La polemica politica a Lacco Ameno si arricchisce di un nuovo episodio. Ancora una volta il leader dell’opposizione Domenico De Siano lancia siluri contro il sindaco Giacomo Pascale e le sue iniziative che nulla hanno a che vedere con il bene del paese. Nell’ultimo post il consigliere di minoranza focalizza l’attenzione sul commento del primo cittadino alla notizia dell’attentato a Donald Trump: «La grave crisi di protagonismo che affigge il nostro sindaco è sempre più evidente. La divisa e l’auto della Polizia Municipale, la sua persona sempre in prima linea, la sua onnipresenza in ogni occasione dove c’è da mettersi in evidenza sono state battute da questa: “Solidarietà all’ex Presidente USA Donald Trump.
Quello che è accaduto in America con l’attentato durante un comizio è quanto di più grave si possa verificare. La violenza va sempre combattuta a maggior ragione quando usata per ledere la democrazia, triste esperienza maturata anche da noi a Lacco Ameno nel 2020. Immaginare addirittura, che questo venga perpetrato con un attentato alla vita delle persone, al di là delle appartenenze politiche, fa orrore. Quanto accaduto, anche dalla NOSTRA comunità, va condannato senza se e senza ma!”». A queste affermazioni, Domenico De Siano si chiede: «Quale attacco omicida abbiamo subito a Lacco Ameno nel 2020? Quale colpo di fucile è stato sparato a Lacco Ameno? Nessuno!». Pascale si riferiva evidentemente alla tormentata vicenda delle elezioni amministrative, più volte finite nelle aule di giustizia. Una battaglia a suon di colpi di carta bollata che nulla hanno a che vedere con i colpi di fucile…
De Siano conclude ricordando le criticità del paese e le vicende che ultimamente hanno agitato gli animi all’ombra del Fungo, accusando Pascale di pensare solo a mettersi in mostra anziché preoccuparsi di risolvere i problemi: «La cosa si fa sempre più preoccupante perché è sintomo che il sindaco del nostro comune viva un’altra realtà. Una realtà parallela dove non c’è fretta per aggiustare le scuole, dove si possono regalare milioni di euro ad una ditta che lascia il paese sporco, dove ci si può permettere di tenere il porto nella più totale anarchia, dove è lecito minacciare i dipendenti comunali che non eseguono gli ordini come i soldatini (invece di essere diligenti secondo i loro compiti). Un’altra realtà fatta di foto in pose, di grandi pusillanimità di varia natura il tutto nel nome di un non ben precisato bene collettivo. Già, quello di un’altra comunità, magari composta solo dai suoi amici ed amichetti…».