sabato, Novembre 23, 2024

Scritte antisemite, la presa di distanza del comitato “Procida Per una Palestina Libera Stop al Genocidio”

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Dopo la condanna unanime senza se e senza ma da parte delle pubbliche autorità, dopo gli articoli di stampa che hanno messo in evidenza quanto accaduto, è di queste ore una nota del comitato “Procida per una Palestina Libera” che prende le distanze da quanto apparso sui muri giorni fa e fortunatamente subito cancellati.
“In nome del comitato “Procida Per una Palestina Libera — Stop al Genocidio”. In questi giorni, sulla nostra isola, sono apparse scritte vergognose (“morte agli ebrei”) con parole note a chi è profondamente razzista e antisemita e, aggiungiamo con dispiacere, nostalgici del nazifascismo. Ci auguriamo che i responsabili vengano individuati e resi responsabili del loro atto. Nessun collegamento è possibile con il nostro comitato: creato nel dicembre del 2023 da persone inorridite dai bombardamenti, dalla distruzione di Gaza e dal genocidio perpetrato dallo Stato di Israele. Fino ad oggi, sono stati uccisi più di 40.000 persone e più di 14.000 bambini. Parliamo di genocidio: è stato riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia. Con regolare sentenza si è disposto, con misure provvisorie, che Israele ponga fine all’uso della fame come arma di guerra e di cessare la distruzione di ospedali, chiese, moschee, università, scuole e l’uccisione indiscriminata di civili. Si è riconosciuto, nelle parole dei ministri israeliani, la volontà genocidaria.

E’ dal 1948 che Israele pratica la pulizia etnica della popolazione palestinese (750.000 palestinesi cacciati dalla loro terra e case, rasi al suolo 482 villaggi). Dal giugno 1967, occupa militarmente la Cisgiordania compresa Gerusalemme Est, e Gaza, mettendo in atto un sistema di Apartheid e di insediamento coloniale illegale (più di 750.000 coloni sulle terre rubate ai palestinesi, laddove secondo le leggi internazionali dovrebbe esserci lo Stato di Palestina).
Il popolo palestinese ha il diritto di vivere sulla propria terra nella libertà e autodeterminazione. L’accostare questo all’antisemitismo è pura azione di propaganda: il nostro comitato ripudia ogni forma di razzismo, antisemitismo o di islamofobia e siamo profondamente contrari al sistema di apartheid, oggi volto al genocidio, dello Stato sionista israeliano. E come noi – e molto più di noi – lo sono gli ebrei nel mondo che manifestano con i palestinesi dicendo “Not in my name”: non nel mio nome, il genocidio, la pulizia etnica, le torture, il furto di terra e vite. Le scritte apparse sull’Isola non hanno nessun legame con chi chiede il Cessate il fuoco permanente e la libertà del popolo palestinese dall’occupazione militare, dall’apartheid e dall’insediamento coloniale israeliano.

Sventolare una bandiera palestinese, o indossare una kefiah, non deve essere confuso con una volontà antisemita perché è un gesto di solidarietà verso un popolo che ha il diritto di vivere ed esistere in libertà. Un cittadino Procidano è stato convocato dai Carabinieri perché sventolava una bandiera palestinese dal suo terrazzo e ci addolora che si sia pensato ad un collegamento per una possibile ricerca positiva.
Le ignobili scritte appartengono al lessico e agli ideali dei circoli nazifascisti e non fra chi si assume la responsabilità di difendere la legalità internazionale e l’umanità seppellita sotto le macerie di Gaza”.

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