giovedì, Settembre 19, 2024

Corteo via mare e Festa dell’Unità. Scoppia la polemica “Procida Oggi”: La verità è una sola: ci devono restituire quello che ci è stato tolto

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Oggi con partenza intorno alle 10 si snoderà via mare un corteo di barche che da Marina Chiaiolella porterà a Marina Grande, per chiedere a gran voce che vengano garantiti i sacrosanti diritti alla salute e ai trasporti marittimi. Numerose le prese di posizione che in queste ore stanno affollando i social dell’isola di Graziella come quella dello storico giornale locale “Procida Oggi”

“In un post social il sindaco annunzia la partecipazione ai due eventi in programma domani ed espone la sua tesi sui servizi essenziali che la Regione ci nega, riducendoli anno dopo anno, ma non riesce ad eliminare del tutto, pur avendoci provato. Il sindaco, il PD e il Presidente De Luca sostengono che “la sanità si gestisce con i soldi che mette a disposizione lo Stato, e che la Regione Campania riceve meno risorse del dovuto”, che “il Sud è penalizzato rispetto al Nord”. Altra strana tesi del sindaco è che “dobbiamo avere più risorse per la sanità, non meno tasse.”

Secondo queste tesi, quindi, la colpa che Procida non può ottenere l’Ospedale per zone disagiate é dello Stato e dei finanziamenti penalizzanti per la Campania. Da tutto questo scaturisce che il bersaglio della protesta e dello stesso Festival non può che essere il Governo. Le risorse destinate ai servizi sanitari il Italia non sono sufficienti, tanto che più Governi, anche quello in carica, hanno incrementato la spesa sanitaria, non riuscendo comunque a rispondere appieno alle aspettative ed ai bisogni dei cittadini.

In un quadro finanziario particolarmente compromesso, con un forte debito pubblico, appare sempre più urgente destinare risorse aggiuntive al settore della Sanità pubblica individuando, però coperture finanziarie e settori dove realmente “tagliare”, con scelte lontane dalla demagogia e dal facile populismo. Ma questo è un altro discorso.

Per quanto riguarda l’assegnazione delle risorse finanziarie disponibili alle singole Regioni, il meccanismo in vigore dal 2011 prevede che il 60% è determinato moltiplicando il numero degli abitanti per una quota pro capite crescente (2113 Euro nel 2023) senza discriminazione alcuna tra Regioni; l’altro 40% è assegnato secondo percentuali per fasce di età e situazioni di disagio. Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, organo indipendente dello Stato, nella comunicazione in merito, pubblicata nel 2024: “Il nuovo meccanismo di allocazione delle risorse ha favorito in generale le Regioni meridionali, dove sono più estesi i fenomeni di disagio, e soprattutto la Campania che ha ottenuto 84 milioni in più…”

Ma tutti questi meccanismi dei finanziamenti, comunque insufficienti, non riguardano i servizi sanitari dell’isola, non incidono in alcun modo sulla nostra situazione. Vengono sbandierati per nascondere una realtà diversa. Nel 1985 venne realizzato (è ben noto) un Ospedale con 25 posti letto con Pronto Soccorso, Reparti di Chirurgia ed Ostetricia, Laboratori di Analisi e Radiologia, specialistica con autonoma Pianta Organica.

La spesa ha fatto parte per anni del Bilancio Regionale con utilizzo del contributo statale. Poi la Regione Campania decise scientemente di utilizzare le risorse economiche e professionali in questione per favorire e creare altrove altre strutture, svuotando costantemente quelle procidane. Nuove strutture sono state inaugurate anche di recente nell’ambito delle risorse disponibili: tutto è possibile tranne il restituire a Procida ciò che è stato tolto.

Le discussioni sull’entità del contributo statale vanno respinte, senza nemmeno attardarsi a contestare i meccanismi di assegnazioni presenti, giusti o meno che siano. E non stiamo parlando di “roba vecchia” . È necessario, doveroso, farvi riferimento per non cadere nella trappola delle fasulle giustificazioni sul contributo statale da parte del Sindaco e Presidente Regionale, nonché quelle eventuali (speriamo di no) della Segretaria Nazionale PD.

La verità è una sola: ci devono restituire quello che ci è stato tolto. Ce lo dice la storia, la legge sull’assistenza sanitaria nelle zone disagiate, la sentenza del Tar Campania. Tutto il resto è fuffa o, peggio, spudorata menzogna”.

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