domenica, Novembre 24, 2024

La sintesi, le principali scelte e le novità della nuova ordinanza di Legnini sulla ricostruzione privata

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Ecco una scheda di sintesi delle principali scelte e novità contenute nel provvedimento.

Aggiornamento del Piano di Messa in Sicurezza Idrogeologica del territorio di Casamicciola e della Ricognizione delle opere e degli interventi necessari negli altri Comuni, così come previsto dal decreto-Ischia.

La prima versione del Piano di messa in sicurezza era stata varata dal Commissario straordinario, nei tempi previsti dal legislatore, il 31 maggio del 2023. Dopo l’approvazione, l’Autorità di Bacino ha portato avanti un complesso lavoro di approfondimento dei suoi contenuti. Analoghi approfondimenti sono stati realizzati dalla struttura commissariale, con il sostegno delle Università e dei centri di competenza. All’esito di tali approfondimenti, è stato quindi definito l’aggiornamento del Piano che recepisce integralmente le indicazioni del Piano dell’Autorità di Bacino. Il Piano contiene l’individuazione precisa e completa degli interventi di messa in sicurezza strutturale dei territori colpiti dalle due castastrofi naturali e indica gli interventi prioritari la cui progettazione sarà avviata subito. I primi lavori di attuazione del Piano aggiornato partiranno, previa progettazione, dal Monte Epomeo con la realizzazione di paramassi, interventi corticali, sistemazione dei costoni e una prima fase di un ambizioso piano di sistemazione forestale. Sono previsti, inoltre, nuovi sistemi fognari e altri interventi corticali, nella parte più urbanizzata del territorio, per ridurre il rischio idraulico e idrogeologico. Il piano prevede una spesa complessiva di 178 milioni, di cui 51 milioni, già finanziati, destinati agli interventi prioritari. Le opere contenute nella Ricognizione delle opoere e degli interventi necessari per la messa in sicurezza ner gli altri Comuni prevedono una spesa di 209 milioni, ancora da finanziare.

Si tratta, è bene precisarlo, degli interventi strutturali di mitigazione del rischio, e quindi definitivi, distinti  dal “Piano degli Interventi urgenti di protezione civile di riduzione del rischio residuo e di prima messa in sicurezza” già programmati, interamente finanziati con oltre 80 milioni di euro oltre ai 10 milioni di euro stanziati ieri dal governo e già in fase di attuazione: oltre la metà degli interventi risultano già avviati o conclusi mentre gli altri sono in fase di progettazione o di avvio.

La Ricostruzione Pubblica finalizzata alle delocalizzazioni

L’altra grande scelta prevista nell’ordinanza è quella relativa alla ricostruzione pubblica per favorire le delocalizzazioni degli edifici. Infatti, a fronte del forte interesse che si è prodotto con le circa 60 domande di delocalizzazione volontaria già presentate alla struttura commissariale, si sono registrate forti  difficoltà per reperire sul mercato dell’isola appartamenti o altri edifici in grado di soddisfare il bisogno dei cittadini che intendono spostarsi in altre aree. Una difficoltà destinata ad accrescersi quando saranno previste, dal piano della ricostruzione della Regione Campania, le delocalizzazioni obbligatorie. L’ordinanza definisce l’avvio delle procedure per acquisire al patrimonio pubblico edifici dismessi, ristrutturarli per riutilizzare le cubature e cedere poi le unità abitative che saranno realizzate a coloro che lo richiederanno. Prima di procedere all’acquisto, saranno pubblicati uno o più avvisi rivolti ai cittadini danneggiati dal sisma o dalla frana, con l’obiettivo di quantificare il numero dei soggetti che, in luogo del contributo, intenderanno ottenere la proprietà di un alloggio realizzato con l’intervento pubblico. Una volta quantificato il fabbisogno, si procederà all’acquisto degli immobili da ristrutturare per poi trasferire la proprietà degli alloggi ai richiedenti sulla base di una graduatoria che individuerà prioritariamente, tra gli aventi diritto, coloro per dovranno delocalizzarsi obbligatoriamente (per gli edifici situati in zone ad alto rischio) e i percettori del Contributo di autonoma sistemazione (Cas).

Il piano pubblico di demolizioni e semplificazioni per realizzare impianti di riuso

Parte degli edifici danneggiati dal sisma, che dovranno certamente essere demoliti e ricostruiti o delocalizzati e,  in particolare, quelli prospicienti le strade pubbliche o quelli che che sono stati puntellati o ingabbiati con strutture tubolari, sono oggetto di un piano organico di demolizioni su iniziativa pubblica. Il piano – si legge nell’ordinanza – sarà attuato dopo aver acquisito i progetti dei singoli lotti e i pareri della Soprintendenza, ovviamente d’intesa con il Comune di Casamicciola e quello di Lacco Ameno. Le aree di risulta dopo le demolizioni saranno riutilizzate per la ricostruzione, laddove ovviamente il Piano consentirà di farlo, o saranno rinaturalizzate o rigenerate e acquisite al patrimonio pubblico, laddove non sarà possibile ricostruire, salvo il diritto dei cittadini danneggiati al contributo per le delocalizzazioni. Il piano delle demolizioni partirà in breve tempo con i primi interventi già in corso di affidamento. L’ordinanza prevede anche semplificazioni procedurali per i soggetti privati che intenderanno realizzare impianti per il trattamento e il riuso delle macerie da demolizione, al fine di favorire i principi della circolarità e del riuso degli inerti. Anche in questo caso sarà pubblicato un avviso per verificare la disponibilità a realizzare questi impianti.

Scadenze condivise con le istituzioni

All’esito di numerosi confronti con l’Autorità di Bacino e con la Regione è stato condiviso in Conferenza dei Servizi un orizzonte temporale per la definizione degli interventi di pianificazione, con l’obiettivo di dare certezze ai cittadini impegnati nei processi di ricostruzione. In particolare, l’ordinanza indica al 31 maggio il termine per l’approvazione del Piano Stralcio del Pai da parte dell’Autorità di Bacino mentre con la Regione è stato condiviso che entro il 30 giugno sarà adottato il Piano della Ricostruzione, che dovrà dare risposte molto importanti ai cittadini e alle istituzioni locali sulla destinazione delle aree più a rischio e più compromesse. Dopo l’adozione, il piano sarà sottosposto alla condivisione partecipata dei Comuni e alle osservazioni di cittadini e degli altri portatori di interesse.

Suddivisione in Ambiti dei territori danneggiati e piano programma per la ricostruzione privata

Nelle more dell’approvazione definitiva del piano della Ricostruzione della Regione Campania viene approvato il Piano-programma per la ricostruzione privata che suddivide il territorio in ambiti. La definizione del Piano di messa in sicurezza Idrogeologica ha consentito, infatti, di condividere con l’Autorità di Bacino, la suddivisione del territorio colpito dagli eventi calamitosi in quattro “ambiti”, identificando le aree “sicure”, dove già si può ricostruire, riguardanti circa la metà degli edifici danneggiati; quelle nelle quali, prima di far partire i lavori, è necessario progettare le opere di messa in sicurezza e, infine, le aree nelle quali si potrà ricostruire sulla base del Piano di Ricostruzione o si dovrà procedere con la delocalizzazione obbligatoria.

La definizione di questi quattro  ambiti  ha consentito di individuare gli edifici nel seguente modo:

  1. Verde. Attuazione diretta degli interventi, dove si può partire senza condizioni ulteriori. Non bisogna aspettare nè il Pai nè il Piano della ricostruzione. Tale area comprende 578 edifici.
  2. Arancione. Attuazione solo dopo approvazione dei progetti di mitigazione e di contrasto del rischio idrogeologico. Si può fare la ristrutturazione edilizia, i tecnici possono progettare e presentare a domanda di contributo, anche nella forma semplificata, ma il relativo decreto di concessione del contributo potrà essere emanato solo dopo l’approvazione dei relativi progetti pubblici di messa in sicurezza del territorio da parte della struttura commissariale. Tale area comprende 193 edifici
  3. Giallo. Attuazione sulla base delle previsioni delle norme di salvaguardia del piano stralcio del Pai e di quello definitivo che sarà adottato dall’Autorità di Bacino. Si possono quindi presentare i progetti nel rispetto delle prescrizioni contenute nella pianificazione dell’Autorità di Bacini. Tale area comprende 87 edifici.
  4. Marrone. Attuazione degli interventi solo dopo l’approvazione del piano di ricostruzione della Regione Campania. Sono aggregati ed edifici localizzati in aree ad elevato rischio, oggetto di possibile delocalizzazione obbligatoria. L’area comprende 463 edifici.

Le scadenze e le conseguenze nel caso di mancato rispetto dei termini per i cittadini

L’ordinanza fissa poi alcuni importanti termini per dare certezze sui tempi della ricostruzione privata. I termini sono fissati esclusivamente per i proprietari di edifici che rientrano negli ambiti territoriali all’interno dei quali non sussiste alcun impedimento per procedere alla riparazione o ricostruzione degli edifici danneggiati (edifici segnalati in verde nella cartografia allegata all’ordinanza) .Tra questi, per coloro che percepiscono il Cas il termine per la presentazione dei progetti è fissato al 31 luglio. Per i titolari di prime case o di attività produttive il termine è il 31 ottobre. In tutti gli altri casi è il 31 dicembre.

Ma ecco in dettaglio una tabella riassuntiva dei termini.

SCADENZE PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI RIPARAZIONE O RICOSTRUZIONE O DELOCALIZZAZIONE DEGLI EDIFICI DANNEGGIATI DAGLI EVENTI SISMICI O CALAMITOSI

(edifici verdi)

EDIFICI SINGOLI  
Beneficiari di CAS31 luglio  
Proprietari di prime abitazioni che non beneficiano del CAS31 ottobre  
In tutti gli altri casi31 dicembre  
  CONDOMINI  
In presenza di unità immobiliari di soggetti percettori di CAS con superficie >50% della superficie complessiva del condominio o del consorzio  31luglio
In presenza di unità immobiliari di soggetti percettori di CAS con superficie <50% della superficie complessiva del condominio e, comunque,  con almeno una unità immobiliare prima abitazione  31 ottobre
  In tutti gli altri casi  31 dicembre  

I termini indicati nella tabella sono validi per coloro che hanno o avranno definito le sanatorie edilizie. Per i proprietari di edifici con condono pendente, bisognerà ugualmente presentare la domanda entro i termini indicati ma in forma semplificata. Una volta definita l’istanza di condono, i cittadini hanno l’obbligo di completare la domanda semplificata con tutta la documentazione richiesta dalle ordinanze commissariali entro 90 giorni. Per gli edifici identificati con il colore arancione, i termini per la presentazione del progetto e della domanda di contributo sono fissati in 90 giorni che decorrono dall’approvazione del progetto di mitigazione del rischio. Per tutti gli altri non sono ancora stati fissati i termini in attesa dell’approvazione del Piano della Ricostruzione.

Il mancato rispetto dei termini comporta la sopensione del Cas e prevede, altresì, per tutti i soggetti che non hanno alcun impedimento alla presentazione della domanda, l’intervento sostitutivo del Commissario. Al cittadino sarà, presentata una terna di professionisti fra i quali potrà scegliere il tecnico al quale affidare la progettazione della ricostruzione dell’edificio danneggiato. A tal fine è stato raggiunto un’accordo con gli ordini professionali degli ingegneri, degli architetti, dei geometri e dei geologi della Provincia di Napoli, per mettere a punto una convenzione che definirà le modalità di selezione dei professionisti disponibili ad assumere incarichi da parte dei cittadini.

I consorzi obbligatori

Sono individuate dal Commissario le Unità Minime di Intervento così come trasmesse dalla Regione Campania e, conseguentemente, si prevede la disciplina e i relativi termini per la costituzione dei consorzi obbligatori. La costituzione è obbligatoria in presenza di interventi che prevedano la demolizione e ricostruzione degli edifici che compongono l’aggregato, e comunque in tutti i casi in cui le norme tecniche lo impongano per motivi correlati alla sicurezza sismica dell’edificio. La costituzione avviene con la partecipazione dei proprietari che rappresentino superfici utili superiori al 50% di quelle complessive dell’aggregato. Entro 60 giorni dal provvedimento con il quale il Commissario straordinario identifica gli aggregati per cui è necessario provvedere ad una progettazione unitaria, i proprietari degli edifici devono procedere alla costituzione del consorzio obbligatorio per la presentazione di un’unica domanda di contributo. La domanda deve essere poi presentata entro i successivi 90 giorni dalla costituzione del consorzio. Il mancato rispetto dei termini comporta l’avvio dell’azione sostitutiva da parte del Commissario straordinario. Entro i trenta giorni successivi alla scadenza dei termini, il Commissario invita i soggetti legittimati a costituirsi nel consorzio obbligatorio. In caso di inadempienza, il Commissario procede d’ufficio alla sua costituzione e alla nomina del presidente.

Semplificazioni e miglioramenti delle attuali normative

Vi sono poi diverse disposizioni di modifiche, integrazioni e miglioramento della disciplina della ricostruzione privata vigente.

  • Introduzione del pagamento diretto dei Sal (gli Stati di Avanzamento dei Lavori) alle imprese e ai professionisti per i quali oggi sono previsti due passaggi, il primo dal Commissario al Comune e il secondo dal Comune all’impresa o al professionista. Ci sarà invece un pagamento diretto all’impresa o al professionista.
  • Aumento del contributo per le demolizioni con un incremento di 85 euro a metro quadrato, cifra necessaria per il trasporto o lo smaltimento dei materiali. Il contributo pertanto aumenterà a 215 euro a metro quadro con la ulteriore possibile maggiorazione del 10%.
  • Possibilità di affidare le pratiche e le procedure per le delocalizzazioni volontarie e, nel futuro, anche per quelle obbligatorie, a professionisti diversi dai tecnici per la parte amministrativa, in modo che ciascun cittadino possa decidere se affidarsi ad un commercialista, a un avvocato o a un’altra figura professionale, fermo restando le competenze dei tecnici.
  • Obbligo di apertura dei cantieri, dopo aver ricevuto il decreto del commissario, entro 90 giorni e si prevede la possibilità di scegliere l’impresa a cui affidare i lavori dopo il decreto commissariale di concessione del contributo (oggi c’è l’obbligo di designarlo prima), in quanto con il prevedibile aumento dei cantieri della ricostruzione privata sarà più difficile trovare imprese disponibili a effettuare i lavori.
  • La scadenza per la presentazione delle domande di delocalizzazioni volontarie viene prorogata al 31 luglio. Spostata al 30 giugno prossimo anche la scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse ad alieneare compendi immobiliari da destinare alla delocalizzazione di parte degli edifici danneggiati dal sisma.

1 COMMENT

  1. Leggo che si fa difficoltà a reperire abitazioni da poter vendere a chi ha richiesto la delocalizzazione…ebbene io ho inviato una pec con tutta la documentazione necessaria per mettere a disposizione un immobile nel comune di ischia di mia proprietà …ho compilato tutti i moduli necessari per alienare la mia casa e a tutt’oggi non ho.avuto nessuna risposta o richiesta …quindi…non so qualcosa non funziona…

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