mercoledì, Gennaio 15, 2025

Blue Line, la pace in Libano parla ischitano. Comanda il generale Stefano Messina della Brigata Sassari

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I “dimonios” porteranno avanti la missione di monitoraggio del cessate il fuoco e della Blu line tra Libano e Israele

Il Libano è in una situazione di alta tensione dopo le uccisioni di due esponenti di Hezbollah e Hamas da parte di Israele, che ha risposto al massacro di bambini drusi nel Golan. Questo scenario potrebbe avere conseguenze per i 3000 italiani che vivono nel Libano e per i 1200 militari che partecipano alla missione Unifil, che ha il compito di monitorare il cessate il fuoco e la Blu line tra i due Paesi.

In questo scenario, dal 2 agosto, la pace in Libano e in quella striscia di terra che non trova pace, parla ischitano (e anche un po’ sardo) dopo che la Brigata “Sassari” ha assunto il comando del contingente italiano e del settore Ovest nell’ambito della missione Unifil, la forza di interposizione della Nazioni Unite nel Sud del Libano. La Brigata “Sassari”, comandata dal generale, ischitano, Stefano Messina, inizia la sua missione in un contesto politico, economico e sociale delicato aggravatosi a causa del conflitto israelo-palestinese che avuto importanti ripercussioni nell’area di operazioni dei “caschi blu” dell’Onu.
La Brigata “Sassari”, alla sua terza missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite dopo il mandato semestrale del 2016 e del 2020-21, ha assunto il comando del settore Ovest di Unifil in cui operano circa 3.500 “caschi blu” di 17 delle 49 nazioni schierate nella regione ovest del “Paese dei cedri”. Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, oltre 500 dei quali appartenenti alla Brigata “Sassari”.

Il mandato di Unifil consiste nel garantire il rispetto della risoluzione 1701 dell’11 agosto 2006 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La risoluzione prevede il monitoraggio della cessazione delle ostilità tra Israele e Libano, l’assistenza al governo libanese nell’esercizio della propria sovranità sul territorio e nel garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele. La missione Unifil ha anche lo scopo di assistere la popolazione civile e sostenere le forze armate libanesi nelle operazioni di sicurezza e stabilizzazione dell’area per prevenire un ritorno delle ostilità e creare le condizioni per una pace duratura.
Lo scorso 2 agosto, a presiedere la cerimonia di passaggio di consegne con la Brigata alpina “Taurinense” è stato il generale spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz, capo missione e comandante delle forze di Unifil nel Libano meridionale. La cerimonia e il cambio del comando si è svolta nella base “Millevoi” di Shama alla presenza del sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di pace Jean-Pierre François Renaud Lacroix e di numerose autorità religiose, civili e militari locali.

La storia della Brigata
La Brigata Meccanizzata “Sassari” è una delle grandi unità che la Forza Armata annovera fra le “Forze di Proiezione”. È stata costituita nel 1915 con personale esclusivamente reclutato in Sardegna. Ha combattuto nella Prima guerra mondiale. Impegnata nel 1940 nella breve campagna al fronte occidentale, ha operato successivamente nei Balcani da dove è stata ritirata nel 1943 per essere rischierata su Roma dove si è sciolta dopo i combattimenti a difesa della capitale. Ricostituita nel 1988, mantiene la peculiarità dell’alimentazione regionale oggi costituita da volontari in ferma e in servizio permanente. Dislocata in Sardegna è ordinata su un Comando Brigata, un Reparto Comando e Supporti Tattici, due Reggimenti fanteria, un Reggimento bersaglieri, un Reggimento genio guastatori e un Reggimento logistico.

Il lavoro del contingente italiano
Il contingente italiano, che per gli aspetti nazionali opera alle dirette dipendenze del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha svolto attività di monitoraggio della Blue Line attraverso il personale dispiegato presso le due basi avanzate a guida italiana (UNP 1-31 e UNP 1-32) e il pattugliamento costante dell’area di operazione, autonomamente o con le Forze Armate libanesi (LAF). Questo ha consentito di registrate costantemente le violazioni della 1701, come previsto dalla risoluzione. Il contingente ha anche sviluppato attività di addestramento e formazione, importanti sia per incrementare le modalità di coordinamento che a implementare particolari capacità, come il superamento di ostacoli con l’uso delle corde, utili in caso di interventi a favore della popolazione nelle aree colpite dalle tensioni e soggette al confronto.


Il supporto alla popolazione
Supportare la popolazione resta comunque lo scopo fondamentale in questo periodo. I bisogni, in particolare delle circa 90mila persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case lungo i villaggi prossimi alla Blue Line, sono quelli primari come la sanità, i farmaci e il cibo. In questo senso il contingente ha avviato una serie di operazioni di supporto svolte propria a favore di queste fasce di popolazione ospitate nei villaggi più a nord o nella città di Tiro, dove la “Taurinense” ha sviluppato attività di visite mediche e distribuzione farmaci e cibo in una delle scuole che ospitano numerose famiglie.
Per la Brigata “Sassari” si tratta della terza missione in Libano dopo il mandato semestrale del 2016 e del 2020-21, dove i “dimonios” hanno maturato un bagaglio professionale di indiscusso valore, ma soprattutto un’approfondita conoscenza della cultura e delle tradizioni locali.

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