L’11 gennaio scorso, come racconta un take dell’Ansa, “la Lega ha presentato una proposta di legge per introdurre il terzo mandato per i governatori. La proposta, a firma di Alberto Stefani, segretario della Liga veneta e presidente della commissione bicamerale per il federalismo fiscale, modifica la legge del 2004 che fissava a due il numero massimo di mandati consecutivi per i presidenti di Regione “al fine di valorizzare il lavoro svolto dai governatori – si legge – e lasciare ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente da chi essere rappresentati“.
Nel frattempo, però, gli unici a poter ufficialmente usufruire del bonus approvato dal Governo di centrodestra per il terzo mandato sono i Sindaci dei Comuni sotto i quindicimila abitanti. Ergo, sulla nostra Isola tutti tranne Enzo Ferrandino e Stani Verde. E mentre quest’ultimo, avendo in realtà appena cominciato la sua esperienza, non è che si ponga più di tanto il problema, l’attuale sindaco d’Ischia si ritrova oggi ufficialmente dinanzi al dilemma di cui Vi sto scrivendo ormai da tempo: essere o non essere, ma soprattutto, cosa essere, cosa fare da grande, politicamente parlando?
Questa preoccupazione molto più che semplicemente amletica oggi viene amplificata dal fatto che, almeno per ora, per i presidenti di regione come De Luca non c’è speranza di potersi ricandidare, perché con tutta probabilità la proposta della Lega resterà ferma a tale stadio. Forse proprio per questo il governatore della Campania continua a sparare a carrello aperto contro il Governo nazionale, consapevole che sotto sotto la Meloni non ha nessuna intenzione di venirgli incontro e la Schlein non fa nulla affinché la Premier valuti di ritornare sui suoi passi, essendo la prima tra tutti i piddini a volersi togliere dalle scatole De Luca. Meglio ancora se a deciderlo è la normativa vigente, insieme all’orientamento di chi comanda.
E tornando a Enzo, venendo meno la candidatura di De Luca per il centrosinistra organico, il suo peso specifico, per induzione di quello della sua mentore Fortini, verrebbe a ridursi più che all’osso, mentre salirebbero ancor di più le quotazioni di Dionigi in seno al gruppo Manfredi, che così come lo ha portato in braccio all’elezione in Città Metropolitana, tenterà di ripetersi con eguale successo anche in Regione.
Che ne sarà di Enzo, sempre più unico artefice della sua (s)fortuna politica? Lo scopriremo nel giro di pochi mesi. Al massimo, da qui a novembre.