domenica, Novembre 24, 2024

Spaccio di casa. L’isola e quattro temi da trattare

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Editoriale di Gaetano Di Meglio | Vorrei continuare a ragionare, insieme, sulle esigenze di cambiamento che ha bisogno la nostra isola. Sulla necessità di rompere le modalità con le quali affrontiamo le nostre urgenze e continuare a provare a mettere sul tavolo del dibattito una nuova e diversa visione delle nostre problematiche.

Tuttavia credo ci siano almeno quattro argomenti che devono attirare la nostra attenzione. Solitamente credo che le valutazioni dei fenomeni a caldo siano sempre sbagliate. Ragionare con la cronaca che ancora è attuale è un errore che, ad esempio, vede vittima il governo Meloni. Prendere iniziative quando la cronaca fa emergere dettagli della vita della nostra comunità è il peggiore degli errori che si possono commettere. Un po’ come la storia famose dei “rave” o di Cutro e le iniziative del governo. Farle a caldo produce solo una cosa: scottarsi.

Non scenderò nel dettaglio dei casi di cronaca che abbiamo raccontato ma, insieme, spero di poter aggiungere un paio di punti di vista diversi da quelli che abbiamo letto e discusso (sempre di più sui social) degli ultimi giorni.

Il primo è quello relativo ai suicidi che abbiamo registrato in questi mesi. Ne ho già parlato in uno degli articoli, ma credo che contro questi episodi servano due scelte difficili da compiere.

La prima riguarda il mondo dell’informazione. Fare pace con i like e, al tempo stesso, capire che serve una nuova narrazione. Non è un caso, infatti, che episodi del genere si collegano sempre con in tempo relativamente vicino. Uno tira l’altro. E’ orrendo quello che ho scritto, lo so, ma è la verità. Negli anni, e non è stato facile, mi sono deciso a trattare questa notizia con un taglio diverso: parlarne sempre di meno, non enfatizzarlo e, soprattutto, evitare di dare la spinta finale a chi già soffre. L’altra scelta, invece, è più sociale e più difficile da affrontare. Credo che le nostre amministrazioni debbano fare un passo avanti. Un po’ come accade per la violenza sulle donne (argomento di cui ci riempiamo la bocca ad ogni fatto di cronaca), così dovrebbe essere per chi vive male la propria vita. Purtroppo abbiamo un Ufficio di Piano incapace di dare risposte in questo senso e non abbiamo nessun interprete delle nostre amministrazioni che riesca a trovare una forma economica per sostenere un servizio di mutuo aiuto. Serve tecnologia, privacy e un po’ di voglia di fare. Accettare di aver bisogno di un aiuto è la cosa più difficile che si possa fare. Provare a diffondere questo aiuto in maniera anonima, on line e senza pressioni potrebbe essere il primo passo. Potrebbe essere la prima azione da compiere. Chissà, forse, ne potremmo salvare, almeno uno.

Il secondo punto è lo spaccio di droga. Nel 2023, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia (in ordine alfabetico) hanno sequestro sull’isola oltre 17 chilogrammi di droga varia. Nelle ultime settimane, grazie ad all’indagine della Polizia, ne sono venuti fuori quasi sei. Di questo fenomeno, tuttavia, c’è un particolare che mi preme evidenziare: i diciottenni. Uno a settembre, un altro a gennaio. Tutti e due a Forio.  

Vogliamo iniziare a capire che portiamo avanti una battaglia sbagliata contro questo fenomeno. Nell’infinita battaglia tra “legalizzarla” o meno, ci stiamo perdendo in chiacchiere e riusciamo ad essere fuori fuoco rispetto a chi, sul serio, ne fa uso. Credo serva una nuova forma di battaglia. Bisogna lasciare le divise fuori dalle scuole, bisogna lasciare le prediche e bisogna iniziare a raccontare ai nostri ragazzi la verità. Quale verità? Quella del web, quella del DPR 308/1990 e affrontare l’argomento spogliandoci delle nostre convinzioni.

Lunedì mattina, alle 9.30, come potete leggere nel box, C.R. sarà davanti ad un GIP e ad un pubblico ministero e dovrà chiarire come mai possedeva 2,6 chili di droga e, soprattutto, 10 mila euro in contanti. Questo è l’aspetto più importante dell’ultimo arresto degli agenti coordinati dal vicequestore Ciro Re. 10 mila euro nelle disponibilità di un 18enne è una cifra che non ci può lasciare indifferenti. Iniziare a morigerare la nostra intera vita – cosa difficilissima, lo so – è la prima cosa che tutti dobbiamo fare. Iniziare a farci i conti in tasca, forse, può essere una delle prime azioni che ci possono portare ad affrontare questo argomento che difficilmente arriverà, presto, alle ultime puntate. Tutt’altro.

E in tutto questo credo sia anche necessario sottolineare che anche il mito della Discoteca è finito. Ad Ischia non ce ne sono più (ancora per poco). Se cade anche questo “mito”, significa che il consumo avviene, sempre ad Ischia, ma altrove. E con questo non voglio dire che le discoteche erano “posti di droga”. Voglio solo dire che manca uno di quegli attrattori che per tanti anni ci hanno sviato e ci hanno offuscato la vista nella dinamica dei ragionamenti.

17 chili di droga varia sono tanti se pensiamo che 6 di questi sono stati sequestrati in pochi giorni e altri quasi 4, da settembre a novembre. Altro aspetto che può aiutarci a ragionare è che i sequestri non avvengono più allo sbarco. E’ vero, tutti pensiamo che qualcuno abbia “cantato”. Ma poco cambia, è vero che la “merce” è tanta e arriva. E si conserva in casa. Sono finiti i tempi degli arresti dei “corrieri”, sono iniziati quelli degli “spacciatori”. Purtroppo “baby”. Già, nelle stesse quattro mura che diventano la bara di qualcuno o il mercato dello spaccio per qualche altro. Lo spaccio di “casa” non ce lo possiamo proprio permettere. Forse lo scopriremo più avanti, nel frattempo, sembra che tutto questo mercato sia regolato da altre dinamiche: abbiamo perso i signorotti dello spaccio che “spacconavano” in giro e le grandi “associazioni”, ora ci troviamo a combattere con singoli spacciatori “sciolti” e con insospettabili. Non a caso negli ultimi arresti abbiamo tre incensurati.  C’è da fare qualcosa. Subito.

Terzo argomento di questa settimana che merita attenzione è sicuramente la polemica, stupida, nata ad Ischia dopo la notizia dell’accorpamento tra Ischia 2 e la Scuola Media “Scotti”. La nascita di un Istituto Comprensivo, solo ad Ischia viene vista come una perdita e non, invece, come un passo avanti.

Sono pronto a mettere la mano sul fuoco che, se dalla Regione avessero scritto che la Scuola Media “Scotti” avesse accorpato “Ischia 2” nessuno avrebbe protestato. Ci sarebbe stata la processione con l’immagine della Fortini. E, invece, la spocchia ischitana (tipica) si è rizelata. Fino ad oggi non c’è un solo motivo negativo tranne quello del piedistallo mancante dove qualcuno amava mettersi in mostra. Gli Istituti Comprensivi vanno e fanno bene ovunque. Fa bene a Barano, fa bene a Casamicciola, fa bene a Forio, fa bene a Lacco Ameno. Solo ad Ischia non fa bene. Perché? Chiedetelo in giro, non ve lo sapranno dire.

Pensare che anche i ragazzi dell’ex circolo didattico “Ischia 2” potranno godere dell’indirizzo musicale riconosciuto alla Scuola Media “Scotti” è un fattore negativo? Non penso proprio, anzi, è un passo avanti nell’allargamento dell’offerta formativa che offre il sistema scuola ad Ischia. Certo, dipenderà tutto dal prossimo preside, ma pensare che le quinte di “Ischia 2” possano accodarsi al “plesso” della Scotti e godere anche di questo indirizzo, ad esempio, porterebbe Ischia al pari di Lacco Ameno e Casamicciola.

C’è un quarto argomento che merita la nostra attenzione ed è prettamente politico. Oggi più che ieri, si sente la mancanza delle opposizioni. Viviamo un’isola che va avanti sotto un regime unico. Ci sono le maggioranze e basta. Tutto questo produce una inesorabile deriva verso la progressiva assuefazione al sistema. Nessun fatto nuovo, anzi, ma la mancanza di un’alternativa credibile, presente e valida ci lascia in una democrazia monca. E le cose monche, qualsiasi esse siano, non rappresentano mai un fattore positivo.

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