martedì, Ottobre 1, 2024

Il dibattito. La sicurezza dei furgoncini a 3 o 4 ruote. Quale futuro?

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Arturo Anastasio | Dopo l’ennesima tragedia, torna alla ribalta l’annosa questione della sicurezza stradale. Da sempre si sono affrontate numerose problematiche e insidie a cui sono soggetti automobilisti e motociclisti: qualità delle strade, logistica della viabilità, rispetto delle regole e buonsenso. Purtroppo, raramente, l’attenzione pubblica si è focalizzata sulla sicurezza a bordo di auto e furgoni. Siamo onesti: quando acquistiamo un veicolo, quanti di noi, prima di notare il design, il prestigio e la praticità, s’interessa del livello di sicurezza che offre il mezzo? Forse si conteranno sulle dita di una mano. Ancora meno probabilmente, se l’acquisto riguarda tanti o pochi veicoli aziendali e commerciali.

L’incidente mortale avvenuto recentemente in zona Pilastri non può e non deve essere classificato come un qualsiasi sinistro come tanti ne avvengono quotidianamente. Le foto apparse sui giornali e sui socials sono davvero drammatiche. Drammatiche perché oltre a descrivere l’evento, focalizzano il tema della sicurezza a bordo. Eloquenti sono le immagini del furgoncino Porter guidato dalla vittima: dall’impatto una parte della testata del motore si è compattata in corrispondenza del posto passeggero e il cruscotto esploso all’esterno dell’abitacolo. Totalmente distrutto lo chassis in metallo che avrebbe dovuto preservare pilota ed eventuale passeggero da un impatto che credo, sommando le velocità media del Bus e del Porter, sia avvenuto intorno agli 80 Km/h. Forse anche meno.

Il veicolo coinvolto non era di ultima generazione e faceva parte di quella categoria di vetture commerciali in cui la sicurezza non è mai stata prioritaria. Anche gli storici e “romantici” Apecar di un tempo sono assolutamente inadeguati in termini di sicurezza. Vere “bare” a 3 e 4 ruote.
Nelle numerose discrepanze delle Leggi e del codice stradale, ancora oggi non esiste una seria regolamentazione su alcuni veicoli in circolazione che non rispettino le attuali e giustamente restrittive norme sulla sicurezza personale a bordo. Il divieto assoluto di utilizzo di questa categoria di vetture sarebbe onerosa per i contribuenti; significherebbe ritirare dalle strade numerosi furgoncini ancora in circolazione e costringere gli imprenditori e privati ad investire su nuovi veicoli più sicuri.
Questo eventuale sforzo collettivo, per quanto impegnativo sia, varrebbe senza alcun dubbio la salvezza di un solo individuo.

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