Dalle novità in entrata alla brusca frenata, l’Ischia Calcio si è messa alle spalle la settimana più complicata dell’ultimo biennio ed è in attesa di risvolti in vista della prossima stagione sportiva. Dopo aver chiuso l’importante annata in Serie D da neopromosso, il club ha deciso di ripartire subito e di consolidarsi a livello societario per dare maggiore solidità al progetto. Avviati i discorsi e i primi vertici dirigenziali, sull’isola si è respirato un nuovo entusiasmo. Euforia smorzata negli ultimi giorni, con la “mazzata” esterna arrivata lo scorso lunedì e che tiene in stand-by le trattative per i nuovi ingressi nell’organigramma gialloblù. Tutto rimandato a causa della questione che ha visti coinvolti Pino Taglialatela e Alessandro Bigi, rispettivamente amministratore delegato e presidente della società ischitana.
L’imprenditore toscano e l’ex portiere sono tra le persone che risultano indagate a vario titolo nell’ambito di una inchiesta portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Firenze per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti tributari, all’appropriazione indebita e all’autoriciclaggio. Appena una settimana fa infatti la Guardia di finanza ha dato il via ad una serie di perquisizioni, secondo le ipotesi dell’accusa Bigi e alcuni albanesi – ipotesi da verificare – non avrebbero fatto scontrini per oltre un milione e mezzo di euro e così avrebbero comprato ristoranti in centro a Firenze e beni di lusso. A Taglialatela si contesterebbe soltanto il reimpiego di proventi illeciti e l’emissione di fatture false. L’indagine coinvolge anche l’acquisto dell’Ischia: il ristoratore fiorentino ne è diventato presidente in inverno, comprando il 50% delle quote di “Batman”. L’operazione sarebbe frutto di “impiego di provenienza illecita”, il passaggio – avvenuto il 17 gennaio – è stato perfezionato per un corrispettivo di poco meno di 10mila euro “ma di fatto pagando in più tranche 100mila euro in contanti”.
Un fulmine a ciel sereno che ha stravolto i piani sportivi del club, rallentato nelle trattative per l’ingresso di nuovi soci nell’apparato dirigenziale. Terminata la stagione, la società ha avuto un confronto interno per definire le linee guida del prossimo campionato. Poi il summit tra Lello Carlino e mister Enrico Buonocore per dare continuità al lavoro tecnico, portato avanti e sviluppato negli ultimi due anni. La scorsa settimana l’Ischia avrebbe dovuto accogliere una cordata di imprenditori, disposti ad affiancare Bigi e Taglialatela nel progetto Ischia 3.0. Negoziati in stallo e situazione da definire, è attesa anche una comunicazione ufficiale da parte del sodalizio gialloblù e nei prossimi giorni potrebbero esserci più certezze in merito. C’è da chiarire, quanto prima, la posizione di Mario Lubrano: il destino del direttore sportivo, ambito anche da diverse squadre sulla terraferma, è una delle domande a cui il team isolano dovrà rispondere. Il diesse aspetta notizie e, in base soprattutto al budget che l’Ischia stanzierà per il mercato estivo, prenderà la sua decisione.
Tutto ruota dunque attorno al futuro – oggi nebuloso – dell’Ischia. Le vicende extra stanno “condizionando” la ripartenza, ma la società non può fermarsi ed è chiamata a stilare il programma 2024/25. Come abbiamo scritto più volte, il prossimo sarà il campionato più difficile per i gialloblù che dovranno confermarsi in una competizione che punterà tutti i riflettori sull’isola. E poi c’è il tema “iscrizione” e il capitolo “fideiussione di 31mila euro”. Nel periodo compreso dall’8 al 12 luglio, il club dovrà formalizzare l’iscrizione al campionato. Il termine ultimo per tale operazione, di natura perentoria, è il 12 luglio 2024 ore 18.00, decorso il quale il sistema non accetterà alcuna operazione relativa alla richiesta. L’adempimento dovrà essere comprensivo, oltre che della domanda, di tutta la documentazione: dai dati della società all’organigramma, passando per il campo da gioco e per una copia del verbale dell’Assemblea nel corso della quale sono state attribuite le cariche sociali per la stagione sportiva 2024/2025, firmato per conformità dal presidente.
Questa è la sintesi di quello che è accaduto in casa Ischia. Una sintesi che tiene conto di quelle che sono le cose note e rilevanti per il sodalizio gialloblù. Un sodalizio che si trova a vivere una delle sue pagine più toste di sempre. Più toste perché, almeno in epoca recente, l’Ischia non era mai stata al centro di un’inchiesta penale che, è bene dirlo, ha avuto il suo apice di comunicazione (ha fatto il giro di tutti i media nazionali) in particolar modo perché tra gli indagati è risultato Pino Taglialatela. È innegabile, infatti, che la rilevanza mediatica dell’inchiesta sia legata al numero uno ex Napoli e Fiorentina. Gli altri indagati restano normali “signor nessuno” se non per la cronaca locale di Firenze e dintorni.
La situazione, tuttavia, vive un imbarazzante silenzio che procede da giorni. Un silenzio che dovrebbe essere rotto da una comunicazione ufficiale e da una presa di posizione della società che, è innegabile, ora vede i suoi vertici sotto riflettori poco simpatici.
L’INCHIESTA
Prima di ogni cosa, però, è necessario fare una semplice riflessione su quella che è la natura dell’inchiesta penale. Il decreto di sequestro preventivo richiesto dai pubblici ministeri di Firenze vede Pino Taglialatela indagato per reati diversi da quelli per cui, invece, Bigi e soci devono rispondere. Il non coinvolgimento di Taglialatela nell’associazione, l’aspetto più grave della vicenda, è il vero segnale che consente di valutare le accuse in maniera diversa. Le indagini sono ancora aperte e il fascicolo delle accuse non è ancora nelle disponibilità delle parti ma è protetto del segreto istruttorio che terminerà con la chiusura delle indagini e con la notifica e con la richiesta di rinvio a giudizio. Solo in quel momento sarà chiaro cosa hanno in mano gli inquirenti e, solo allora, si potrà conoscere quale sia il grado di coinvolgimento del vero numero uno gialloblù. Se non emergeranno elementi probatori di una certa chiarezza sarà difficile provare che Pino Taglialatela fosse a conoscenza del sistema Bigi e della macchina organizzata con sede presso il Ristorante “Il Cavallino”.
Questa inchiesta, però, getta sull’Ischia Calcio e sul suo futuro un cono d’ombra ben più cupo dello stesso potenziale processo. Se da un punto di vista penale è ancora tutto da scrivere e leggere, da un punto di vista societario è una zavorra di non poco conto perché, è chiaro, pone in una posizione di imbarazzo anche il main sponsor Lello Carlino. E con lui anche tutti gli amici che, stando a quando si diceva prima del blitz delle fiamme gialle, erano interessanti ad un ingresso in società. Completare l’iter che Pino Taglialatela ci aveva illustrato solo qualche settimana fa oggi è molto più complicato.
Alcune voci vicino alla Miriade Spa raccontano di come sia stata percepita male questa inchiesta in casa Carlino. E più di uno ha confermato che le preoccupazioni legate agli sviluppi di questa inchiesta sono molteplici soprattutto per quelli che potranno essere gli sviluppi fiscali della vicenda.
IL SILENZIO
Da una settimana, però, è calato un muro di silenzio su quello che sarà il futuro gialloblù. Le sabbie mobili dell’eco mediatico che hanno inghiottito Pino Taglialatela sono difficili da risalire e azzerano ogni tipo di trattativa. Il peso di un’indagine penale appena iniziata, nonostante ogni possibile e credibile dichiarazione di garantismo, diventa un vero e proprio muro invalicabile che, è evidente, proietta la sua ombra anche sul futuro in termini di sponsorizzazioni e potenziali ingressi in società.
Bisogna essere sinceri e obiettivi: oggi l’Ischia Calcio è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare. E pensare che qualcuno possa metterci danari col rischio di farlo mentre è tutto nelle mani della Procura è una condizione che mail il club isolano aveva vissuto. Uno sprofondo davvero difficile da colmare.
LA SOLIDARIETA’
In questi giorni ci siamo imbattuti in dimostrazioni di solidarietà nei confronti di Pino Taglialatela che ci hanno lasciato sgomenti. La partecipazione umana alla vicenda e la vicinanza al “Presidente” che tutti apprezziamo sono legittime, al tempo stesso, però, non bisogna perdere l’equilibrio e la postura (certi personaggi smagliati non l’hanno mai avuta e mai l’avranno!) davanti alla realtà. E la realtà, per ora, parla più che chiaro: quella linea di finanziamento per i gialloblù è stata micidiale e ha prodotto il peggiore tonfo di sempre.
ROMPERE IL SILENZIO
Quando si è colpiti da un asteroide, così come è stato colpito Pino Taglialatela, diventa difficile conservare la mente lucida. Quando ogni giornale d’Italia ha raccontato le accuse che ti vengono mosse e lo fa in un paese giustizialista che emette sentenze già prima di un avviso di garanzia è difficilissimo orientarsi e fare i passi giusti. Tuttavia, però, il silenzio non è la scelta più saggia che si può compiere. Comprendiamo anche la difficoltà che si vive da imputati, però, anche l’assenza di un solo rigo di comunicazione ufficiale sulla vicenda è un segnale poco educato nei confronti dell’intera piazza interessata all’Ischia Calcio.
Ad oggi Alessandro Bigi è ancora il proprietario del 50% dell’Ischia Calcio e, forse, una sua uscita dalla società, magari con un percorso condiviso con la Procura della Repubblica di Firenze, che ha sotto sequestro gli atti della società, i telefonini, gli hard disk potrebbe essere un primo indizio che porti verso l’uscita da questa impasse. Ma la strada è tutta in salita e il calendario per gli step necessari all’iscrizione per il prossimo campionato di Serie D corre secondo dopo secondo.