Il protocollo d’intesa tra tre dei nostri Comuni (Ischia, Barano e Forio) e altri dell’area flegrea, la Regione e la Procura della Repubblica di Napoli, per quanto il Dott. Gratteri abbia tenuto a specificare che non lo è affatto, a noi comuni mortali sa tanto di un’operazione-spot. Intendo dire, con tutto il rispetto per i buoni propositi e anche per la buona fede di tutti, che affermare in tale protocollo che «tali manufatti sono stati individuati dal medesimo Ufficio Demolizioni e sono stati realizzati in due aree del territorio della Regione Campania contraddistinte da una particolare fragilità ambientale e, pertanto, costituenti pericolo per la pubblica incolumità» non potrebbe rappresentare giustificazione peggiore a un provvedimento che, ancora una volta, è strettamente correlato all’interventismo e all’intransigenza del protagonista (oggi Gratteri, tempo fa De Chiara), ma che fa finta di ignorare l’abnorme quantità di ordini di demolizione incombenti su migliaia e migliaia di immobili in tutta la Campania e per i quali non potranno mai esserci né fondi disponibili per finanziarne l’esecuzione né soluzioni all’emergenza abitativa che ne conseguirebbe nella maggior parte dei casi.
Rifugiarsi, pertanto, nel più classico dei “si comincia da qui e si andrà oltre”, o auspicare di poter aumentare progressivamente l’attuale decina di demolizioni al mese, lasciando che tali propositi vengano conditi dall’acritica presenza a capo chino sia dei primi cittadini che dello stesso governatore (che al cospetto di Gratteri sembra smarrire tutta la sua abituale guasconeria), appare tutt’altro che rassicurante per tutti, diretti interessati o meno, in particolare per la palese disparità di trattamento che emergerà con forza e chiarezza da questo genere di provvedimento.
Bene ha scritto il nostro Direttore nell’edizione di ieri: per Gratteri c’è un reato accertato e c’è una pena da eseguire. Per la Regione, c’è da scrollarsi di dosso la colpa di un mancato controllo del territorio e di una carenza di risposte ai cittadini anche perché, pur essendo investita di un potere-dovere sostitutivo in materia sanzionatoria, non ne ha poi fatto uso se non in rarissimi casi. Per i sindaci, invece, c’è un obbligo da rispettare e una potenziale crisi abitativa da fronteggiare, ma il tutto è figlio di fattori elettoralistici e di mancato controllo che hanno caratterizzato intere stagioni politiche.
Ed è esattamente la politica, unitamente ai suoi protagonisti dal Parlamento nazionale ai civici consessi, passando per quello regionale, la grande assente ingiustificata, ostaggio storico di un sistema vetero-ambientalista che non riesce e non vuole trovare una concreta soluzione.
“La legge è uguale per tutti”, si legge nelle aule dei tribunali. E se nei fatti lo è solo per pochi, non è una buona legge ed è -anzi- una sostanziale ingiustizia.