Vito Iacono, a Lacco Ameno per il crollo del controsoffitto all’ingresso dell’ospedale Rizzoli una tragedia sfiorata e l’occasione però per riaccendere i riflettori su una urgenza dimenticata, appunto, quella della sanità sull’isola d’Ischia
“Non dobbiamo fare politica sulle paure e sui miracoli, ma guardare i fatti. È chiaro, senza entrare nel merito delle responsabilità tecniche che saranno accertate, che l’ospedale di Lacco Ameno non è una priorità né per la Regione Campania né per le amministrazioni locali. È ridicolo che ci illudano con l’ampliamento e l’ascensore, ci stanno prendendo in giro. Ricordiamo anche il drone di De Luca che non è mai arrivato. Ogni tanto lanciano qualche annuncio, ma io a loro posto mi occuperei di salvaguardare quello che c’è. Se domani arrivano qui, sarà un intervento tardivo. La Regione Campania, per le sue competenze e responsabilità, avrebbe dovuto intervenire subito dopo l’evento e verificare la situazione. Sono state evacuate tre stanze, ma sappiamo se bastano? Queste sono le valutazioni che hanno fatto i vigili del fuoco per precauzione.
Trovo che Ischia e gli ischitani siano trascurati e penalizzati, e mi chiedo se ce lo meritiamo o no. Infatti, non facciamo mai sentire la nostra voce, ma viviamo rassegnati e isolati. Non siamo come in altri luoghi dove la gente protesta per affermare il proprio diritto alla salute. Questa tragedia è accompagnata dalle condizioni precarie dei reparti. Sappiamo che la pediatria è quasi inesistente, che l’ortopedia ha solo due ortopedici e che l’anestesia salta le operazioni perché mancano gli anestesisti. Però non si adotta una strategia che in qualche modo stimoli e stabilisca degli incentivi per il reclutamento del personale. Così, chi lavora qui non solo mette a rischio la propria vita facendo turni di 24 ore, ma oggi scopre anche di lavorare in ambienti insicuri. E questo ovviamente si riflette sul rischio che corrono anche i pazienti. Penso che un’isola che voglia puntare sul turismo e essere competitiva debba assicurare che i presidi strategici funzionino bene, sia per la popolazione residente che per i turisti”.
La questione però a prescindere dall’evento di questo crollo che magari potrebbe essere anche slegato da altri da altri fattori contingenti, è una questione politica
“Se mi dedicassi, come chiaramente preferisce fare qualcuno, a cercare le responsabilità tecniche, allora potrei dire che la politica ha messo sotto i riflettori Ischia e la sanità e quindi è normale che possano succedere errori. Quindi andiamo a trovare le responsabilità tecniche. Ma se l’episodio accade in un’area completamente dimenticata dalla politica dell’isola e della Regione Campania, ritengo che il problema sia politico, perché noi siamo qui, abbiamo fatto un fronte politico per difendere la sanità e la gente, ma questo fronte non esiste di fatto. Quindi il problema non è tecnico, è politico. Diventa tecnico dopo che la politica se n’è andata, perché poi un’isola che tace dopo che due anni fa è venuto De Luca in campagna elettorale a promettere l’ampliamento, che un cantiere vicino a un presidio sanitario sia fermo per un anno, oltre che una brutta immagine, è anche un problema igienico. Mi sembra che questa catastrofe sia causata da una negligenza e da una scarsa attenzione politica alla sanità. Ma adesso basta con questo spettacolino in cui Vito fa sciacallaggio mediatico e politico sulla tragedia mancata. E domani spero che arrivino le autorità dalla terraferma e i direttori generali e che non facciamo sempre la piaggeria di fronte a loro, mentre ogni giorno abbiamo criticità enormi. Poi c’è il luogo comune: meno male che abbiamo quest’ospedale. Ma se lo teniamo, vogliamo che funzioni bene, sia per le infrastrutture sia per i servizi. Lavoriamo tutti in questa direzione”.