Non mi ha affatto meravigliato l’avviso d’asta relativo all’Hotel Solemar di Ischia, perché da tempo ero al corrente di una gestione, negli ultimi anni, a cura di un gruppo di volenterosi dipendenti. E con tutto il rispetto per il loro ottimo lavoro, quando una proprietà arriva al punto di non riuscire a trovare un accordo per la prosecuzione in proprio della gestione nell’ambito di un’impasse economico-finanziaria, ricorrendo così all’affidamento a terzi (forse anche creditori) della propria attività, significa che ci si trova ormai al capolinea. E la cosa è confermata tuttora da un messaggio audio di uno dei proprietari che invita i suoi “ascoltatori” a diffondere la notizia della vendita all’asta in modo -evidentemente- da aumentare la possibile partecipazione, il relativo interesse e l’importo di aggiudicazione finale.
La situazione del Solemar, purtroppo, è solo una parte di quel che sta per accadere a tantissime attività (non solo ricettive) dell’isola d’Ischia, che solo qualche mese fa avevo anticipato in uno dei miei editoriali. E’ purtroppo terminato il periodo in cui Ischia e la sua classe imprenditoriale potevano vivere di rendita perché i soldini piovevano dal cielo. Adesso c’è la crisi, c’è la concorrenza, c’è l’inflazione, ci sono i tassi dei mutui e i costi energetici alle stelle e, di conseguenza, la gente si guarda intorno più del solito e il fascino dell’Isola Verde, da solo, non basta più a riempire le tantissime camere e i relativi letti creati in tutti questi anni. E oggi che servirebbe immettere qualcosa di nostro nell’ambito della gestione aziendale, vengono fuori tutti i limiti di un’imprenditoria troppo giovane per aver acquisito, in meno di un secolo, mentalità e iniziative vincenti per trasformare la crisi in opportunità.
Bene diceva in una recente intervista il Presidente di Federalberghi Ischia, Luca D’Ambra, a proposito della case history Solemar: “Si tratta di un problema diffuso che riguarda un’operatività che non riesce a stare al passo con il mercato che si evolve velocemente”. Ma D’Ambra ne faceva anche un problema generazionale e, a giusta ragione, poneva in evidenza quanto, evidentemente, i giovani albergatori di casa nostra non siano ancora pronti ad affrontare questo processo di trasformazione e non per colpa loro, ma perché, nei fatti, non lo erano neppure quelli che li hanno preceduti in una crescita ed un successo tanto importanti quanto repentini e, per certi versi, fortunosi.
E intanto il Comune di Ischia continua a giocare con la DMO che non c’è!
Daily 4ward di Davide Conte del 14 febbraio 2024
è UNA VITA CHE COMBATTO SUL SISTEMA ISCHIA -E’ SERVITO A QUALCOSA ?????NON CREDO ANZI NE SONO SICURO-ISCHIA ORMAI NON E’ PIU DEGLI ISCHITANI–DOMANDATELO AI GRANDI DEL TURISMO DI OGGI—LORO NON SONO ALTROCHE’……….-CREDO CHE TANTI RIVENDITORI (NESSUNO ESCLUSO )PURTROPPO SONO IMBRIGLIATE NELLE LORO RETI-PER LE PERSNE PERBENE NON RIESCO A SCIVERE NON ALTRO CHE——SPERIAMM A MARONN-