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Banche e tassi | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 13 settembre 2024

Poco fa, mentre cominciavo a scrivere questo pezzo, ho appreso da Sole24Ore.it che la “Bce taglia tasso di 0,25 punti, sui depositi cala al 3,50. La Bce ha annunciato una riduzione del tasso sui depositi e una modifica dello spread fisso dei rifinanziamenti per stimolare l’economia. Le proiezioni sull’inflazione e la crescita economica sono state considerate nella decisione. Le condizioni di finanziamento restano restrittive e la Bce continuerà a seguire un approccio flessibile nella politica monetaria.

Per essere sintetici, mentre da una parte stavo per gioire, visto che sono il primo ad avere ancora per quasi un decennio un bel mutuo a tasso variabile da pagare ogni mese e la cui rata, dal post-Covid a oggi, è aumentata ben oltre il 20%, dall’altra ho dovuto contenere l’entusiasmo. Perché quando si parla di condizioni di finanziamento che restano restrittive, tutto lascia presagire che l’accesso al credito continuerà a comportare difficoltà enormi per chiunque, privato o azienda, intenda rivolgersi ad una banca e ottenere un ombrello aperto quando piove e, al momento, ha paura anche semplicemente di varcare la soglia di una filiale. Con tutto quello che, naturalmente, questo problema comporta già da tempo in termini di contrazione della spesa e di sofferenza dell’economia in ogni suo comparto.

Sono poco ottimista anche per l’improbabile riduzione dei tassi dei mutui, sia per quelli già erogati sia per quelli in corso ed eventualmente rinegoziabili. Fino a questo momento, nonostante i pur minimi tagli al costo del denaro già avvenuti di recente, la mia rata di mutuo non è cambiata granché, anzi, forse non è cambiata affatto.
Eppure la chiusura dei bilanci della quasi totalità delle principali banche italiane, come ha rivelato Daniele Manca in un suo podcast su Corriere.it, ha chiuso l’ultimo esercizio con utili a dir poco stellari. Sarebbe pertanto auspicabile, secondo il noto giornalista, che proprio le banche cominciassero a pensare un po’ di più ai loro clienti aiutando, per l’appunto, quelle famiglie e quelle imprese che sono in difficoltà anche per il rispetto dei loro impegni fin troppo onerosi con gli istituti di credito.

Ho già avuto modo di scrivere in passato che l’evoluzione/involuzione del rapporto banca-cliente, ormai ridotto al lumicino dall’avvento delle banche online, dalla riduzione delle filiali nei vari territori e dalla limitazione operativa dei loro direttori/preposti, è servita essenzialmente a razionare, più che razionalizzare, l’autonomia della concessione del credito sulla base di un rapporto umano e fiduciario. Sarebbe quindi ora che qualche piccolo sacrificio, almeno in questo caso, cominciassero a farlo anche questi ricchissimi colossi.

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