La fine della scorsa settimana ha rappresentato un momento ricco di emozione e anche di tanta commozione per gli ucraini di tutto il mondo, non solo per coloro che in Patria lottano in prima linea ma anche per le tantissime comunità della diaspora ucraina sul globo. Anche la nostra isola non ha fatto eccezione. La nutrita comunità ucraina di Ischia ha celebrato venerdì 23 agosto la “Giornata della bandiera nazionale” e soprattutto, ieri, sabato 24 Agosto, la “Giornata dell’indipendenza Ucraina”.
Gli ucraini dell’isola sono da sempre particolarmente attivi e sensibili a tutto ciò che riguarda la lotta del proprio eroico popolo per l’indipendenza, per la sopravvivenza all’aggressione e all’invasione russa, e quindi in sintesi per esistere come entità nazionale. Da sempre in prima linea nella raccolta di fondi per i propri difensori, generi di prima necessità, medicinali, il gruppo ucraino ischitano è riuscito addirittura a fare arrivare in Ucraina varie ambulanze, acquistate in Italia, oltre a cooperare con vari enti protesistici in madrepatria per consentire ai bambini ucraini di riottenere un futuro.
Da tre anni è una battaglia quotidiana che – possiamo riassumere – in questi due giorni di agosto trova motivazione e il senso di tutto: bandiera e indipendenza, nessuna altra parola può essere per gli ucraini più iconiche di queste due, oggi. Tra le varie iniziative celebrative di queste due ricorrenze, la comunità ucraina isolana ha accolto l’invito dell’Ambasciata Ucraina in Italia e del Consolato Ucraino di Napoli e indirizzato un invito ai nostri sindaci. Tutti e 6 hanno immediatamente accettato e aderito, senza indugio alcuno all’iniziativa: i 6 primi cittadini dell’isola hanno ricevuto in dono la bandiera nazionale ucraina e l’hanno esposta in balcone nel giorno dell’Indipendenza di questo eroico popolo, cogliendo l’occasione per fare una foto con la delegazione ucraina isolana ed abbracciare simbolicamente tutti coloro che in Ucraina lottano per la libertà e la vita.
Gli ucraini di Ischia – attraverso i loro portavoce – intendono far pervenire anche attraverso il nostro giornale il più accorato ringraziamento a Enzo Ferrandino, Stani Verde, Giosi Ferrandino, Giacomo Pascale, Irene Iacono e Dionigi Gaudioso per il loro pubblico sostegno come istituzioni italiane. Ognuno di loro ha fatto un accorato e importante discorso ai presenti, lasciando il proprio messaggio che sarà pubblicato sui siti ufficiali dell’Ambasciata e del Consolato ucraini in Italia.
È stato probabilmente Stani Verde, sindaco di Forio, quello che è riuscito a sintetizzare al meglio il senso di questa giornata di comunanza e gemellaggio tra la nostra Italia e l’Ucraina, coniando l’espressione RESISTERE PER ESISTERE, e questo è il senso che accompagna la storia di questo popolo da ben 33 anni. Il 24 agosto 1991 infatti l’Ucraina divenne uno stato indipendente e sovrano. La Russia si impegnò a rispettarne la sovranità col Memorandum di Budapest del 1994. In cambio, l’Ucraina consegnò tutte le sue armi nucleari alla Russia. Le iniziative per commemorare il 33° anniversario dell’Indipendenza ucraina, che si sono svolte in tutta Italia, dicono dunque anche questo: nessuno ha il diritto di stracciare i patti e decidere cosa l’Ucraina possa o non possa fare. L’invasione russa dell’Ucraina va raccontata come tale: mentre l’Occidente fa di tutto per accogliere la giovane nazione nel suo consesso, la Russia la invade con i carri armati, la distrugge, la stupra, la tortura e la deruba per costringerla a rimane nella sfera d’influenza di Mosca.
È del tutto evidente che – al netto delle distorsioni e delle colpe delle nostre imperfette democrazie – non è la stessa cosa.
La sovranità, secondo gli equidistanti, i finti pacifisti e gli ipocriti filorussi, che ogni giorno ragliano contro “l’imperialismo americano”, vale solo per i paesi che loro reputano meritevoli di essere liberi. Ovvero, riassumendo, i paesi nemici della Nato e dell’Occidente. L’imperialismo russo e cinese per loro è cosa buona e giusta e lo difendono con le più ridicole giravolte ideologiche. Dunque, è per questo che oggi più che mai abbiamo il dovere di essere senza indugio al fianco del popolo ucraino. Non solo per l’Ucraina in sé, questo non è volontariato o buona volontà per pulirci la coscienza. Essere al fianco dell’Ucraina oggi, lo dobbiamo ai nostri figli, lo facciamo per scegliere che futuro vogliamo lasciare loro. Con quali ideali, con quali valori, in quale mondo – per quanto imperfetto – vogliamo vivere da uomini liberi o scomparire nell’oscurità della codardia e della schiavitù.