sabato, Novembre 23, 2024

Per la banchina del “Barone” il Tar dice no a De Siano

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Respinta l’istanza di sospensiva avanzata dalla “D.M.F.”

Nel contenzioso con Giacomo Pascale per una concessione negata la famiglia De Siano incassa una prima sconfitta dinanzi al Tar, che ha negato la sospensiva. La società “D.M.F.”, proprietaria degli alberghi del gruppo, aveva richiesto senza esito la concessione di un tratto di banchina-scogliera. E il Comune di Lacco Ameno non ha risposto alla conseguente diffida. Di qui il ricorso al Tar contro l’Ente, difeso dall’avv. Maria Petrone, e nei confronti del controinteressato Massimo Monti, concessionario della banchina “contesa”.

La “D.M.F.”, difesa dall’avv. Alessandro Barbieri, ha chiesto ai giudici amministrativi «l’annullamento previa sospensione dell’efficacia, del silenzio formatosi sulla diffida comunicata a mezzo pec in data 16.05.2024; e per l’accertamento dell’obbligo delle amministrazioni intimate di provvedere sulle richieste oggetto della diffida inviata a mezzo pec in data 16.05.2024; nonché per la condanna del Comune di Lacco Ameno all’adozione dei provvedimenti e delle attività richiesti ed oggetto della diffida». La Settima Sezione del Tribunale amministrativo regionale al momento si è pronunciata solo sulla domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla società ricorrente. E l’ha appunto respinta.

Nell’ordinanza il collegio presieduto da Valeria Ianniello così motiva la decisione: «Considerato che, al sommario esame proprio della presente fase, non si ravvisano i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, tenuto conto della natura dell’azione esercitata, volta a contestare l’inerzia dell’Amministrazione con riferimento alla quale si ravvisa la carenza di deduzione di un pregiudizio imminente ed irreparabile nelle more della definizione del giudizio». E’ stata dunque ravvisata «l’assenza di elementi per ritenere che, nei termini di fissazione dell’udienza camerale di trattazione del ricorso sul silenzio-inadempimento, la parte ricorrente subisca, nel caso di specie, un pregiudizio grave ed irreparabile». La questione viene rinviata alla decisione nel giudizio di merito. Ma intanto il “Barone” porta a casa il primo round.

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