comune, salvo poi ignorarlo nei doverosi passaggi istituzionali. Come fosse terra di nessuno. Come oggi.

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