venerdì, Settembre 20, 2024

Salvatore e Giovanni Leonessa. Il giovedì di Sandra Malatesta

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La famiglia Leonessa non è di origini ischitane ma viveva a Sant’Arpino in provincia di Caserta. Era formata dal papà capocantiere, dalla mamma che gestiva una ricevitoria e da otto figli, quattro uomini, Raffaele, Salvatore, Giovanni e Mario, e quattro donne, Ada, Anna, Clara e Maria. Il sogno di quel papà era avere un figlio ingegnere che lavorasse con lui, per sentirsi un capocantiere guidato da un figlio.

Fu scelto Salvatore che amava studiare e mandato in collegio a Paola (Cosenza) ma erano tempi duri e non si riusciva a pagare la retta, così suo fratello Raffaele andò a prenderlo e fecero un viaggio di otto giorni per tornare a casa. Salvatore con grandi sacrifici, come andare a piedi al liceo da Sant’Arpino ad Aversa, riuscì a laurearsi facendo felice quel padre tanto amato. Nel frattempo, Giovanni era diventato capocantiere per la Fondedile per l’Europa e i soldi guadagnati li mandava al fratello Salvatore. Giovanni incontrò in Grecia durante il suo girare per lavori, la donna che poi sposò nel 1962, la signora Niki, e insieme ebbero tre figli, Alessandro, Elena ed Emanuele.

Salvatore era spesso a Capri dove per il suo lavoro collaborava con un suo zio Crescenzo Mariniello di Anacapri, titolare di una grossa impresa di costruzione.
E lì conobbe una ragazza di nome Lina e di origini sarde che si trovava anche lei lì per lavoro. Fu un colpo di fulmine vero e proprio e dopo poco tempo, nel 1963 la sposò. Il colpo di fortuna arrivò per i due fratelli così legati, quando il padre di Marianiello affidò a Salvatore il progetto per la costruzione di case popolari a Lacco Ameno. Era il 1952 e nomi come Rizzoli, Micangeli e Marone, stavano investendo sull’isola in campo turistico. Salvatore decise di trasferirsi sulla nostra isola insieme a Giovanni e a Mario che era ancora molto giovane. Da allora in poi fu un crescendo di lavori aiutati anche da mutui ricevuti da banche.

Quando il reverendo Scoti affidò a Salvatore il progetto per la costruzione di villette in un suo terreno a Via Michele Mazzella, lui lo realizzò ma poi non si riusciva a venderle e fu allora che Salvatore e Giovanni comprarono quella che poi divenne la prima parte del Continental e poi si sa cosa è diventato oggi. Ma i Leonessa amavano il mare e vollero investire anche vicino al mare con il Continental mare nel 1970. Seguirono poi il Moresco nel 1985 e L’Excelsior nel 1998 anche se con molti sacrifici economici. Ma Salvatore e Giovanni non temevano la fatica si detta proprio così, la fatica e sono andati avanti supportati in modo incredibile dalle loro mogli Lina e Niki a cui si aggiunse dal 1982 anche la loro sorella Maria sposata Andreozzi, che dopo il terremoto del 1980 decise di trasferirsi a Ischia con la famiglia. Non potrei scrivere tutti i passaggi che hanno portato i Leonessa ad essere leader del settore alberghiero, ma posso scrivere di questi due fratelli (come tutta la famiglia), così legati da farmi pensare che se ci si vuole bene, nessuna ricchezza può vincere sui legami veri.

Mi ha sempre colpito questo perché ho visto famiglie crescere economicamente ma sfasciarsi affettivamente. E in questa grande famiglia, il ruolo delle signore Lina, Niki e Maria è stato fondamentale, perché sono state presenti e sempre pronte a collaborare e a dare aiuto morale in ogni momento. La signora Lina ha tanto amato i nipoti Alessandro, Elena e Emanuele, e in particolare Elena la ritiene un grande affetto fondamentale per lei. E io che racconto so che, quando vince l’affetto, vincono i valori, allora la serenità regala quella forza che spinge in avanti anche nei momenti duri. E quelli vengono in ogni famiglia. Con la morte di Salvatore (nato il 26 aprile del 1929), il 28 Giugno 1998 a 69 anni, Giovanni e tutta la famiglia si sentirono più soli, ma vollero continuare a fare quello che Salvatore aveva progettato e il primo giugno del 2000 acquistarono l’albergo e quello che avevano cominciato insieme, aiutati anche dai tre figli che nel frattempo erano cresciuti e pronti ad entrare in gioco, insieme ad altri familiari, divenne realtà.
Ringrazio Elena Leonessa per la collaborazione e le belle foto

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