mercoledì, Ottobre 16, 2024

“Tutta l’ignoranza del comandante”, condannato Salvatore Iacono per diffamazione “facebook”

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I fatti risalgono al 2021, quando il Comune aveva deciso di tagliare alcune piante malate. L’imputato aveva imbrattato la strada di vernice rossa e delimitato la «scena del crimine» postando poi offese gratuite. Il giudice Palagano ha disposto anche il pagamento di una provvisionale di 300 euro. Giovangiuseppe Iacono, difeso dall’avv. Cristiano Rossetti, potrà chiedere il risarcimento in sede civile

Il comandante della Polizia Municipale di Forio Giovangiuseppe Iacono era stato fatto oggetto di frasi diffamatorie su Facebook, rivolte anche all’intero Corpo, postate peraltro da un suo cugino, Salvatore Iacono. Il tutto a seguito del taglio di alcuni alberi malati da parte del Comune, che aveva provocato l’ingiustificata reazione dell’imputato, gallerista, artista di strada e attivista ambientalista. Che peraltro aveva anche imbrattato di vernice la pubblica strada e apposto una delimitazione “abusiva” a quella che definiva «scena del crimine», evidentemente per l’uccisione di quegli alberi…

Una storia risalente ad aprile 2021 e che è costata a Salvatore Iacono la condanna a sei mesi di reclusione, al pagamento delle spese e di una provvisionale di 300 euro in favore del parente diffamato. Questa la sentenza del giudice della Sezione Distaccata di Ischia dott.ssa Mariafranca Palagano.
L’imputato, difeso d’ufficio dall’avv. Michele Calise, era accusato del reato di diffamazione a mezzo stampa ad un corpo amministrativo: «Perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante la pubblicazione di post sul profilo Facebook Salvatore Iacono (gallerista performer attivista) finalizzati a denigrare il Comando dei Vigili Urbani di Forio d’Ischia, con le modalità di seguito indicate, offendeva la reputazione del Comandante Giovangiuseppe Iacono e dell’intero Corpo di Polizia Municipale di Forio d’Ischia, nella specie: in data 14 aprile 2021 pubblicava una foto raffigurante lo stesso di spalle ed un Agente della Polizia Municipale di Forio in servizio, scrivendo: “Tutta l’ignoranza, frustrazione e incapacità di un Comando Vigili Urbani di Forio rappresentato in pieno dal suo comandante”.
In data 16.04.2021 pubblicava la foto di un verbale di contravvenzione elevato dalla Polizia Municipale di Forio, scrivendo “Crime scene, Scena di un crimine! Nel verbale che mi hanno notificato oggi c’è tutta la frustrazione, ignoranza, arroganza e incapacità di un Comando Vigili Urbani del Comune di Forio e del suo comandante!”».

IL RACCONTO DELLA PARTE CIVILE
Una “storiella” che aggiunge pepe alle vicende foriane e che non si chiude con la condanna penale. Infatti il comandante Iacono, costituitosi parte civile difeso dall’avv. Cristiano Rossetti, potrà chiedere al cugino i danni in sede civile.
Salvatore Iacono era stato rinviato a giudizio con decreto di citazione diretta ad aprile 2022 (a un anno dai fatti) inizialmente innanzi al giudice monocratico del Tribunale di Napoli. Successivamente però il processo era stato riassegnato alla Sezione Distaccata di Ischia.
Dopo aver ascoltato diversi testimoni, tra i quali lo stesso diffamato, il giudice Palagano non ha avuto dubbi, alla luce delle risultanze dibattimentali, sulla responsabilità penale dell’imputato. Quei post diffamatori erano sotto gli occhi di tutti!

La sentenza riporta innanzitutto il racconto del comandante Iacono, che ha dichiarato «che l’imputato è un suo cugino che gestisce una galleria d’arte e organizza anche manifestazioni. Nell’aprile 2021, infatti, nel tratto di strada Via Provinciale Panza Succhivo, erano stati tagliati degli alberi malati dal Comune di Forio. E l’imputato imbrattava con vernice rossa la strada e gli alberi delimitando il tutto con un nastro giallo e nero, scattando foto e pubblicando il tutto su Facebook con la scritta “Ischia Street Art, Crime Scene”. A seguito di questo evento, agenti della Polizia Municipale provvedevano a sanzionarlo. Il teste ha riferito che successivamente, lo Iacono Salvatore, postava due post sul proprio profilo Facebook offendendo sia il Comando di Polizia Municipale sia il suo Comandante. Il teste ha, quindi, riconosciuto la relazione di servizio redatta dai suoi colleghi con il verbale di contravvenzione che lo Iacono, in uno dei suoi post, ha messo all’asta su Facebook. In uno dei due post, ha riferito sempre il teste, l’imputalo scriveva la seguente frase: “Tutta l’ignoranza, frustrazione e incapacità di un Comando dei Vigili urbani rappresentato in pieno dal suo Comandante”».

LE DICHIARAZIONI DEI TESTIMONI
E’ stata quindi ascoltata Alessandra Punzo, presidente di un’associazione, che ha dichiarato «di conoscere lo Iacono Salvatore perché è un artista, conosciuto sull’isola e di essere stata presente quel giorno sui luoghi, perché c’era una manifestazione per dei tronconi di alberi tagliati. In tale occasione, lo Iacono Salvatore metteva della vernice rossa sui tronconi, per rappresentare il sangue. E’ intervenuta la Polizia Municipale che verbalizzava e contravvenzionava l’imputato. La teste ha dichiarato di essere a conoscenza dei post su Facebook, ma che non ne ricorda il tenore». Al che il difensore della parte civile le ha contestato che «sentita a sit, avrebbe dichiarato che i post avevano tono duro ed offensivo».

Un altro testimone era un passante, Giovanni Iacono, che aveva assistito casualmente a un episodio “sospetto”. Ha infatti riferito che «il giorno della manifestazione, si trovava in zona perché a passeggio col cane e vedeva una scatola vicino ad una pianta con dei componenti elettronici. Tutto questo, mentre era a telefono con il sindaco per segnalare una frana verificatasi giorni prima. Pertanto, chiedeva al sindaco di mandare qualcuno a controllare cosa stesse accadendo». A seguito di contestazione del pubblico ministero, ha risposto di non ricordare quello che aveva dichiarato.

L’ultimo teste è l’agente della Polizia Municipale Salvatore Rullo, che si era recato sui luoghi «perché allertato dal proprio comandante e ivi giunto riscontrava un tratto di marciapiede chiuso da strisce giallo nere recanti la scritta “scene del crimine” e degli alberi recisi, imbrattati di vernice rossa. Il tratto di marciapiede si trovava in una curva e la delimitazione fatta, costringeva i pedoni a scendere dal marciapiede e camminare sulla viabilità pubblica. Pertanto, insieme al collega, redigeva un verbale amministrativo nei confronti di Iacono Salvatore che fu, quindi, generalizzato. Nei giorni successivi Iacono Salvatore pubblicava una serie di post sul suo profilo Facebook con dichiarazioni offensive, denigrando sia la Polizia Municipale sia gli agenti intervenuti sul posto sia il comandante».

Una “pubblicità indesiderata” che gli procurava imbarazzo. Il teste ha infatti riferito «di essere stato contattato da varie persone che dalle foto avevano riconosciuto la sagoma sua e dell’altro collega intervenuto sul posto. Nel post si parlava della frustrazione e l’ignoranza ed incapacità da parte della Polizia Municipale nel compiere, nel redigere un verbale nei suoi confronti. Nei post mise all’asta e pubblicizzò questo verbale reiterando offese e denigrando gli operatori e il comandante». Il vigile urbano ha riconosciuto le foto ed i post che sono stati sottoposti alla sua attenzione.

LESA L’ONORABILITA’ DEL CORPO
Nel valutare le testimonianze, il giudice fa un passaggio su quella del comandante Iacono, in riferimento al risarcimento del danno. Evidenziando che «la dichiarazione resa dalla persona offesa, costituita parte civile, deve essere valutata con maggior attenzione dal magistrato in considerazione dell’interesse economico che si tende a voler soddisfare con l’inserimento del processo civile all’interno del processo penale».
Sta di fatto però che «nella fattispecie concreta, la dichiarazione della parte civile ha trovato conferma sia nelle dichiarazioni rese dagli altri testi e sia nella documentazione acquisita».

Inevitabile la conclusione sfavorevole all’imputato: «Ed invero, i post pubblicati sul profilo Facebook dell’imputato sono oggettivamente lesivi della onorabilità del Corpo di Polizia Municipale, dei suoi operatori e del comandante colpito sia come rappresentante del Corpo di Polizia Municipale, sia personalmente. L’identificazione del comandante nella persona di Iacono Giovangiuseppe, conosciuto da tutti, in un piccolo Comune quale quello di Forio, comporta che l’offesa sia diretta e colpisca anche il soggetto quale singolo individuo. Risulta inoltre, essere provato anche un altro elemento strutturale del reato e cioè la conoscenza, la lettura del post da parte di una molteplicità di persone». Che magari si saranno fatte quattro risate alle spalle del comandante e avranno commentato ironicamente quei post…
Una iniziativa ingiustificata, quella dell’imputato, non essendosi nel caso specifico il comandante Iacono e i suoi uomini “macchiati” di alcuna colpa: «Le offese recate sono a titolo gratuito e non possono ritenersi giustificate dall’attività di street artist o di attivista di un’associazione. Non possono considerarsi una critica all’operato della Polizia Urbana o del suo comandante, ma tendono certamente a screditarli. Nella fattispecie concreta, quindi, ricorrono e sono provati, tutti gli elementi del reato contestato e cioè l’assenza dell’offeso, la lesione dell’altrui reputazione e la modalità di comunicazione in quanto, l’offesa è comunicata a più persone».

Iacono potrà portare il cugino dinanzi al giudice civile per essere risarcito del danno alla sua reputazione. Scrive infatti il giudice Palagano: «Pertanto, ritenuto esistenti elementi in favore della richiesta di risarcimento danni proposta dalla parte civile, considerato che però, allo stato non è possibile quantificare il danno, questo giudice rimette le parti davanti al giudice civile per la liquidazione».
Con la condanna al risarcimento ha però riconosciuto la provvisionale di 300 euro. Grazie alla concessione delle attenuanti generiche, Salvatore Iacono se l’è cavata con la pena di sei mesi e la sospensione condizionale, subordinata però al pagamento della provvisionale. Inoltre dovrà farsi carico delle spese processuali e di quelle legali sostenute dalla parte civile, calcolate in oltre 3.400 euro.

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