C’è vita e speranza a Ischia. C’è un cuore libero che batte e che si ribella contro chi inneggia ai dittatori e agli invasori. E’ nu juorn buono, cantava Rocco Hunt. Ignoti, ma saggi, hanno affisso una bandiera dell’Ucraina e gettato della pittura bianca (ancora poca per la verità, in attesa che si copra quell’obbrobrio che inneggia alla violenza e alla prevaricazione mondiale di un dittatore che uccide i suoi antagonisti) a suggerire il vero atto di libertà che serve: coprire quell’obbrobrio che sporca la verticale del Buchner.
Una bella notizia per il mondo libero, una bella notizia per Ischia! Il gesto, per ora ad opera di ignoti e saggi, è stato controllato dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato che, questa mattina, intorno alle ore 8.30, hanno verificato un sopralluogo all’esterno del Liceo diretto dalla preside Assunta Barbieri. Un buon segnale per Ischia! Un buon segnale per tutto il mondo.
Tuttavia, come degno rappresentante di quella sinistra che inneggia ai taglia gola del 7 ottobre, Jorit non ha perso l’occasione per farsi vittima e ha annunciato all’ANSA che il suo murales era stato vittima di un tentativo di atto vandalico. Un po’ di vernice bianca. Come detto, troppo poca.
Ma la storia del murales, quello che noi locali, abbiamo provincializzato come Santa Restituta, oggi assume un’altra dimensione. Quello che per la Preside Assunta Barbieri è un murales contro tutte le guerre, per Jorit, invece, è un murales per la Palestina.
Un senso diverso dopo il 7 ottobre. Una rivelazione storica postuma che arriva dopo la reazione terroristica del popolo di Gaza. Che, nella sua gravità assoluta, non cancella i torti subiti dai palestinesi da parte di Israele. Tuttavia, saperlo oggi, ha un significato nuovo e ben nascosto, questo è da evidenziare, quando l’unico murales senza una personalità ben nota, è stato realizzato. Diciamocelo, Jorit ci ha preso in giro. E gli abbiamo dato anche l’alibi perfetto dicendo “E’ Santa Restituta”. Alla faccia della circonvenzione di liceali!
L’antagonista smemorato
La giornata di ieri, oltre al bel gesto realizzato all’esterno del Buchner, è stata anche la giornata in cui Jorit ha fatto sfoggio della sua idea e ci ha anche mostrato come sia uno spruzzatore di muri smemorato.
“Le foto del bacio di Meloni con Biden o Netanyahu dovrebbero far discutere quantomeno più della mia con Putin. E invece la propaganda di guerra ci ha fatto credere che da una parte ci siano i buoni (Occidente) e dall’altra i cattivi (Russia, in futuro anche la Cina?). La recente visita in Russia è coerente rispetto al percorso di militanza artistica che porto avanti da anni e, come le precedenti, ambisce a diffondere un messaggio di pace. Lungi da me elogiare Putin, ma come non rompere la bolla di propaganda che ci vuole in conflitto e sempre su più fronti?
I politici europei devono immediatamente riprendere i contatti diplomatici e aprire un dialogo con la Russia. Bisogna fermare la guerra, bisogna costruire ponti tra i popoli, bisogna farlo ora! Dite che le istituzioni non vogliono lavorare con me? ma forse non è chiaro che sono io che non voglio lavorare con le istituzioni che non mi lasciano libertà (mai ci ho lavorato). Ma poi le istituzioni Italiane? Ma ci rendiamo conto che l’Italia è un minuscolo stato in decadenza in un mondo enorme? L’Occidente non è più il centro del mondo da un bel po’… né nell’ arte, né nella cultura…”
Ciro Cerullo ha dimenticato che il murales per la Palestina, quello realizzato al Buchner è stato pagato dalla Regione Campania? E la Regione Campania non è un’istituzione? A noi sembra che lo sia.
La libertà di realizzare quello che si vuole, tuttavia, dovrebbe essere accompagnato anche da una esplicita dichiarazione della propria opera. Tra occidente e oriente, qual è quello stato o quella istituzione che si fa prendere in giro come è successo a Ischia?
È semplicemente vergognoso definire “street arte” un insudiciare dei muri e delle facciate di costruzioni. È un oltraggio alla vera arte. I soliti usurpatori, mendicanti elevati sull’immondizia da chi non riesce neppure a decifrare il termine “arte”. Attualmente l’unico luogo adatto per certi avanzi di pseudocultura sono Mosca.