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“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta” | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 15 ottobre 2024



Quanto mi è caro questo aforisma del grande Gabriele D’Annunzio… Ce l’ho sempre accanto e non solo perché è riprodotto su una mattonellina che ho sempre ammirato a casa dei nonni materni e che, al venir meno dei figli di cotanti genitori che vivevano lì con loro, ho portato gelosamente a casa mia. 
La vita priva di ambizioni è una vita scialba, l’ho sempre pensata così. Vivere senza obiettivi rende tutto piatto e stereotipato, mentre tener sempre viva la speranza che un giorno qualcosa di importante e piacevole si avveri e contribuisca a rivalutare ulteriormente la tua esistenza è cibo per l’anima, la mente e il cuore. Così come dannarsi (appunto, il tormento) di non poterli raggiungere,  prima o poi, può contribuire a deteriorare il proprio essere, creando problemi esistenziali e di relazione con il prossimo e, in taluni casi, anche con i propri cari, prim’ancora che con gli estranei.
Diciamo la verità: alla base di ogni persona di buon senso, indipendentemente dalle singole sfumature caratteriali e dal fatto che, come si suol dire, sognare è gratis, dovrebbe regnare stabile e sovrano quel sottile equilibrio tra la voglia matta di inseguire i propri sogni ed una valutazione concreta delle proprie reali possibilità di vederli concretizzare. E questo tipo di criterio dovrebbe essere imposto anche e in particolar modo quando, nella società contemporanea, l’emulazione, le mode e l’invidia ci portano a stravolgere sempre più frequentemente la corretta visione della piramide di Maslow (che nella sua “Teoria della motivazione umana” suggeriva di rispettare una vera e propria gerarchia di necessità umane evidenziando l’importanza di far proprie prima quelle basilari e poi quelle più elevate) a favore di una corsa spasmodica al mantenimento di ritmi e gestioni tutt’altro che alla nostra portata.
Purtroppo, per molti non è facile misurarsi con la differenza tra la convinzione -talvolta autoreferenziale- dei propri meriti (spesso riconosciuti o disconosciuti con sincerità da chi ci vuole bene sul serio) e il loro riscontro non sempre positivo o totale nelle risposte del mondo in cui viviamo. Si tratta di un dilemma di quelli belli tosti e che può far male se non preso per il verso giusto, ma che al tempo stesso non deve tarpare le ali alla libertà di sperare e vivere in buona compagnia dell’ottimismo della volontà senza mai lasciare troppo spazio a quel pessimismo della ragione di gramsciana memoria, se non per riuscire a riflettere quando la nostra mente spicca un volo pindarico oltremodo pericoloso e… tormentoso.
Spero di avere sempre la forza e l’entusiasmo di non smettere di sognare ad occhi aperti, seppur con le giuste priorità e con i piedi ben saldi a terra. E auguro lo stesso anche a Voi tutti che mi leggete!

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