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La pagliuzza e la trave | #4WD

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La pagliuzza e la trave | #4WD

Daily 4ward di Davide Conte del 27 gennaio 2024

Jannik Sinner ha già raggiunto un doppio record con il solo accesso alla finale di domani degli Australian Open 2024: la sua prima in uno slam da primo italiano in assoluto ad accedervi. E come sempre accade, tutta l’Italia si ritrova improvvisamente appassionata e competente di tennis, dovendosi ricredere (io per primo) su quel ragazzotto dai capelli rossi e l’aspetto gracile che mai avremmo ritenuto capace di una tale svolta rispetto a tanti mostri sacri della racchetta.
Tra tanti appassionati e competenti, ci sono anche molti esponenti politici di maggioranza a gioire pubblicamente dai loro profili social del successo del Barone Rosso nel cosiddetto continente nuovissimo. E come sempre accade, ecco comparire nei loro commenti l’hater di turno che sottolinea la residenza anagrafica e fiscale del tennista altoatesino in quel del Principato di Monaco dal 2020, bacchettando quei politici che ancora prima di lodarlo, a suo giudizio, dovrebbero pensarci due volte e condannare, piuttosto, il fatto che da già da un bel po’ egli non paghi più le tasse dalle nostre parti.

In questa valutazione, direi che un piccolo fondo di verità esiste, sebbene sembri un po’ un’edizione riveduta e corretta della citazione evangelica di Matteo sulla pagliuzza nell’occhio altrui e della trave nel proprio. Sono fortemente convinto che l’autore del commento sia, lui per primo, il classico italiano-tipo, quello cioè dedito anima e cuore a raggirare lo Stato, reo di continuare ad adottare un regime fiscale assolutamente iniquo e insostenibile. Non è un caso se questo meraviglioso popolo, per parafrasare Mussolini, da sempre si componga “di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori” e, perché no, di… evasori fiscali. 

Ergo, più che ignorare i successi di Sinner o, peggio ancora, metterlo pubblicamente alla gogna per una scelta tanto legittima quanto facilmente giustificabile dalla necessità di allenarsi costantemente all’aperto, con una grande disponibilità di campi e con il giusto livello di serenità ambientale nella preparazione, la politica dovrebbe forse interrogarsi, tra un break e un vincente, su quanto il concetto “pagare tutti, pagare meno”, cavalcato indistintamente da destra a sinistra ma mai attuato con la giusta concretezza, è diventato ormai la meno credibile delle frasi fatte sulla bocca di tutti, lasciando invece il posto al più classico del “si salvi chi può”.
Bravo, Jannik: potendo, io e l’autore del commento faremmo lo stesso! 

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