sabato, Ottobre 12, 2024

“Non disprezzo, ma custodia fraterna”. 11 indicazioni per le apparizioni di Zaro

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Non si organizzino celebrazioni, attività e/o iniziative da parte di chicchessia che diano impressioni e motivi per far pensare a chi vi prende parte e a chi ne venisse a conoscenza che la Chiesa abbia riconosciuto ufficialmente l’esperienza spirituale di Zaro. Ai Sacerdoti e catechisti: “si astengano, nell’esercizio del loro ministero e servizio, dal proporre la loro personale opinione, sia essa positiva, negativa o indifferente, sull’esperienza spirituale di Zaro”

Il Vescovo di Ischia e di Pozzuoli, Mons. Carlo Villano, ha diffuso alcune “Alcune indicazioni per la cura pastorale dell’esperienza spirituale di Zaro” con una lettera pastorale dello scorso 7 ottobre 2024. Una lettera che mette in chiaro molti aspetti e che, in particolare, chiarisce come l’esperienza del bosco di Zaro sia ancora in progress e, fin quando non terminerà il suo flusso “straordinario” non potrà essere definito dal Dicastero per la Dottrina della Fede e, in altre parole, la Chiesa non potrà esprimere un giudizio definitivo. Nel frattempo, però, Villano stringe la cinghia e limita il fenomeno.

LEGGI LE 11 INDICAZIONI DEL VESCOVO VILLANO

LA LETTERA
“Come affermato nella Lettera Pastorale dell’8 settembre 2023 – scrive Villano -, il “fenomeno Zaro” si presenta come una realtà che ha portato «alla decisione unanime di proseguire il percorso ecclesiale di discernimento» sull’esperienza spirituale che da decenni si sviluppa “attorno” ad esso, alla luce delle nuove Norme pubblicate dal Dicastero per la Dottrina della Fede ed entrate in funzione lo scorso 19 maggio 2024.

Si può infatti affermare che, fino ad oggi, è generalmente percepibile in tale esperienza spirituale una certa “serietà” (nei suoi testimoni, nei suoi contenuti, nei suoi frutti). Serietà che, però, non va confusa con un suo riconoscimento pubblico da parte dell’autorità ecclesiastica e con le conseguenze che ne derivano sul piano disciplinare e pastorale; né comporta che essa debba diventare punto di riferimento e criterio di valutazione per la vita e la pastorale della Chiesa sull’Isola e al di fuori di essa”.

RICOSTRUITA LA COMMISSIONE DI STUDIO
“Allo stato attuale – chiarisce il Vescovo -, l’esperienza spirituale di Zaro – iniziata nel lontano 1994 – è una realtà da non disprezzare e da custodire fraternamente, senza divisioni, inutili contrapposizioni, protagonismi fuori luogo o sterili paure. Nel 2014, l’allora Vescovo di Ischia, mons. Pietro Lagnese, aveva istituito una commissione di studio che ha terminato i suoi lavori nel momento in cui egli venne chiamato a guidare la diocesi di Caserta. Considerati i risultati di quel lavoro, mons. Gennaro Pascarella, a lui succeduto nella guida della Diocesi, e ora io stesso, abbiamo ritenuto che sussistano le condizioni previste dalle Norme per continuare il discernimento. Ho pertanto ricostituito la commissione di studio, affinché, nei modi e nei tempi che saranno necessari, tutto sia fatto in modo tale da sottoporre al Dicastero per la Dottrina della Fede «tutti gli atti relativi al caso esaminato per l’approvazione finale», compresa la mia valutazione-proposta personale (Votum) che maturerò attraverso l’ascolto, la preghiera e l’esercizio dell’ufficio episcopale a me affidato.

Il Dicastero provvederà «ad esaminare gli atti del caso, valutando gli elementi morali e dottrinali di tale esperienza e l’uso che ne viene fatto, e il Votum del Vescovo diocesano. Il Dicastero potrebbe richiedere al Vescovo diocesano ulteriori informazioni, oppure chiedere altri pareri, o procedere, in casi estremi, ad un nuovo esame del caso, distinto da quello realizzato dal Vescovo diocesano. Alla luce dell’esame svolto, procederà a confermare o meno la determinazione proposta dal Vescovo diocesano». A questo punto, «ricevuta la risposta del Dicastero, salvo diversa indicazione da parte dello stesso, il Vescovo diocesano, d’intesa con il Dicastero, renderà noto al Popolo di Dio con chiarezza il giudizio sui fatti in questione»

CONTRO IL DISORIENTAMENTO
“Se è vero che quanto appena detto – chiosa il Vescovo di Ischia – delinea un percorso “tecnico” per “addetti ai lavori”, è altrettanto vero che tutti i fedeli della diocesi sono chiamati a partecipare a questo cammino di discernimento, innanzi tutto con il cuore libero da ogni pregiudizio e perciò pronto a cercare quel che è vero e non quel che fa comodo.

Tutto questo attraverso un comportamento che non generi confusione, disorientamento o fraintendimenti, memori delle parole dell’apostolo Paolo: «Dio non è un Dio di confusione, ma di pace […]: ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine» (1 Cor 14,33.40). Le disposizioni che seguono illustrano il come realizzare insieme questo percorso di partecipazione sinodale al discernimento ecclesiale che, in quanto volto al bene della Chiesa, sempre interpella la Chiesa tutta e non soltanto qualcuno”.

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